Fiom Cgil: “109 vittime sul lavoro in un anno, è una guerra silenziosa”

Terza regione in Italia nel 2015 per vittime sul lavoro: 109 decessi in un anno in Toscana, dietro Lombardia e Campania. Firenze la provincia più colpita della regione con 22 vittime, 8 delle quali decedute a seguito di un infortunio in itinere.
Seguono: Pisa e Lucca con 16, Arezzo a quota 13, Grosseto con 11, Livorno 10, Siena 8, Massa Carrara 7, infine Prato e Pistoia 3. “Una guerra silenziosa, drammatica e senza fine continua imperterrita: quella delle morti sul lavoro – dice Massimo Braccini, segretario generale della Fiom Toscana – Una strage che si sta perpetrando nei luoghi di lavoro e che segna il grado di civiltà di un paese. I dati relativi sul lavoro in Toscana confermano la gravità di questo fenomeno e la profondità del suo radicamento nel tessuto produttivo. Poi vi sono le malattie professionali, le invalidità permanenti, gli infortuni e l’amianto che continua a mietere vittime anche a distanza di tempo dall’esposizione”. Nella nota Braccini sottolinea come la precarietà, l’assenza di salari equi e una competizione tutta basata sull’abbassamento dei costi e salari equi, fa venir meno la sicurezza sul lavoro: “Troppi i silenzi ed i ricatti che sono costretti a subire tanti i lavoratori a causa delle preoccupazione di perdere il posto di lavoro, soprattutto in un tempo di crisi, e la legislazione, che sempre più riduce i diritti delle persone che lavorano, non aiuta sicuramente a dare risposta al grave problema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Sindacalmente siamo impegnati a sostegno dell’azione costante degli Rls e Rsu in molti luoghi di lavoro e nel dare supporto alla stesura dei documenti di valutazione dei rischi, nello spingere sempre ad investire nella formazione, informazione e addestramento dei lavoratori. Vi sono anche molte imprese virtuose in Toscana che hanno fatto della sicurezza un punto cardine e che gli deve essere riconosciuto, non a caso questa si concilia sempre con qualità dei prodotti, riconoscimento formale dei diritti dei lavoratori e contrattazione sindacale”. Braccini pur apprezzando gli sforzi della Regione per quanto riguarda le aziende che investono in sicurezza e che adottano misure contro gli infortuni, ribadisce che il quadro è tutt’altro che roseo: “Complessivamente le condizioni di lavoro stanno peggiorando e nella gran parte delle imprese le responsabilità dei datori di lavoro sulla mancata sicurezza sono pesanti e non possono essere solo ricondotte all’ultima catena di un subappalto preso al ribasso, va ricostruita anche la catena delle responsabilità, dove spesso vi sono alla testa aziende prestigiose con alti margini di profitto. Prima che abrogassero certe leggi, come il divieto di intermediazione di mano d’opera, sicuramente era più difficile scaricare responsabilità sugli ultimi come notiamo in questi tempi di libero mercato. Bisogna far salire di nuovo il livello delle responsabilità perché spesso è di vita o di morte che spesso si tratta quando si parla di lavoro e sindacalmente batterci per far riconoscere ai lavoratori tutte le garanzie e tutele affinché il lavoro sia fonte di vita”.