Buchignani: “La vittoria alle elezioni non significa che la destra sovranista diventi forza democratica”

22 giugno 2024 | 19:29
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Buchignani: “La vittoria alle elezioni non significa che la destra sovranista diventi forza democratica”

Lo storico: “La Meloni? In Fratelli d’Italia non si nota alcun segno di evoluzione liberale”

Chi vince le elezioni, purché si siano svolte in modo corretto, è, giustamente, legittimato a governare. Lo è dunque anche la destra nazionalista, sovranista e neofascista. Questo significa che la vittoria elettorale ha fatto diventare democratiche forze che non lo sono e, di conseguenza, siamo al riparo dal pericolo di derive autoritarie? Niente affatto”. Ne è convinto Paolo Buchignani, storico e scrittore, già docente di storia contemporanea all’Università per Stranieri di Reggio Calabria e socio ordinario dell’Accademia lucchese di Scienze, Lettere e Arti.

Hitler, nel 1933, vinse le elezioni e in tre mesi instaurò la dittatura spietata che conosciamo – prosegue Buchignani -. Anche Mussolini andò al potere in modo legale (fu nominato dal re capo del governo nell’ottobre 1922), ma poi, dopo tre anni e violenze di ogni tipo (l’assassinio di Giacomo Matteotti non fu certo un fatto isolato), il 3 gennaio 1925 dichiarò la nascita della dittatura. Venendo all’oggi: la fascista Marine Le Pen e i neonazisti tedeschi di Afd sono diventati democratici perché hanno clamorosamente aumentato i loro voti alle recenti elezioni europee? Ma vogliamo scherzare? E Giorgia Meloni? Anche lei, già al governo in Italia, è uscita vittoriosa dalle urne e, sul piano internazionale, si muove abilmente per conquistarsi una patente democratica e rassicurante. Ma sappiamo bene che la cultura politica del suo partito è quella del neofascista Msi (fondato dai reduci di Salò) di cui orgogliosamente conserva nel simbolo la fiamma”.

“E, quel che è peggio – prosegue Buchignani -, è non si vedono segni di una evoluzione liberale e democratica di FdI, dal momento che Gioventù Nazionale, il movimento giovanile meloniano, e dunque la futura classe dirigente di quel partito, ribolle di idee, simboli, riti e slogan inequivocabilmente fascisti e nazisti, come ha dimostrato (ma già si sapeva) la recente coraggiosa inchiesta di Fan Page. E l’ostinazione di Giorgia nello stravolgere la Costituzione a colpi di maggioranza, riducendo all’impotenza i presidi della democrazia quali il Parlamento e il presidente della Repubblica, è una dimostrazione di democraticità o non piuttosto il segno inquietante di una vocazione autoritaria? E l’andare a braccetto con l’ungherese Orban, che teorizza e pratica in Ungheria la ‘democrazia illiberale’ (definizione sua), cioè la dittatura, ci lascia tranquilli? E l’alleanza con Salvini, che cerca di scavalcarla a destra, candidando l’orribile Vannacci, tifando per il golpista e aspirante dittatore Donald Trump e intruppandosi con il peggior estremismo di destra europeo, neofascista e neonazista?”.