
Avviare un tavolo di concertazione sul futuro del Porto di Viareggio. E’ la richiesta del Pd di Viareggio che si è riunito in assemblea votando un documento condiviso lo scorso 1 giugno. “I problemi del Porto di Viareggio vanno ricompresi in un progetto unitario di breve, medio e lungo termine – sostiene il Pd -. Quando si parla della portualità nella nostra città non possiamo prescindere dal fatto che il nostro è un vero e proprio distretto economico. Infatti la cantieristica, il turismo e la pesca sono comparti che trovano ognuno una sua valenza sia sociale che economica nella storia del nostro porto”.
“In particolare, se ci rivolgiamo alla filiera della nautica non possiamo non evidenziare come il 40% circa della produzione mondiale di yacht e mega yacht avvenga nel Distretto Nautico Toscano di cui Viareggio è protagonista, grazie sia ai cantieri che all’intero indotto, che garantiscono a tutt’oggi standard di qualità, difficili da reperire altrove. Per questo abbiamo l’esigenza di porre all’attenzione sia delle istituzioni che delle forze economiche e sociali questo fondamentale tema e soprattutto andare verso un percorso che ci porti a sottoscrivere un vero e proprio accordo di programma che coinvolga, come avvenuto anche per altri porti toscani, anche il Governo. Per questo riteniamo necessario un forte protagonismo della Regione Toscana che a seguito della costituzione dell’Autorità Portuale Regionale è divenuto l’ente con maggiori responsabilità sull’argomento. Riteniamo necessario che ogni singolo aspetto non venga considerato a se stante ma anzi sia parte integrante di una progetto specifico. Pertanto è necessario aprire da subito un confronto che metta in relazione i vari argomenti quali indirizzi e tempi per la redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale che deve guardare anche alle nuove prospettive della nautica: imbarcazioni oltre i 40mt e il Refit e l’interessamento delle istituzioni nei confronti della vicenda Viareggio Porto che non può essere relegata ai soli aspetti formali del concordato, in quanto il futuro utilizzo delle concessioni (Madonnina e del Triangolino ) è tema fondamentale, sia per gli aspetti legati al futuro sviluppo turistico del porto che per la parte della produzione, con particolare riferimento al Refit. Su questo chiediamo alla Regione Toscana di valutare un suo impegno per superare l’attuale situazione di estrema difficoltà della Viareggio Porto, e per evitare un ulteriore depauperamento della società stessa”.
Secondo il Pd, poi, “devono essere definiti in modo concreto e trasparente gli aspetti riguardanti gli assetti infrastrutturali sia quelli legati all’escavo che alla viabilità di accesso al porto”. “si rende necessario – prosegue il documeno Pd – anche un progetto di riorganizzazione delle attività legate alla pesca, con la conclusione dei lavori del nuovo mercato e un miglior utilizzo funzionale delle banchine. Deve essere affrontato il tema della Polo Nautico perché quell’area è strategica ai fini di questo progetto complessivo. Il nostro partito non ha pregiudiziali rispetto alla possibilità di frazionamento delle aree, chiediamo però che questo avvenga in un quadro di chiarezza e di verifica delle effettive possibilità di sviluppo dell’area e di garanzia della qualità del lavoro e dei livelli occupazionali. Gli accordi del 2006 hanno garantito per l’area ex Sec una gestione consortile dello scalo a mare, che deve rimanere, e un utilizzo plurimo delle aree senza una singola posizione dominante. Questo progetto ha avuto una sua funzione, ma, anche a causa dell’avvento della crisi, deve inevitabilmente essere rivisto. Per questo, in linea con le precedenti decisioni del Consiglio Comunale, riteniamo che l’eventuale frazionamento delle aree debba avvenire come risultato di un nuovo accordo, che veda coinvolti i soggetti interessati sia sul fronte economico che su quello sindacale. Chiediamo quindi la convocazione da parte della Regione di uno specifico tavolo al fine di dare risposte concrete e in tempi rapidi e che venga garantita, nella concessione all’uso di aree pubbliche, il principio del loro uso ai fini della crescita economica e dell’occupazione”.