Regione, sì del Consiglio alla stabilizzazione del personale dell’emergenza urgenza

16 marzo 2016 | 12:32
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Regione, sì del Consiglio alla stabilizzazione del personale dell’emergenza urgenza

Sì del consiglio regionale alla stabilizzazione del personale che lavora nell’emergenza urgenza. E’ infatti stata approvata all’unanimità dall’aula una mozione che impegna la giunta ad attivarsi in sede di conferenza Stato-Regioni “al fine di avviare un confronto che porti all’inquadramento nell’ambito della dipendenza dal Sistema sanitario nazionale del personale convenzionato precario, operante nel sistema di emergenza urgenza sanitaria territoriale, con l’obiettivo inoltre di ricondurre detto personale nel suo complesso nell’ambito del contratto della dirigenza medica”.

L’atto è stato presentato da numerosi consiglieri del Pd, primo firmatario Stefano Scaramelli. Scaramelli, illustrando il provvedimento all’aula, ha spiegato che “è estremamente opportuno provare a riportare tutti i lavoratori che sono impiegati nel sistema toscano di emergenza urgenza, e che lavorano con vari tipi di contratto, rapporti di dipendenza, rapporti di convenzione a tempo indeterminato e a tempo determinato, incarichi a tempo determinato, a un unico tipo di contratto. In commissione Sanità abbiamo già appurato che esiste la possibilità di procedere alle assunzioni, con un’incidenza della spesa che sarebbe minima”.
Stefano Mugnai (Fi) ha ricordato che “siamo davanti a un tormentone, è dal 2010 che se ne parla e sono già state approvate a proposito due o tre mozioni all’unanimità. Ovvio che siamo favorevoli alla stabilizzazione dei medici del 118, ma la questione rimane irrisolta nonostante i solleciti”. Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) ha osservato che “oltre a essere un fatto ingiusto, la disparità di contratto non favorisce che si lavori nel modo migliore. E visto che il pronto soccorso è diventata la foglia di fico dietro cui si nascondono tutti gli altri tagli alla sanità toscana, è auspicabile che funzioni bene”. Voto favorevole è stato annunciato pure da Claudio Borghi (Lega Nord), secondo il quale “reiterare continuamente un contratto a tempo determinato nel settore pubblico non ha senso”. Anche per Andrea Quartini (M5S) “la questione è vecchia e aspetta da tempo una soluzione; un inquadramento unico è stato auspicato più volte anche dall’ordine professionale dei medici”.