Piantanida (Lucca Futura): “Rendiamo le infrastrutture della nostra città inclusive ed accessibili a tutti”

La candidata al Consiglio: “Si tratta di una progettazione che tiene conto della moltitudine e variabile condizione dell’essere umano durante tutto l’arco della vita”
“Rendiamo le infrastrutture della nostra città inclusive ed accessibili a tutti”. A dirlo è la candidata di Lucca Futura, Elena Piantanida.
“Dopo 30 anni di professione – dice – ho potuto constatare che ancora troppo spesso si utilizza, per compiere le scelte compositive architettoniche/funzionali, un prototipo umano perfetto, qualcuno che assomiglia molto all’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, le cui proporzioni e forme sono molto lontane dalla media degli individui che vivono le città. Poiché però i luoghi, gli spazi, i servizi offerti da una città devono poter essere fruiti da tutti i cittadini in egual modo ritengo che solo il Design for Allpossa rispondere adeguatamente ai bisogni delle comunità”·
“Ma cosa si intende per Universal Design o Design for All? – spiega – Si tratta di una progettazione che tiene conto della moltitudine e variabile condizione dell’essere umano durante tutto l’arco della vita. Viene applicato nella realizzazione di edifici, infrastrutture, oggetti di uso quotidiano ma anche organizzazione di servizi che necessitano ad una collettività. L’accessibilità riguarda il vivere quotidiano di ogni cittadino; ad essa si collegano concetti importanti come il pieno sviluppo delle capacità di ogni persona, la tutela della dignità e dei diritti personali o le pari opportunità, che interessano prima o poi tutti noi. Con questa logica non esistono più soluzioni “speciali” per utenti “particolari” quali elementi aggiuntivi del progetto, ma ogni intervento va concepito e sviluppato tenendo in considerazione le esigenze del maggior numero possibile di persone, poiché progettare per coloro che si trovano in situazioni di svantaggio non può che avere una ricaduta positiva anche sugli altri individui”.
“Un chiaro esempio lo troviamo per esempio – dice ancora – nella continua riproposizione della realizzazione di marciapiedi o viali con finitura a ghiaia, o cordoli non raccordati con rampe, che sono di impossibile utilizzo a persone con disabilità motoria ma allo stesso tempo diventano ostacoli anche a genitori con passeggini, biciclette, bambini e anziani. Lo stesso criterio deve valere anche nella progettazione di servizi che non devono creare ostacoli o soluzioni dedicate a “categorie” di persone, essi devono essere alla portata dell’utilizzo di tutti i cittadini indiscriminatamente. Un esempio in questo caso possiamo farlo con la gestione dei trasporti pubblici, dai mezzi alle fermate, con l’organizzazione di gite, eventi, esposizioni, mostre o concerti (al chiuso e all’aperto) dove attualmente le persone con difficoltà motorie o sensoriali trovano posto insieme agli altri solo con soluzioni rimediate alla bisogna o peggio ancora confinati in luoghi a loro dedicati”.
“Questi semplici accorgimenti che non hanno un costo aggiuntivo per la collettività – conclude – determinano la creazione di una città accogliente ed inclusiva, una città alla portata di tutti”.