Una mozione per i precari di scienze della formazione proposta da Staccioli (FdI)

E’ stata approvata in consiglio regionale all’unanimità la mozione della consigliera di Fratelli d’Italia Marina Staccioli con cui si chiede al governo di sanare la situazione dei laureati in scienze della formazione rimasti fuori dalle graduatorie per l’insegnamento , dal momento che il loro corso di studi non era più ottemperante alla nuova legge per accedere all’insegnamento. “Purtroppo dovranno ancora aspettare, ma intanto abbiamo mosso il primo passo nella direzione giusta e magari dal prossimo anno scolastico, con un po’ di buona volontà da parte di tutte le istituzioni, qualcosa sarà cambiato”. Appare ottimista Marina Staccioli. “La situazione al momento è davvero assurda – continua Staccioli – e decisamente ingiusta. Per quanto riguarda la formazione, i concorsi e le abilitazioni per accedere alla professione di insegnante, praticamente ogni anno in Italia vengono cambiate le carte in tavola. I meccanismi che vengono messi in atto sono quasi criptici, tanto che risultano complessi e astrusi e spesso vanno a privilegiare alcune categorie rispetto ad altre o i laureati a scapito degli abilitati o di chi ha maggior punteggio nelle graduatorie o viceversa. Con il risultato – conclude Staccioli – che chi ha intrapreso un determinato corso di studi con l’obiettivo dell’insegnamento poi rischia di trovarsi escluso proprio dalle graduatorie che gli permetterebbero di intraprendere l’agognata professione.”
La vicenda è abbastanza nota, alcuni laureati di scienze della formazione (la facoltà che al momento permette di accedere alle graduatorie per l’insegnamento), si sono visti precludere l’inserimento nelle graduatorie perché nel frattempo era stata approvata una nuova legge che appunto cambiava le regole.
“Con la nostra mozione abbiamo chiesto che la giunta regionale intervenga presso il governo per sanare la situazione penalizzante in cui si sono venuti a trovarsi laureati e studenti di Scienze della formazione, laureatisi o iscritti, prima della riforma del corso avvenuta nel 2012. A causa della riforma e nonostante il titolo conseguito – ha spiegato Staccioli – a queste persone o è negato l’accesso alle graduatorie o è possibile solo l’accesso alla seconda fascia (quella caratterizzata dalla precarietà degli iscritti ndr). Abbiamo quindi chiesto di sanare una volta per tutte questa situazione trovando soluzioni che premino la meritocrazia ed il valore della formazione. Inoltre – conclude Staccioli – con l’attuale situazione l’Italia rischierebbe anche una sanzione da parte della corte di giustizia dell’unione europea a causa della violazione della direttiva legata alla stabilizzazione dei precari”.