Apuane e usi civici, quattro associazioni propongono: “Il Pit sia modello di nuovi stili di vita”

18 ottobre 2014 | 17:09
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Apuane e usi civici, quattro associazioni propongono: “Il Pit sia modello di nuovi stili di vita”

Il piano paesaggistico regionale? Può essere positivo se attuato come una sorta di work in progress. Tra le tante osservazioni presentate al Pit ve ne anche una che cerca di dare un contributo “in positivo”, ponendosi da un altro punto di vista, quello dello sviluppo strategico, della gestione e dell’attuazione in termini paesaggistici della legge stessa. Questa osservazione è stata proposta da quattro associazioni che si rapportano direttamente al paesaggio per una sua protezione costruttiva e propositiva, ovvero da Associazione Centro Cervati per gli usi civici, Atelier dei paesaggi Mediterranei, Gruppi di Ricerca-Azione Grasp, Movimento Salviamo le Apuane. 

“L’osservazione – spiegano gli ideatori – propone di elaborare una modalità di intervento paesistico che vada oltre alle modalità della pianificazione urbanistica o a quelle della pura conservazione del bene, per sviluppare quelle di una elaborazioni di nuovi modi di vivere il territorio, prodotti da Comunità consapevoli e creative, attraverso appunto progetti di paesaggio” .
Secondo le associazioni le modalità per affrontare la problematica da questo punto di vista sono già contenute nel Pit stesso. E’ tuttavia necessario, secondo i promotori, riorganizzare il tutto “valorizzando il prezioso lavoro conoscitivo e interpretativo delle analisi del Pit, sia aumentando il raggio di azione dell’importante acquisizione dell’idea di progetto di paesaggio e di territorio che nella legge esiste, ma entro precise delimitazioni, e che può essere invece assai più esteso e generalizzato. Naturalmente questa estensione comporta forti conseguenze di riorganizzazione complessiva della legge stessa, e comporta un inserimento di tutte le tematiche partecipative che possono fiorire proprio nella fase delle necessarie strategie attuative e gestionali dei luoghi e dei territori, con le comunità che li abitano e che ci vivono, in un ritrovato rapporto, economia/comunità/ambiente di vita, determinando una relazione che è l’essenza stessa del Paesaggio, secondo la Convenzione Europea”.