
L’aula ha approvato all’unanimità la legge che stabilisce il divieto di cumulo tra i vitalizi maturati dai consiglieri regionali ed eventuali altri vitalizi erogati dal parlamento nazionale, dal parlamento europeo o da altri consigli regionali. Respinta invece a maggioranza la proposta di legge per l’abolizione delle indennità di funzione presentata da Movimento 5 stelle e Sì Toscana (si è astenuta la Lega Nord; voto contrario personale del portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi).
La lunga relazione all’aula di Giacomo Bugliani (Pd), presidente della commissione affari istituzionali, ha illustrato i vari, delicati, aspetti tecnico giuridici che hanno permesso di portare al voto la legge che sancisce il divieto di cumulo tra i vitalizi. Un testo che, come ha detto Bugliani, se da un lato porta “un contributo fondamentale per il contenimento dei costi della politica”, dall’altro ha richiesto una “elaborazione di concerto” tra la I commissione e gli uffici legislativi, in merito a profili costituzionali e di coerenza con la legislazione regionale.
Le leggi regionali 85/2012; 47/2013; 86/2014 hanno infatti rispettivamente soppresso gli assegni vitalizi a partire dalla decima legislatura, quella in corso; introdotto una disciplina restrittiva per l’età necessaria a conseguire il vitalizio (da 60 a 65 anni) comunque limitandolo a chi ha raggiunto il livello minimo di contribuzione di 5 anni. Per il divieto di cumulo però, ha chiaro Bugliani, si sono dovuti affrontare dubbi relativi alla natura di “diritti quesiti” dei vitalizi (diritti soggettivi maturati); del diritto di opzione (la legislazione nazionale definisce irrinunciabili i vitalizi di parlamentare), al concetto stesso di “indennità di carica differita” rispetto a quello di “trattamento pensionistico”.
Con la normativa approvata, ha spiegato dunque il consigliere, è prevista la cessazione dell’erogazione dell’assegno vitalizio regionale in caso di “fruizione di analogo istituto”, nonché la sospensione del vitalizio qualora il percettore sia rieletto alla carica di consigliere regionale e al parlamento europeo, o nazionale, o al consiglio regionale di altra Regione o nominato componente di giunta regionale.
La legge sui vitalizi è stata discussa congiuntamente con la proposta di abolizione di indennità di funzione avanzata dal M5S e da Sì Toscana. Gabriele Bianchi (M5S), dichiarandosi “assolutamente favorevole” al divieto di cumulo, ha ricordato: “La nostra proposta è di eliminare totalmente i vitalizi”. Claudio Borghi, pur ricordando che “esistono cose più urgenti”, ha riconosciuto che “si arriverà ad un risparmio” e anche “ad evitare una cosa difficilmente giustificabile, ovvero il doppio vitalizio”. Borghi ha ricordato il principio per cui “anche per il cittadino comune non c’è diritto di ricevere oltre i contributi versati; mi auguro che si arrivi al sistema contributivo anche per i parlamentari”. Il portavoce ha quindi affermato che, riguardo all’eliminazione dell’indennità di funzione, il suo gruppo di astiene, ma lui è “contrario da sempre”. Non è con il taglio allo stipendio che si può “risolvere l’incapacità della politica”. Bisogna piuttosto favorire al massimo “i controlli dei cittadini sull’operato degli enti”, ma senza “impedire l’accesso alla politica di alte professionalità”, che potrebbero fare molto bene per la causa comune.
Tommaso Fattori, capogruppo Sì-Toscana a sinistra, ha riaffermato il favore del suo gruppo per il principio del divieto di cumulo, parlando di “buon senso”, ma anche di “ritardi nella battaglia contro il vitalizio così come inteso fino ad oggi”. Il capogruppo Pd Leonardo Marras, ha definito giusto il divieto di cumulo, perché “ci sono provvedimenti dal sapore della demagogia e altri dal sapore dell’equità”. Per contro, riguardo alle indennità di funzione, “deve esserci autonomia, indipendenza e giusto compenso”. “Non è vero che in consiglio tutti i consiglieri svolgono le stesse funzioni e hanno le stesse responsabilità”. Il consigliere, ha ricordato che “il movimento 5 stelle farà bene a sostenere le ragioni della modifica costituzionale in atto, proprio nella direzione della riduzione effettiva dei nostri compensi”. Giovanni Donzelli (Fdi), ha parlato del doppio vitalizio come “un privilegio inaccettabile”, annunciando invece l’astensione nel voto sul divieto di indennità aggiuntiva. “È un errore considerare i politici tutti uguali: se il nostro lavoro ha un senso, il compenso deve essere calibrato delle attività svolte. Se poi, invece, si dice i politici sono inutili, allora anche un euro al mese è troppo”. Donzelli però ha chiarito di non essere “contrario ad una maggiore sobrietà negli indennizzi”, invitando i 5 stelle a “una proposta che calibri qualità e quantità del lavoro svolto dai politici”. C’è poi un altro punto: “Se si abbatte il finanziamento pubblico ai partiti, se si vogliono eletti senza stipendio, o con lo stipendio di un operaio, chi la fa la politica alla fine? E nell’interesse di chi? Io vorrei che la facessero i migliori, nell’interesse del popolo”.
Gabriele Bianchi (M5s) ha precisato che l’abrogazione dell’indennità di funzione “non mette in gioco la libertà di nessuno”, ma vuol solo sottolineare l’opportunità di una diminuzione dello stipendio. Ha accolto favorevolmente la proposta di Donzelli di approfondire l’aspetto della efficienza dei politici eletti.