Eccidio di Sant’Anna: l’ultimo lavoro di Vezzoni al Chiostro di S.Agostino

11 marzo 2016 | 13:08
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Eccidio di Sant’Anna: l’ultimo lavoro di Vezzoni al Chiostro di S.Agostino

Tra le pieghe della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema nel Settantesimo della Liberazione: questo il volume di Giuseppe Vezzoni, dedicato al supestite dell’eccidio, Angiolo Berretti, che sarà presentato domani alle 16.30 al Chiostro di Sant’Agostino.

All’incontro parteciperanno il sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni e la nipote di Berretti, Romina, che ricorderà la figura del nonno, la voce fuori dal coro della memoria santannina. In questa maniera è stato definito dalla stessa giovane nipote nella lettera che dopo la morte del nonno, avvenuta nel maggio 2015 nella totale indifferenza generale, ha inviato all’attenzione del ministro Maria Elena Boschi per dare la spallata definitiva al muro di resistenza che dal 2002 ha impedito la sistemazione definitiva della Campana della Pace, opera per la quale suo nonno si è speso totalmente. A seguito della lettera l’istoriato bronzo ha ottenuto il definitivo via libera per essere collocato all’Ossario di Col di Cava il prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica. Un testimone, Angiolo Berretti, il quale per tutta la sua vita è rimasto fedele nella sua testimonianza e non l’ha mai modificata nel tempo. Assertore indomito della presenza degli italiani fra gli assassini ma anche fra le cause della strage una resa dei conti tra i fascisti e i partigiani, nell’ottobre 2004, durante la sua deposizione, chiese ai giudici del Tribunale di La Spezia il perché la giustizia italiana si fosse macchiata del colpevole e abissale ritardo per fare verità sull’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.
Il libro raccoglie l’inchiesta (in alcune parti integrata) con cui l’autore stazzemese Giuseppe Vezzoni ha partecipato alla prima edizione del Premio Verità e Giustizia Franco Giustolisi. Nei cinque capisaldi dell’inchiesta l’autore si confronta in maniera accesa con le ultime tesi dello storico fiorentino Paolo Paoletti, il quale, con il libro Sant’Anna di Stazzema una strage aggiustata, edito nel marzo 2015 per le Edizioni Agemina, perora la matrice fascista dell’eccidio e scagiona il sottotenente nazista Gerhard Sommer e la sua settima compagnia dall’aver partecipato alla mattanza di civili.
Con questo volume termina il percorso editoriale sul 12 agosto 1944 da parte di Giuseppe Vezzoni. Questa pubblicazione potrà essere soggetta ad eventuali integrazioni, come quella dell’inserimento della testimonianza raccolta per favorire una migliore memoria di Adelia e Maria Giovanna Berretti, le due sorelle più grandi di Angiolo che la mattina della strage dettero l’allarme dell’arrivo dei nazifascisti e poi furono uccise in località I Mulini di Sant’Anna, ma è il libro conclusivo di un impegno che Vezzoni iniziò nel maggio 1991 per dissotterrare dall’oblio la figura di don Fiore Menguzzo e la strage compiuta dai nazifascisti a Mulina di Stazzema. Oltre a tributare doverosa memoria al superstite Angiolo Berretti, con quest’ultimo lavoro l’autore di Stazzema ha posto fine alla querelle sorta sull’introvabile documento Le Memorie di Lorenzo Iacopi facente parte dell’Archivio della Memoria del Comune di Seravezza.
Con questa ultima inchiesta si consegna un’ulteriore conoscenza sull’eccidio di inermi del 12 agosto 1944 e si riconferma che la matrice della strage fu nazifascista. Per 25 anni l’autore stazzemese si è speso per mettere in luce gli aspetti della storia omissiva nonché gravata di interrogativi restati senza risposta, correggendo una memoria laddove si rivelava troppo perfetta per essere condivisibile. L’inchiesta ovviamente tocca anche l’aspetto inquirente della verità giudiziaria e ne indica i diversi punti deboli e non convincenti.
Schierato apertamente contro qualsiasi aggiustamento e obnubilamento della storia, Vezzoni non si è tirato indietro dal denunciare l’indegno comportamento paesano e istituzionale con cui, per ben 47 anni, erano state cancellate dalla storia del 12 agosto 1944 le vittime di Mulina di Stazzema. Una memoria che Mulina non voleva e contro la quale si sono tenuti i comportamenti più infidi per osteggiarla, anche dopo il conferimento della Medaglia d’Oro a don Fiore Menguzzo.  In questo lungo percorso Vezzoni non ha esitato a difendere dal fango post mortem che istituzioni, Anpi, storici e superstiti hanno consentito si posasse ( tuttora non rimosso) sulla memoria di don Giuseppe Vangelisti e a recuperare con il libro M ai Più. Dal Don a Sant’Anna di Stazzema la memoria di tante esperienze di internati militari versiliesi che altrimenti sarebbero andate perdute sempre. Infine, con il libro che si presenterà sabato in Sant’Agostino, ridare dignità e riconoscenza alla voce fuori dal coro del superstite Angiolo Berretti.