Shoah e Foibe, un Consiglio “infuocato”. Pardini: “Nessun giorno del silenzio, Lucca ha celebrato la memoria”

30 gennaio 2023 | 22:20
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Il sindaco respinge le polemiche ma l’opposizione attacca. Raspini (Pd): “La seduta accorpata? Una chiara operazione politica”

Non c’è stato nessun giorno del silenzio, abbiamo celebrato il 27 gennaio senza se e senza ma“. Così il sindaco Mario Pardini a conclusione di un ‘infuocato’ consiglio comunale per celebrare il giorno della memoria e il giorno del ricordo. Una seduta iniziata nel segno della polemica, con il primo cittadino che, a sorpresa, ha lasciato palazzo Santini per andare a parlare con i cittadini che erano fuori a manifestare in segno di protesta alla decisione della maggioranza di “accorpare” il consiglio comunale.

I manifestanti si sono rifiutati di salire per assistere alla seduta, ribadendo i motivi della protesta che poi hanno fatto leggere attraverso un comunicato dell’assemblea civile sorta dopo il corteo di venerdì scorso durante il dibattito. “Non so se sia stata la cosa giusta fare un consiglio accorpato, come ho già detto in prefettura – ha osservato il primo cittadino – . L’idea di farlo accorpato è nata dai consiglieri, scelta avvallata dal sindaco naturalmente, ma voglio sottolineare che abbiamo celebrato il 27 gennaio senza se e senza ma. La verità è questa. Non è vero che in tutta Europa viene celebrato il giorno della memoria tranne che a Lucca”.

Secondo il leader dell’opposizione, il capogruppo del Pd, Francesco Raspini, la decisione di accorpare i due momenti – giorno della memoria e giorno del ricordo – nel medesimo consiglio, “ha spaccato l’opinione pubblica e diviso la città”.

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Ad aprire la seduta, dopo le polemiche e lo stop al Consiglio, è stato il consigliere di Forza Italia-Udc Giovanni Ricci, che ha spiegato i motivi che hanno portato alla scelta di un unico consiglio comunale per celebrare il giorno della memoria e il giorno del ricordo: “La motivazione principale che ci ha spinto a fa ciò non è paragonare o minimizzare una pagina buia del nostro paese, ma quella di cercare in due eventi storici che sono differenti un punto di contatto comune, ovvero quello di essere frutto di politiche oppressive di due regime peggiori della storia del 900: il nazionalsocialismo\fascismo e il comunismo. Due eventi che hanno portato tanti morti. Stasera abbiamo visto un comunicato fatto in fretta e furia dall’Anpi, un comunicato che non condivido e che rigetto. Non è in atto nessuna revisione storica: dividerci su questi temi, quando si parla di morti, è sbagliato”.

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La seduta si apre agli interventi dei cittadini. Tra questi, il professor Pesavento e Andrea Giannasi di Atvl: “Nessuno è immune dal processo della dimenticanza. Dobbiamo farci testimone ogni giorno affinché antisemitismo e il razzismo non esistano più. Per anni abbiamo lavorato con la giunta Tambellini per farci volontari della libertà, condividendo ideali comuni. Adesso insieme all’amministrazione Pardini stiamo incontrando oltre 300 ragazzi delle scuole per parlare degli orrori dei campi di concentramento. Mi permetto di dire al sindaco di ricordare la nostra Nuska Hoffman”.

