Donzelli (Fdi): “Sulla vicenda Chil non ci fermiamo, porteremo le carte in procura”

7 ottobre 2015 | 14:45
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Donzelli (Fdi): “Sulla vicenda Chil non ci fermiamo, porteremo le carte in procura”

La vicenda Chil, che coinvolge Tiziano Renzi, il padre del presidente del Consiglio finirà in procura. Questo è quanto ha annunciato il consigliere di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli dopo la risposta dell’assessore regionale Stefano Ciuoffo alla nuova interrogazione sulla garanzia concessa da Fidi Toscana all’azienda della famiglia del premier.

 “Fidi Toscana Spa non ha proceduto all’immediato pagamento della liquidazione della perdita, poiché sono intercorsi i tempi necessari ad acquisire informazioni circa le variazioni intercorse e la loro segnalazione alla stessa Fidi Toscana”, ha detto lassessore. Le motivazioni di tale superamento sono state sintetizzate da Ciuoffo riportando la cronologia degli eventi, relativi alla liquidazione della perdita, arrivando a delibera del Cda di Fidi del 31 luglio 2013. E, scorrendo le diverse domande, arrivando al quesito “se esponenti politici legati al Partito democratico, al governo nazionale e/o alla Regione Toscana sono intervenuti con pressioni presso componenti o dirigenti di Fidi Toscana per superare le circostanze che avevano sospeso il pagamento”, l’assessore è stato categorico nel ribadire il no, così come ha negato che ci siano stati altri casi di società o privati cui è stata sospesa o modificata la garanzia in seguito a cambiamenti societari tra soci femminili e maschili o tra giovani e adulti.  Donzelli ha anche chiesto conto della celere attivazione da parte di Regione e Fidi dopo l’interrogazione di Fdi risalente allo scorso gennaio: “L’interrogazione consiliare è stata certamente lo spunto per riflettere, alla luce delle norme del regolamento, se le variazioni che hanno interessato la Chil Post fossero o meno sanzionabili. Le conclusioni degli uffici si sono infine tradotte nella richiesta del 5 maggio rivolta a Fidi di revocare alla Chil non la garanzia, ma l’aiuto di Stato insito nella garanzia, cioè la sua gratuità – ha spiegato – perché l’azienda non è più toscana e quindi non può beneficiare di un aiuto concesso dalla Regione con risorse proprie da dedicare alle Pmi toscane”.
“Ringrazio l’assessore Ciuoffo per la schiettezza e correttezza – ha replicato il consigliere Giovanni Donzelli – Prima potevo pensare che la Regione e Fidi fossero stati un po’ superficiali, una sorta di mondo di sbadati, ma ora, grazie alla risposta alla mia interrogazione, posso dire che l’escussione di questa garanzia non ha rispettato il regolamento”. E adesso le carte passeranno ai magistrati: “Stando alla ricostruzione ufficiale della Regione Fidi Toscana si era accorta che l’impresa Chil della famiglia Renzi era diventata da maschile a femminile e si era trasferita dalla Toscana alla Liguria e per questo aveva sospeso la procedura di erogazione del mutuo. A quel punto la Bcc di Pontassieve – che ha concesso il mutuo grazie al parere di Marco Lotti, padre di Luca Lotti, sottosegretario del governo Renzi – ha fornito i documenti che lo dimostravano e sulla base della quale oggi la stessa Fidi, con il parere della Regione, ha chiesto alla banca la revoca della garanzia attraverso il curatore fallimentare”. “E’una vicenda su cui ci sono troppe ombre – prosegue Donzelli – bastava leggere la carta di concessione del mutuo alla Chil per notare che era stata firmata da Tiziano Renzi come rappresentante di un’azienda che aveva il diritto ad una agevolazione per imprese femminili. Ci sono troppi fattori sulla base dei quali non crediamo che si tratti di un caso, partendo dal fatto che uno dei fondatori di Fidi Toscana è Alberto Bruschini, zio di Francesco Bonifazi renzianissimo tesoriere del Partito democratico. Ora – conclude Donzelli – saranno i magistrati a decidere cosa fare sulla base dei documenti che consegnerò loro”.