Riforma della sanità, proposto lo stralcio di 56 articoli

19 dicembre 2015 | 17:20
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Riforma della sanità, proposto lo stralcio di 56 articoli

“Fatte le verifiche sulla conciliabilità degli obiettivi politici”, che “obiettivamente non si è attuata”; rilevato “in queste ore, quali effetti deriverebbero dalla mancata approvazione della legge”, “rischi troppo grandi per il sistema e l’ organizzazione sanità”, il capogruppo del Pd, Leonardo Marras ha presentato all’aula la proposta di stralcio degli articoli dall’80 al 135 e dell’articolo 143 della pdl n.33, sottoscritta anche dal presidente Enrico Rossi. Dentro la proposta, ha spiegato il capogruppo, “l’interesse generale che va salvaguardato”, il “diritto di raggiungere il risultato” e la necessità di “farci carico del governo” e “di garantire stabilità del sistema e certezza della tenuta”. La proposta è stata approvata con i voti del Pd, contrarie le opposizioni.

Il voto è stato preceduto da un articolato dibattito. Stefano Mugnai (Fi), vicepresidente della commissione sanità, ha affermato che “si lacera ogni ulteriore velo di ipocrisia di questi giorni”. “Il vostro obiettivo era solo impedire il referendum e per questo avete fatto una legge frettolosa e fatta male, con contenuti risibili”. “Ci avete accusati di fare ostruzionismo senza confrontarci sui contenuti – ha continuato rivolto ai banchi pd – invece vi ‘autocangurate’ tagliando più di un terzo delle norme, il che la dice lunga sull’opinione che avete su questa legge”. Il consigliere ha rivendicato “lavoro, sforzo, fatica” a fronte, “semplicemente, della finalità di impedire ai cittadini toscani di esercitare un diritto costituzionale: non vi interessa portare avanti un vostra idea legittima sulla sanità toscana”. Per Mugnai “oggi si scrive una delle pagine più basse per la maggioranza che governa la Toscana”. Secondo Claudio Borghi, portavoce dell’opposizione, questo “è un giorno di festa per la Toscana”, perché “fa segnare la nascita di un’opposizione in questa regione, che finora ha goduto di un clima connivente”. “Da oggi si dimostra che c’è un’opposizione, che volendo può fare il suo mestiere”. Anche da Borghi il richiamo del referendum, posto che “l’unico scopo era farlo saltare; ma di cosa avete paura, perché non volete far esprimere i cittadini?”. Borghi si è detto “orgoglioso di tutte le forze che compongono l’apposizione, hanno tenuto una posizione unitaria di fronte a un’ingiustizia”. “Celebrare il referendum è un nostro diritto”, è in atto un attacco alla democrazia diretta. Lo ha detto Tommaso Fattori, Si, rimarcando che la legge in discussione è rivolta essenzialmente a creare 3 aree vaste, consentire tagli di medici e infermieri e permettere di concentrare il potere decisionale nelle mani di pochi. Cassare i 53 articoli significa “indebolire la potestà legislativa di questo consiglio”. Fattori ha rivendicato alle opposizioni di aver “discusso finora nel merito” e di aver presentato emendamenti “di contenuto; la parte dell’ostruzionismo, tecnicamente, non è ancora arrivata”. L’ultimo punto riguarda gli uffici: “hanno ricevuto le firme referendarie quasi un mese fa e sono stati fatti lavorare a rilento, volutamente”. Invece di rispettare i cittadini toscani, con lo stralcio proposto “si decide di saltare l’ostacolo”. “Questa è una sconfitta di tutto il Consiglio e questa proposta si rende monca la riforma. Decidete di andare avanti e di negarvi ad un confronto referendario”. Così Andrea Quartini (M5S) che ha ricordato come “in questi giorni abbiamo lavorato per migliorare la vostra legge, entrando nel merito di ogni articolo per cercare di dimostrare che questa complessità era peggiorativa, che serviva solo ad aumentare i tagli, a pareggiare il bilancio e non per dare risposte ai bisogni”. “Il vostro obiettivo – ha continuato rivolto al Pd – era solo evitare il referendum. Capisco che poteva mettere in difficoltà il sistema ma c’era la possibilità di fare una riforma diversa. Una riforma che non ha avuto nemmeno il tempo di essere discussa adeguatamente, qui e in commissione. Pur restando nel merito e nei contenuti, ci siamo ritrovati a fare una maratona non ostruzionistica. È un giorno di dolore democratico”, ha concluso. “Continueremo ad essere qua, continueremo a lavorare” ha dichiarato Gabriele Bianchi (M5S) ricordando, tra l’altro, l’articolo 75 della Costituzione, ossia