
E’ partito questa mattina (23 gennaio) poco dopo le 12, dal binario 11 della stazione di Santa Maria Novella, il Treno della Memoria, il convoglio diretto a Oświęcim (Auschwitz), in Polonia. Sul Treno 501 ragazzi delle scuole superiori e qualche studente universitario, a confermare l’interesse per un’esperienza che quest’anno, in rappresentanza del consiglio regionale, vede la partecipazione del presidente Eugenio Giani, della vicepresidente, Lucia De Robertis, dei consiglieri Tommaso Fattori (Sì- Toscana a Sinistra) e Manuel Vescovi (Lega Nord).
“Si tratta di un viaggio importante; mi sono reso conto nel corso degli anni che gli studenti che vivono questa esperienza riescono ad entrare nella drammaticità di quanto avvenuto.-commenta il presidente Giani- Un milione e mezzo di persone morirono ad Auschwitz; 6 milioni di ebrei furono distrutti dall’Olocausto, nella logica del campo di sterminio – ricorda Giani -: uomini trattati come oggetti e portati alla morte con violenze e torture inaudite”. Quelle pratiche debbono essere: “vissute per essere comprese, perchè nessuno possa far passare la cultura del negazionismo”.
“Qui si è vista l’umanità toccare il punto più basso: ciò deve rimanere anche nella memoria del ragazzo che vive oggi e si sta formando nella scuola. Anch’io – conclude il presidente – voglio sentire fino in fondo lo spirito di questi luoghi”.
La vicepresidente Lucia De Robertis l’orrore nazista lo conosce già, è un viaggio che ha già fatto: è qualcosa che “ti dà dolore fisico, un dolore spaventoso -racconta- ti scuote emotivamente, ti lascia senza parole. E’ “toccante” ma anche raggelante, perché “ti fa sentire la vergogna di appartenere a un genere che ha fatto questo – spiega De Robertis –. Ti domandi: come è possibile?”. E lo sguardo non resta fermo a quello che vede in Polonia, perché “poi ti domandi anche, ad esempio, quando ci furono i fatti di Sarayevo, e in Europa si riaffacciarono le ombre di campi di concentramento, perché il mondo non si arrabbiò di più, visto che c’era stato Auschwitz?”. La consigliera parla di “anestesia emotiva”, la stessa per cui “cambiamo canale quando vediamo i bambini che muoiono di fame. Quindi, forse è troppo poco quello che facciamo perché non si ripeta”.
Il punto è che davvero la lezione deve penetrare nell’oggi, nella contemporaneità, come pensa anche Tommaso Fattori, capogruppo di Sì. E’ già stato nei campi di concentramento nazisti, ora ci torna con le scuole. “Esperienza importantissima, -dice subito- proprio perché è fondamentale rivolgere lo sguardo anche al futuro e non solo al passato; una delle mie amiche più care esiste perché delle “persone normali” salvarono sua madre dai rastrellamenti nazisti: quelli erano i suoi giusti, i nostri giusti”. “Oggi ci sono altri giusti – continua Fattori -, sono quelli che stanno accorrendo a dare una mano ai profughi in fuga da guerre e dittature, che tagliano le reti per entrare in un’Europa blindata che rinnega diritti umani. La lezione è per forza una: saper rivolgere lo sguardo al passato per cambiare il presente e il futuro”.
Per andare avanti bisogna chiudere i capitoli con onestà, dire ciò che fu: “riconoscere la storia per andare avanti, per il futuro. Mettere pace”.
Il capogruppo della Lega, Manuel Vescovi parla di “esperienza che deve essere fatta proprio perché si deve lottare perché non succeda mai più. Occorre quindi ricordare ai giovani, però anche capire che va chiusa per andare avanti; bisogna ricordare storia e barbarie per capire che cosa è successo, perché non deve più accadere”.
L’arrivo alla stazione di Oświęcim è previsto alle 7,30 circa della mattina di domani (24 gennaio); da lì il trasferimento all’ex campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz – Birkenau.
Lo spazio della memoria e del racconto – il viaggio
Si chiama Lo spazio della memoria e del racconto l’attività di incontro e approfondimento, organizzata nelle ore del lungo viaggio, tra storici, comunità e associazioni di deportati con studenti e insegnanti. I gruppi, della durata di poco meno di un’ora, sono formati da una sessantina di studenti e sono stati pensati per introdurre storicamente i vari argomenti trattati durante la visita ad Auschwitz. Ma servono anche per conoscere e capire la Shoah grazie alla voce. Alle testimonianze delle comunità e delle associazioni che accompagnano i ragazzi nei campi di sterminio. I temi trattati nei laboratori sono quattro. Si parte dall’incontro con i rappresentanti della comunità ebraica che ripercorrono le tappe della Shoah ed approfondiscono in particolare la persecuzione, deportazione e sterminio del popolo ebraico tra Italia fascista e Terzo Reich. L’introduzione storica è affidata a Giovanni Gozzini e partecipano anche Ugo Caffaz e Enrico Fink. L’incontro con il rappresentante dell’associazione Azione gay e lesbica serve invece per meglio conoscere la persecuzione che segnò la vicenda degli omosessuali e delle lesbiche. A parlarne è Massimo Ridolfi, presidente dell’associazione. Terzo appuntamento con i rappresentanti delle associazioni rom e sinti. Gli “zingari” sono stati infatti deportati nei campi nazisti sin dalla loro apertura. Luca Bravi ha curato l’introduzione storica mentre i ragazzi si sono poi confrontati con Ernesto Grandini e Emanuele Piave della comunità sinti di Prato e Ersan Bejzaku e Emran Mustafa per quella rom di Firenze. Deportati e uccisi nei campi non si finiva però solo per questioni di “razza” o di genere. Molto sono stati i “politici” ovvero coloro che si opponevano al nazismo partecipando alle formazioni partigiane, o coloro che, militari, dopo l’8 settembre 1943 scelsero di continuare la guerra contro i nazifascisti. Gli studenti hanno incontrato nel gruppo di lavoro i rappresentanti dell’associazione nazionale ex deportati e dell’associazione nazionale ex internati. Enrico Iozzelli ha curato l’introduzione storica, e sono intervenuti per Aned Massimo Fornaciari di Pisa, Gabriele Alberti di Prato, Laura Piccioli di Firenze, Alessio Mantellassi di Empoli, per Anpi Bruno Possenti, e per Anei Orlando Materassi.