Riforma sanità, in consiglio regionale le critiche di Democrazia Diretta e Ncd

“L’accorpamento delle Asl toscane non è altro che l’ennesima riforma per finta. Andiamo verso lo smantellamento del sistema pubblico in favore di lobby private”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) nell’ambito della discussione in aula sulla riforma del sistema sanitario toscano. “La sanità è stata trasformata in una macchina per fare soldi a vantaggio di pochi. E i cittadini ci rimetteranno in termini di riduzione dei servizi e aumento dei costi. I risparmi annunciati, infatti – prosegue il consigliere – non si verificheranno”. “Il taglio delle spese derivante dall’accorpamento delle Asl – aggiunge Chiurli – è completamente azzerato dal costo prodotto dai tre commissari, dai 12 vicecommissari e dai consulenti esterni che saranno assunti nella prima fase di transizione. Inoltre, la maggior parte di coloro che rivestivano figure apicali nelle aziende locali torneranno a fare il proprio lavoro all’interno del sistema sanitario. Tradotto: resteranno sul nostro libro paga”.
“Lo abbiamo visto con il caso delle tre Estav: di tre ne abbiamo fatta una e siamo riusciti a spendere più di prima. Anche in questo caso – sottolinea il consigliere – non si parla di razionalizzazione del sistema, ma di un valzer di poltrone”. “I primi a farne le spese, invece, saranno fin da subito coloro che lavorano in sanità: già annunciati prepensionamenti, riduzione del comparto e altri strumenti di contenimento della spesa per il personale. Ci avviamo verso l’ennesima esternalizzazione dei servizi sanitari, ad opera di una amministrazione che si professa di sinistra. E le liste d’attesa lunghe mesi o anni per effettuare analisi e interventi – conclude Gabriele Chiurli – rappresentano solo il primo strumento per spingere i cittadini ad abbandonare il pubblico per il privato”.
Polemico anche l’intervento di Alberto Magnolfi (Ncd): “Questo spettacolo pirotecnico da strapaese al quale la giunta regionale sta costringendo il Consiglio nelle ultime settimane della legislatura, è destinato a creare tanto rumore ma ben pochi risultati per i toscani – ha commentato – Anche sulla sanità, quella proposta dalla giunta non è una riforma, ma – a benvolere – una modesta riorganizzazione o, tutt’al più – come è stata definita dagli stessi banchi della maggioranza – un ponte verso l’ignoto. Una riforma, infatti, è tale se affronta i nodi fondamentali e strutturali (come le liste d’attesa). Se ha il coraggio di affrontare le domande difficili e correggere le storture, le carenze del sistema. È ovvio che nella sanità toscana vi sono eccellenze, grande merito e grandi valori per quanto attiene gli operatori sanitari che certamente Ncd vuol tutelare e difendere. Ma se si vuol parlare di una riforma si deve avere il coraggio di affrontare i difetti veri: l’eccessiva burocratizzazione, il controllo politico, la sostenibilità economica e finanziaria. Insomma bisogna avere il coraggio – che questa legge non ha – di aggredire la struttura del modello. Invece di tutto ciò, sul fronte del controllo politico la nuova riorganizzazione introduce la figura assai “inquietante” e di diretta emanazione del presidente della giunta del mega-direttore di area vasta. Una figura che quindi risponde solo al capo rendendo persino irrilevante la funzione dell’Assessore: per legge il responsabile politico che dovrebbe rispondere al Consiglio. Tutto questo è assolutamente inaccettabile. Come è inaccettabile il silenzio della giunta di fronte a certe “accuse” mosse dai banchi del Consiglio in ordine a questioni ed aspetti molto rilevanti che incidono direttamente sui conti, sulla gestione economico-finanziaria della sanità e sulla trasparenza amministrativa. Se nella giunta siedono – come ritengo – uomini e donne d’onore, essi hanno il dovere istituzionale e politico di rispondere e smentire alle accuse circostanziate che sono state mosse. Quindi questa modesta riorganizzazione della sanità (come molti dei provvedimenti che arriveranno in aula: PitT, Piano paesaggistico ecc.), più che un ponte, assomiglia ad un’arcata utile solo a scavalcare le elezioni e rinviare sine die ogni cambiamento e riforma seria”.