quello sul referendum popolare: “dovrebbe condurci e dovrebbe essere il faro secondo il quale procedere”. “Nonostante una maggioranza con una legge pessima, nonostante il tentativo di una forzatura del regolamento, l’opposizione ha dato un bel segnale: si può fermare questo Pd, una brutta copia del Governo” ha dichiarato Paolo Sarti (Sì). “Quello che sta accadendo è un brutto esempio di democrazia ma possiamo fermarvi. Se volete stralciare 50 articoli, vuol dire che la legge era una farsa, la farete poi con comodo. La verità è che avete paura della gente e di quello che potrebbe dire e questa non è democrazia” ha concluso. “Avete scelto di salvaguardare la poltrona ammainando la legge con cui Rossi si è ripresentato dopo 5 anni da presidente e dopo 10 da assessore”. Così Giovanni Donzelli (FdI) che ha parlato di manovra “salta referendum” e di un “paradosso: stralciate le vostre leggi, modificate le vostre leggi, siete sempre voi. Non riuscite a fare una legge per i cittadini perché non vi interessa la sanità”. Il consigliere ha comunque denunciato che al voto c’è una legge “che neanche la commissione sanità ha avuto il tempo di discutere come meritava”; ha accusato la maggioranza di “non aver nessuna dignità politica”, ha definito la legge 33 – oggi da riformare con la legge al voto (n.28) – “un ciambellone di poteri”. Il capogruppo Leonardo Marras (Pd) ha comunque ribadito che “L’azione di governo non si arresta”. Quindi ha sottolineato la capacità mostrata dal gruppo, “con compattezza e voglia di decidere, senza rifiutare il confronto”. In sanità, ha continuato, “siamo condannati a cambiare, perché la realtà sta cambiando”. Marras ha parlato di “un investimento politico: è una delle leggi più importanti del mandato”. Anche secondo Enrico Cantone (M5S), stralciare oltre 50 articoli è un “tentativo per evitare il referendum e per non tener conto di 55mila cittadini che hanno chiesto di dire la loro”. “Oggi ho capito che lo scopo del Pd era evitare di dar voce ai cittadini. Con questo stralcio il partito di maggioranza ha perso la battaglia di riformare la sanità. Oggi nasce un’alternativa, forse una nuova opposizione” ha dichiarato Marco Casucci (Lega).
“Oggi il Pd ha asfaltato la democrazia, siete stati bravissimi, maestri di art attack”. Così Jacopo Alberti (Lega) che ha continuato ad esprimere un giudizio molto negativo alla riforma che “appesantisce l’apparato e aumenta i costi del sistema”. “Pensare di poter realizzare una legge con uno stralcio non è ammissibile” ha detto Irene Galletti (M5S). “Gli articoli stralciati sono strettamente legati a quelli già approvati e il corpus normativo è gravemente compromesso”. Dal presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli (Pd) è arrivata l’esortazione a non ridurre tutto in termini politici: “La distanza politica che ci divide è evidente ma si riconosca che qualcosa è stato fatto. Il nostro – ha detto – è stato un atto di legittima difesa che è un paradosso per la democrazia”. “Il Pd – ha continuato – ne esce a testa alta, compatto e unito. Ci assumiamo tutte le responsabilità del caso consapevoli di essere stati eletti dai cittadini”. “Questo è un Pd dittatoriale” a cui non importa niente della democrazia, ha esordito il capogruppo M5S Giacomo Giannarelli. “Dovete assumervi tutte le responsabilità del caso dentro questo palazzo e fuori” ha detto annunciando un “clima diverso: se dovrà essere una prova di forza, la faremo. Saranno cinque anni come queste ultime 70 ore”.
La proposta di stralcio presentata dal capogruppo Pd Leonardo Marras che il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza con il voto contrario delle opposizioni, prevede lo stralcio di 57 articoli (dall’80 al 135 e l’articolo 143) della legge di riordino del sistema sanitario. Gli articoli stralciati verranno riportati in aula a gennaio, “entro trenta giorni dall’approvazione” ha assicurato il presidente Enrico Rossi. Le disposizioni stralciate attengono, principalmente, alla revisione dell’organizzazione di alcuni organismi (Consiglio sanitario regionale, Commissione regionale di bioetica, Commissione terapeutica regionale, comitati etici). E anche a interventi di mero adeguamento delle norme sull’assistenza farmaceutica, sull’Agenzia regionale di sanità (Ars); delle norme riferite all’Estar, in materia di contabilità e della normativa sull’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo).