Random Guy, la città fotografa le sue provocazioni ma nessuno sa chi sia

Misterioso e attento ai cambiamenti sociali, agisce di notte e lascia alla città spunti di riflessione sempre nuovi
Come i supereroi agisce la notte, trafugando spunti dall’arte del passato per restituire al risveglio della città un’opera che rifletta il presente. Munito di stencil e poster il giovane street artist Random Guy ha saputo ridare alla sua Lucca un linguaggio artistico fresco e internazionale, proprio come i maestri dell’arte che qui hanno fatto scuola.
Maestri che grazie a queste opere adibite a murales tornano ad abitare gli spazi della città sotto nuove vesti, servendosi del contesto per parlare ai contemporanei. Così Giacomo Puccini, contaminato dalla musica del presente, diventa un hipster con la maglietta dell’Ultra Twist che osserva gli studenti dell’istituto musicale Boccherini mentre accordano i loro strumenti.




Ma l’arte di Random Guy non pesca solo dalle note figure del passato. A essere indice di ‘lucchesità’ sono soprattutto le persone più pop della città, che diventano a loro volta santi, supereroi o addirittura graffitari. Tra questi non possono mancare René Bassani, titolare dello storico negozio di dischi Sky Stone & Songs in piazza Napoleone nelle vesti di San Renè o il SuperMario ‘Son sodo’ pronto, con la sua radio, a elevarsi paladino della città, per finire con lo stesso sindaco immortalato mentre, nelle vesti dell’artista in incognito, scrive a bomboletta ‘Welcome to Lucca’ sui muri del centro storico per accogliere i turisti. Turisti che possono vedere le famose lattine di zuppa di Andy Wharol trasformarsi in ‘Tordelli’ in scatola o l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlare sullo sfondo dell’Urlo di Munch.
Perché se è vero che Random Guy non ama definirsi né scultore né pittore ma “solo un ragazzo a caso che ama la street art”, niente nelle sue opere è lasciato al caso. A partire dalle influenze culturali che entrano a far parte del processo artistico che precede l’esposizione del lavoro per finire con il messaggio che quello stesso lavoro vuole lasciare ai passanti spesso distratti o attratti dal solo smartphone. Sulla scia di Banksy, Blek Le Rat e Shepard Fairey ciò che conta per lo street artist lucchese è proprio suscitare una riflessione sulle tematiche sociali di attualità. Per farlo prende in prestito i grandi pittori del passato, che siano Van Gogh (Steve Gogh? o Van Jobs?), Degas, Manet o Magritte per catapultarli nella nostra era. Così i quadri del Novecento ‘randommizzati’ possono parlare a tutti dei problemi della società di oggi, dall’overdose di tecnologia alle questioni ambientali, dal lavoro sfruttato alle conseguenze sociali lasciate dalla pandemia senza risparmiare la politica.
Spesso i messaggi di Random Guy è proprio a quest’ultima che si rivolgono, lasciando un’impronta critica in luoghi chiave per la loro lettura. È proprio lo spazio che circonda l’opera, infatti, a completarne il significato, come dimostra il quadretto familiare degli ex ministri Salvini e Fontana con in braccio un bimbo africano apparso vicino alla piazza dove pochi giorni prima era andata in scena la manifestazione per la parità dei diritti. Un’impronta che parla ‘hic et nunc’, spesso destinata a durare solo poche ore o giorni, complice l’effimerità intrinseca della street art o il dispetto di qualche vandalo.
Opere che però rimangono ben visibili sul profilo Instagram di randomguy.art, dove continuano a essere ammirate dagli utenti. Di fronte all’identità nascosta di Random Guy c’è infatti un giovane street artist in grado di parlare un linguaggio semplice e potente attraverso uno stile inconfondibile che a partire dai muri di Lucca è riuscito a conquistare le vie – e i passanti – di Pisa, Firenze, Livorno e Bologna. Chissà quale sarà e dove comparirà la sua prossima esposizione artistica. Non resta che attendere.
Jessica Quilici