“Ho avuto la fortuna – ha detto Giannasi – di incontrare nel mio lavoro di ricerca e studio persone come Piero Terracina deportato ad Auschwitz o Gilberto Salmoni, internato a Buchenwald. Ascoltare Sami Modiano o Shlomo Venezia. Vivere con loro le testimonianze nelle scuole e i viaggi in auto insieme. Quello che mi porto sempre dietro è il tratto in cui non c’erano più parole per descrivere la Shoah. E allora calava un silenzio che si faceva vuoto. Noi quel vuoto dobbiamo custodirlo ed evitare che si possa riempire di altro. In quel vuoto c’è tutto ciò che Primo Levi definiva indicibile. In quel vuoto dobbiamo evitare che entrino giustificazioni, revisioni, ma anche colori, bandiere, ideologie, sigle, nomi e altro. Quel vuoto appartiene a tutti. E tutti dobbiamo custodirlo perché nessuno è immune dal processo della dimenticanza. Ecco dunque il compito che tutti noi abbiamo oggi: farci testimoni ogni giorno, ogni istante affinché l’antisemitismo, il razzismo, la discriminazione, siano soggetti senza verbi e sostantivi. Sono qui per ricordare come consigliere nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà e come rappresentante dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà, l’esperienza di una realtà che a Lucca e in Toscana fin dal 1949 ha riunito i partigiani autonomi e cattolici. Personalità come Augusto Mancini, Maria Eletta Martini, la famiglia Baccelli, Aldo Muston, Carlo Gabrielli Rosi, ma anche la madre di Leandro Puccetti del Gruppo Valanga, la madre di Manrico Ducceschi ‘Pippo’ dell’XI Zona, e ancora Don Renzo Tambellini, il Ten. Bertagni della Brigata Lunense, Aldo Battaglini, Pietro Petrocchi (potrei andare avanti molto perché in Atvl a fine anni ’80 erano iscritti 900 partigiani, patrioti). Nomi che troviamo scolpiti a perenne memoria su lapidi, memoriali e ai quali sono state intitolate piazze e vie. L’Atvl da anni ha ripreso il proprio lavoro nelle scuole e tra le comunità. La Costituzione italiana e i suoi valori, animati al termine di una dura lotta di liberazione, rappresentano i nostri ambiti insindacabili. La libertà, la lotta per l’eguaglianza, il contrasto all’antisemitismo e al razzismo, sono i valori che Atvl pone sempre e ovunque come principi cardine del proprio lavoro. Con questo spirito e questi intenti abbiamo lavorato per anni con la giunta Tambellini e con l’assessore Ilaria Vietina e con queste finalità lavoriamo con la giunta Pardini. Perché il compito di Atvl è farci tutti volontari della libertà condividendo ideali comuni. E con questo scopo sono qui a ricordare che in questi giorni stiamo portando nelle scuole – con l’amministrazione comunale e con l’ufficio scolastico territoriale – (incontrando oltre 300 ragazzi), l’esperienza indicibile del campo di concentramento per sole donne di Ravensbruck”.

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Così il comitato 10 febbraio a voce di Sandro Righini: “Le celebrazioni inerenti il giorno del ricordo quest’anno assumono un’importanza particolare, ricorre infatti l’ottantesimo anniversario ai danni dei nostri connazionali che furono massacrati nelle foibe dai partigiani comunisti jugoslavi e dai loro complici. I morti sono stati tanti, difficile stabilire il numero, ma c’è ancora chi non si arrende alle vicende dei fatti storici e certi ambienti politici definiscono il giorno del ricordo come una falsificazione storica. Il giorno del ricordo dovrebbe essere un giorno di profonda riflessione nazionale, è un complesso capitolo della nostra storia. In occasione dell’ottantesimo anniversario dall’inizio dell’infoibamento, è necessario non solo intitolare via o piazze ai martiri ma anche promuovere iniziative, anche nelle scuole, per coltivare la memoria”.

Sono seguite le parole di Guido Giacometto (esule istriano) dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia, che plaude all’iniziativa di convocare un consiglio comunale unico per la giornata della memoria e il giorno del ricordo: “Queste due giornate hanno un punto in comune, siamo stati entrambi vittime di un’ideologia totalitaria. Il nazismo e il comunismo. Dai regimi comunisti non si può uscire, si rischiava la morte”. L’intervento di Sergio Maraschin (esule da Pola): “Sono qui perché anche il nostro piccolo esodo di oltre 300mila persone e l’infoibamento di circa 15mila disgraziati venga ricordato dopo i 60 anni di assoluto silenzio. Abbiamo negato la verità per pregiudizi ideologici, come detto dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. C’è ancora chi giustifica quanto avvenne, i nostri esuli furono chiamati fascisti solo perché fuggivano da un regime comunista. Ringrazio tutto i componenti del consiglio comunale di averci concesso questa opportunità”. La tragedia delle foibe è stata raccontata anche dalla testimonianza di Roberto Luis Picchiani di Borbone.

Conclusi gli interventi dei cittadini, il presidente del consiglio comunale Enrico Torrini invita ad una riflessione: “Su questi crimini non ci si divide, ma ci si unisce. Dobbiamo unirci tutti affinché questi crimini siano interrotti”.

Il consigliere Daniele Bianucci (capogruppo Sinistra Civica Ecologista) ha letto in aula il comunicato consegnato dai cittadini in protesta fuori Palazzo Santini: “Non voglio aggiungere altro rispetto alle considerazione consegnateci dai cittadini. Non condivido assolutamente l’impostazione data a questo consiglio comunale. Nessuno di noi si tira indietro a condannare nessuna atrocità della storia o violenze, non vogliamo difendere niente. Però c’è un tentativo maldestro di un esperimento di pacificazione nazionale con l’utilizzo di due festività distinte dal nostro legislatore. Ogni evento ha la sua dignità, volere accomunare è un percorso di revisionismo che è completamente inaccettabile. Perché non parliamo anche del genocidio del Ruanda, per esempio, allora? La precedente amministrazione ha sempre mantenuto la piena dignità dei due avvenimenti diversi. Così, incece, si sminuiscono entrambi gli avvenimenti. Quello della memoria, così come quello del ricordo, non è un giorno divisivo”.

