Bianucci: “Lucca Libri e Ubik chiuse, la città dovrebbe avviare una riflessione”

Il consigliere di Sinistra Civica Ecologista: “Siamo tutti maggiormente poveri: di spazi a disposizione per trovarci, riflettere, costruire comunità”
“Lucca Libri e Ubik hanno chiuso e non possiamo permetterci che tutto ciò avvenga nel silenzio”. È il consigliere comunale del centrosinistra Daniele Bianucci ad intervenire sulle saracinesche chiuse delle due librerie cittadine.
“Quando muore una sua libreria, la città dovrebbe avviare una riflessione; quando a chiudere i battenti ne sono due in una manciata di settimane, porsi degli interrogativi diventa secondo me necessario – spiega Bianucci – Due realtà culturali (prima la Ubik e, adesso, Luccalibri), che per anni hanno arricchito il nostro territorio, oggi non ci sono più, e siamo tutti maggiormente poveri: di spazi a disposizione per trovarci, riflettere, costruire comunità; della forza di due donne imprenditrici, coraggiose e preparate; di occasioni per scegliere strumenti e modi per approfondire, conoscere, sognare”.
“Dicevamo che il Covid ci avrebbe reso migliori, e invece non riusciamo ancora a coglierne con lucidità le conseguenze, che viviamo piuttosto come dati di fatto estemporanei che non abbiamo altra possibilità che accettare passivamente – prosegue Bianucci – Dovremmo essere maggiormente presenti a noi stessi, soprattutto come collettività, perché se fatti del genere ci passano sopra la testa come niente fosse, allora la speranza si fa più flebile e le luci si spengono veloci. Chissà che questi libri che ci scappano dalle mani diventino allora un’opportunità: di pensare diverso, di far prendere il largo ad un’alternativa, di stringerci le mani gli uni con gli altri per invertire la rotta. Tutto ciò è difficile, tutto ciò è urgente”.