Nuova legge sulle cave, prosegue il confronto nelle commissioni

14 novembre 2017 | 14:43
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Nuova legge sulle cave, prosegue il confronto nelle commissioni

È un confronto sul merito, sulle modifiche alla legge 35 del 2015 nella parte in cui la sentenza della Corte costituzionale (numero 228 del 20 settembre 2016) ha specificato la natura giuridica dei beni estimati. “Non è una revisione della normativa toscana, ma se si vuole aprire questo dibattito, lo si faccia in maniera esplicita”. Stefano Baccelli e Gianni Anselmi, presidenti delle commissioni sviluppo economico e ambiente, sono chiari. Le consultazioni sulla proposta di legge della giunta che dovrà varare nuove disposizioni in materia di cave “non devono essere usate per fini diversi”. “L’ascolto e il confronto sono sempre benvenuti e sul tema, complesso e con molteplici risvolti ambientali, economici, occupazionali, sanitari, la Regione sta già lavorando”, hanno detto riferendosi al piano cave su cui, peraltro, sono in atto le procedure di partecipazione e informazione.

Alla seconda tranche di incontri dopo il primo confronto sul testo che interesserà anche la revisione delle modalità per autorizzare la coltivazione di siti estrattivi in cui sono presenti beni appartenenti al patrimonio indisponibile comunale, beni dei privati e modifiche alle autorizzazioni e concessioni esistenti, Anselmi e Baccelli vogliono ristabilire una linea di lavoro. Pur non tirandosi indietro alle richieste avanzate da Giacomo Giannarelli (M5S), vicepresidente della commissione ambiente, per chiedere alla giunta un “quadro di riferimento” sulla produzione e sugli obiettivi di sostenibilità, i presidenti hanno rilevato: “Sono contenuti del piano regionale e definiti dalla legge 35” (articolo 7). E sull’appello lanciato, sempre da Giannarelli, a “non lasciare soli gli enti locali, i territori, i lavoratori” e aprire il confronto anche a tutti i sindaci dei Comuni coinvolti, hanno risposto: “Seguiamo l’iter consueto di ascolto delle rappresentanze istituzionali”.
Dal confronto avuto oggi (13 novembre) con ordini professionali, associazioni ambientaliste, sindacati, aziende sanitarie, Arpat, emerge chiaro il “punto di caduta” che le commissioni, riunite in seduta congiunta, stanno cercando: “Trovare un equilibrio rispetto alla tutela occupazionale e produttiva, fondamentale per i territori, e un principio di salvaguardia ambientale e di sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ogni modifica alla disciplina delle attività estrattive, come pure il lavoro che sta portando avanti la giunta con il piano regionale sono, a detta dei due presidenti, “particolarmente delicati. Le consultazioni sono fondamentali”. L’ascolto del fronte produttivo, sindacale e ambientalista è teso al “miglioramento della proposta di legge che già contiene elementi di sicura novità” hanno ribadito anche a margine della seduta ricordando un tema, tra i tanti, emersi oggi: la definizione del concetto di produzione sostenibile, “nuovo e importante ma non di facile declinazione”.
Tra gli altri punti sollevati in sede di consultazione anche la richiesta, avanzata da Cgil Toscana, per l’inserimento di una clausola sociale sulle procedure autorizzative, maggiore chiarezza in alcune parti di testo che secondo Asl Toscana Centro possono indurre a fraintendimenti o sovrapposizioni, come il caso della figura del direttore responsabile che assorbe anche quella di direttore dei lavori. E ancora, la richiesta di un’assunzione di responsabilità, da parte della Regione chiesta dal Club Alpino toscano, sul fronte controlli e sanzioni che dovrebbero essere commisurate all’entità dell’illecito commesso e quindi disincentivanti.