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Critico anche il consigliere Pd Gianni Giannini che passa all’attacco di sindaco e maggioranza: “Noi oggi non siamo qui per confutare tesi su fatti storici, bensì per commemorare vittime di terribili eventi. Credo che tutti sappiano che il 27 gennaio si celebri il giorno della memoria, non il 30 (e quindi oggi, giorno della convocazione del consiglio comunale ndr). Voi oggi, forse l’unica amministrazione in Italia, avete voluto annacquare due eventi dimostrando a tutti di avere agito con un mix tra cinico-bullismo e crudele irresponsabilità sul delicato argomento dei fatti in discussione. Avete banalizzato la celebrazione di due fatti storici, dovreste chiedere scusa e vergognarvi. Lucca, più che la città del sindaco che ride, sta precipitando nella nera oscurità di una città del Joker di Gotham City“.

Così Luciano Panelli (Lucca 2032): “Io non deve chiedere scusa a nessuno e non mi devo vergognare di niente. Le polemiche sono state eccessive, strumentali e tendenziose. La celebrazione unica ha fatto emergere un dibattito, ma la volontà di questa maggioranza non è stata quella di voler ridimensionare la giornata della memoria. Non lo abbiamo trasformato nel giorno del silenzio e non rinneghiamo la storia. Basta alimentare polemiche inutili, la nostra città non ne ha bisogno”.

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L’intervento di Chiara Martini (Pd) è andato nel senso di una netta contrarietà al consiglio comunale accorpato: “Non condivido nella maniera più assoluta la scelta di celebrare il giorno della memoria non il 27 gennaio, ma il 30 (oggi ndr) insieme al giorno del ricordo. Siamo qui per ricordare, affinché queste atrocità non si ripetano più: l’uomo non deve cadere negli stessi errori. Però la giornata dedicata al giorno del ricordo è il 10 febbraio. Perché scegliere di confondere le acque? Quale messaggio si vuole lanciare alla nostra città? La memoria non è considerata una priorità. Un sindaco democratico e di tutti deve alimentare una memoria democratica, non si fa un consiglio congiunto su giornata della memoria e ricordo”.

Di diverso avviso il capogruppo di Fdi Lido Fava: “Aver accorpato il giorno della memoria con quello del ricordo in un unico consiglio comunale ci è sembrata la maniera migliore per rendere omaggio al meglio alle due celebrazioni. In questi giorni sono state fatte polemiche inutili, pretestuose e offensive. Stasera avete smosso anche le vostre ‘truppe cammellate’ (riferendosi ai manifestanti fuori palazzo Santini ndr). A tutto c’è un limite e questo ci sembra abbondantemente superato. Il 27 gennaio e il 10 febbraio hanno uno scopo: conoscere per non dimenticare. La memoria è come un giardino, va curata. Per oltre 50 anni è calato l’oblio sulla tragedia legata ai martiri delle foibe. Purtroppo ancora oggi una certa sinistra cerca di giustificare quei fatti o che addirittura le nega. Ci auspichiamo che anche in Italia venga istituito il negato del negazionismo sulle atrocità del comunismo”.

L’intervento del capogruppo di Lucca Futura Gabriele Olivati ha invitato a riflettere sulla necessità di preservare la memoria: “Nessuno vuole sminuire niente e invito la maggioranza a riflettere sui timori che questo accorpamento del consiglio comunale ha portato”. Per il consigliere Fdi Diego Carnini è necessario far cessare le “strumentalizzazioni”: “Io – ha detto – sono fiero di sostenere questa maggioranza. Oggi siamo qui a condannare due tragedie e vogliamo continuare a coltivare la memoria con iniziative rivolte alle scuole e ai giovani studenti”. Valentina Simi (capogruppo Lucca Civica-Volt-Lucca è popolare) lancia un interrogativo: “Perché accorpare togliendo tempo e luce a due tragedie? Due date distinte servono per ricordare due eventi diversi. Non si compara il numero delle vittime e il dolore. La storia si ripete e per questo dobbiamo ricordare, ma oggi non lo abbiamo fatto al meglio. Questa non è stata la scelta migliore”. Per Nara Nicodemo (Fdi): “È fondamentale ricordare e capire come sia stato possibile arrivare a certi orrori con indifferenza o addirittura sostegno da parte della cittadinanza affinché non si ripetano più”.

