“Critica d’arte”, la rivista rinasce grazie alla Fondazione Ragghianti



Sezioni rinnovate e un nuovo progetto per rilanciare il periodico
Fedeltà alla tradizione, ma anche spinta all’innovazione: questi i capisaldi della nuova edizione di Critica D’Arte, la rivista presentata alla Fondazione Ragghianti stamani (18 dicembre). Tanta l’emozione per una pubblicazione di grande valore, che dopo la chiusura dell’Uia (l’Università internazionale d’arte) rischiava di scomparire: pericolo scongiurato con l’acquisizione della rivista da parte della fondazione, grazie al coraggio e alla responsabilità dei suoi presidenti Tori e Fontana.
Un gesto altamente significativo, sia da un punto di vista economico ma anche e soprattutto, morale: “Vogliamo che la rivista continui ad essere centrale nel mondo dell’arte, proprio come in passato- spiega il direttore Paolo Bolpagni -. Per questo l’abbiamo ampliata e modificata nel segno della contemporaneità”.
Molte infatti sono le novità introdotte. In particolare quelle di carattere metodologico, garanzia di una maggiore competitività nel mondo accademico: la formazione di un comitato editoriale, fautore di una selezione qualitativa dei contenuti, affiancato da un altro scientifico e dal noto sistema della doppia revisione, la double blind review. Ogni proposta sarà infatti vagliata da due esperti nel settore, cui rimarrà sconosciuta l’identità dell’autore: “Il sistema dell’anonimato garantisce la qualità, evitando che i nomi influiscano sul giudizio del prodotto – afferma il direttore della fondazione -. I criteri dell’attuale ricerca scientifica sono la garanzia di un risultato altamente qualificato, in linea con le richieste del mondo accademico” conclude motivando la sua scelta.
Tanti i cambiamenti anche a livello contenutistico. In particolare, una nuova struttura in sezioni: i saggi, le note -organizzate secondo un assoluto rigore scientifico-, e un’area biblioteca dedicata alla recensione di libri e cataloghi. Per concludere l’osservatorio, con testi dal carattere più libero di natura teorica o recensioni di mostre, in grado di stimolare un dibattito culturale anche fuori dal mondo accademico in senso stretto. Obiettivo della nuova rivista è proprio risvegliare una “positiva e proficua polemica -spiega Paolo Bolpagni- all’interno di un contesto culturale e artistico ultimamente molto statico”. Come testimonia anche Mattia Patti, professore di storia dell’arte contemporanea all’università di Pisa: “è molto triste constatare che anche nel mondo universitario il registro e il confronto su questi temi si è fortemente indebolito”.
Contro questa tendenza e in continuità con il suo fondatore Ragghianti, la nuova Critica d’Arte offre un ventaglio di contenuti che spazia molto oltre le cosiddette “arti maggiori”, e lungo una linea temporale che dalla preistoria arriva ai nostri giorni. Non sottovalutando inoltre nessuna forma d’arte, la rivista abbatte i limiti della settorialità: si occupa infatti di restauro, critica, arte figurativa in senso ampio ma anche di teatro, proponendosi di approdare all’arte più giovane e completa di tutte: il cinema.
Un ulteriore segno di continuità con il passato è la scelta dell’Angelo Ribelle, sulla copertina del primo numero. Il suo autore Osvaldo Licini fu infatti sostenuto da Ragghianti contro i pregiudizi e le ostilità di un ambiente accademico molto chiuso. L’apertura alle novità e la curiosità sono infatti la filosofia fondante la nuova rivista, che accoglie proposte anche da liberi studiosi e appassionati. Proprio come faceva Ludovico: il primo a dare credito e fiducia all’imprenditore Bassani, rivelatosi un’avanguardia mondiale dell’arte africana.
La nuova Critica d’Arte si fonda infatti su un’autentica call for papers: un sistema che intreccia il mondo chiuso della ricerca scientifica a un più ampio dibattito espositivo e culturale, rilanciando la critica d’arte anche fra i non addetti ai lavori. E soprattutto, incanalando l’attenzione pubblica su soggetti, mostre e attività artistiche spesso non pubblicizzati dalla stampa.
L’obiettivo è scavalcare i soliti “pacchetti commerciali” illuminati dai media, risvegliando un dibattito più specifico e profondo, come suggerisce il presidente della fondazione Alberto Fontana in apertura al primo numero: “la nostra è un’acquisizione di grande responsabilità e coraggio, perché mantenendo saldo il legame fra la rivista e il suo fondatore, allarga il raggio degli studi da lui avviati per attrarre e interessare un numero sempre più ampio di lettori e appassionati; sviluppando inoltre un momento di sana e pacata riflessione, scevra da condizionamenti e aperta a qualificati contributi esterni”.
Un significativo progetto di apertura e confronto col mondo, che nei nostri tempi di confusione e pregiudizi, sappia rivalutare le potenzialità della storia dell’arte: una disciplina capace di sviluppare un atteggiamento critico sull’uomo, la società e la politica. Anche per questo, fortemente svalutata dal sistema scolastico italiano.
La nuova edizione di Critica d’Arte esce annualmente in due doppi volumi, al costo di 35 euro l’uno. È disponibile su ordinazione in libreria, al costo di 70 euro (35 a volume). Per richiedere l’abbonamento o ulteriori informazioni, si invita a contattare la casa editrice Le Lettere o la Fondazione Ragghianti.