La parola è passata poi a Ilaria Vietina (capogruppo di Lucca è un Grande Noi): “Stasera stiamo dando un messaggio ambiguo. Con le parole diciamo una cosa, con i fatti un’altra. Non dobbiamo accettare di sminuire le due giornate accorpandole in un unico consiglio comunale. Una scelta che mi preoccupa perché il consiglio comunale è un punto di riferimento per la città: noi non vorremmo che nelle scuole, per esempio, mettessero insieme argomenti così diversi senza il giusto tempo per approfondirli. Nessun storico potrebbe sostenere la decisione di accorpare queste due giornate. Dobbiamo prendere sul serio il lavoro degli storici. Il pericolo più grande è l’oblio e noi dobbiamo avere una coerenza tra quello che si dice e quello che si fa. Oggi c’è stata incoerenza rispetto alle promesse e le intenzioni dichiarate. Chiedo al Consiglio di meditare e riflettere”.

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Elvio Cecchini (Lista Civile) ha sottolineato che: “il compito del Consiglio non è quello di scrivere testi di storia, ma riflettere su ciò che è accaduto e mantenere la memoria. Tanti oggi non sanno quello che stanno facendo, citando Hannah Arendt. L’idea di celebrare il giorno della memoria e del ricordo in un’unica seduta non vuole sminuire due tragici eventi che hanno ragioni e dinamiche diverse, ma è un’occasione di riflessione sulla genesi del male. Il nostro intento non ha tenuto conto della possibile strumentalizzazione, che poi la minoranza ha subito colto”.

“Oggi sarebbe dovuta essere un’occasione per fare silenzio, ascoltare e riflettere – è convinto il consigliere Lorenzo Del Barga, di Difendere Lucca -. Davanti al sacrificio di vittime innocenti andava tenuta fuori la strumentalizzazione politica. Nessuno vuole equiparare due tragedie, ma il consiglio congiunto voleva spingere ad una riflessione su ciò che è riuscito a fare l’uomo solamente nel secolo scorso. Purtroppo devo constatare che quando si tocca il giorno del ricordo c’è sempre un po’ di giustificazionismo. Teniamo fuori la strumentalizzazione politica quando si parla di questi eventi. Davanti ai morti lasciamo la polemica politica da parte”.

Sulla stessa linea Marco Santi Guerrieri (Lucca 2032), che attacca il comunicato dell’Anpi: “Non nomina il massacro degli italiani, gli infoibati. Ricordare la tragedia delle foibe non è nostalgia del fascismo. Quello dell’Anpi è un comunicato aberrante”. La replica di Enzo Alfarano (Pd) non si fa attendere: “Stasera parliamo di due tragedie che hanno interessato il secolo scorso. Piuttosto che accorpare, è meglio moltiplicare e dedicare una giornata ad ognuna delle due ricorrenze”.

Nel suo intervento sindaco Mario Pardini ha cercato di gettare acqua sul fuoco delle polemiche chiarendo la posizione dell’amministrazione: “Voglio ringraziare tutte le persone intervenute questa sera e tutti i consiglieri per i toni abbastanza pacati. La nostra maggioranza non si deve vergognare di niente. Non so se sia stata la cosa giusta fare un consiglio accorpato, come ho già detto in prefettura. L’idea di farlo accorpato è nata dai consiglieri, scelta avvallata dal sindaco naturalmente, ma voglio sottolineare che abbiamo celebrato il 27 gennaio senza se e senza ma. La verità è questa. Non è vero che in tutta Europa viene celebrato il giorno della memoria tranne che a Lucca. L’importante è parlare del giorno della memoria, il fine ultimo è parlarne con convinzione davanti alla città nei luoghi che si reputano ideali. Lucca ha pensato di celebrare il giorno della memoria in altre maniere al di fuori del consiglio comunale. Io sono andate nelle scuole, ho scritto anche una lettera agli studenti. Non c’è stato nessun giorno del silenzio. Il fine ultimo è commemorare entrambe le date che dovrebbero unire. Purtroppo con i cittadini fuori a palazzo Santini è stato un dialogo tra sordi. Noi, ripeto, porteremo avanti i valori dell’antifascismo. Problemi all’interno della maggioranza? Non è vero e non l’ho mai detto, questa cosa non sta né in cielo né in terra”.

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Sul finale la stoccata del capogruppo Pd Francesco Raspini: “Sono abbastanza (da un lato) contento da ciò che è avvenuto questa sera perché finisce la narrazione del sindaco di tutti e che vuol riunire la città. Ogni critica a voi non è una strumentalizzazione, noi rappresentiamo una pezzo dell’opinione pubblica di questa città e vi avevamo comunicato che questo consiglio accorpato avrebbe diviso e creato polemiche. Questa è un’operazione politica e lo si capisce dall’esordio sul comunismo. Noi abbiamo deciso di venire per onorare le due giornate, ma signor sindaco nella sua maggioranza c’è chi questo atteggiamento non lo ha avuto”.

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