Tar annulla elezioni Viareggio: arriva commissario

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Si dovranno rifare le elezioni a Viareggio. E non solo il turno di ballottaggio. Questo è quanto emerge dalla sentenza del Tar emessa oggi (12 luglio) che ha dato ragione al ricorso dell’avvocato Massimiliano Baldini, risultato escluso per una manciata di voti dal secondo turno a favore di Luca Poletti del Pd. E per Viareggio se, come pare, non ci sarà ricorso al Consiglio di Stato, si aprirebbe il terzo commissariamento in quattro anni.

Tante le motivazioni che hanno portato alla decisione. Per prima cosa, si legge nella sentenza, “la relazione finale della verificazione depositata dalla dottoressa Sabatina Antonelli in data 14 aprile 2016 ha evidenziato, relativamente alla sola sezione numero 2 (le altre sezioni sottoposte a valutazione non hanno evidenziato anomalie al proposito) una grave violazione relativa alle schede autenticate e non utilizzate”. “A questo proposito – prosegue la sentenza – la giurisprudenza assolutamente incontroversa del giudice amministrativo appare attestata su un percorso ricostruttivo che riconosce all’irregolarità consistente nella mancata verbalizzazione del numero delle schede autenticate ma non utilizzate valore invalidante del voto, nelle sole ipotesi in cui non risulti possibile ricostruire, comunque, il dato mancante e quindi l’esatto svolgimento delle operazioni di voto”. In sostanza l’impossibilità di accertare il numero dei votanti rispetto agli iscritti per la mancata verbalizzazione di 675 schede autenticate e non votate farebbe cadere la regolarità dell’intera procedura elettorale anche se riguardante una sola sezione e anche se non andrebbe a inficiare il possibile “gap” fra il secondo arrivato, sia esso Baldini o Poletti e il sindaco risultato eletto, Giorgio Del Ghingaro.
L’annullamento, inoltre, per il Tar, non si può limitare alla sola sezione numero 2, dove si sono verificate le irregolarità: “La Sezione deve rilevare – si legge sempre nella sentenza – come il notevole numero delle schede mancanti nella sezione 2 (675 su 791) e le particolari modalità della “scomparsa” delle schede elettorali (il fatto inspiegabile che siano state conservate solo 116 schede esclude, infatti, che possa essersi trattato di un banale errore in ordine alle modalità di conservazione delle schede autenticate e non utilizzate, come, del resto, ulteriormente accertato dalla verificazione disposta dalla Sezione, che ha definitivamente escluso che le schede mancanti possano essere state semplicemente inserite nella busta 3R, relativa alle elezioni regionali svoltesi in pari data, piuttosto che nella busta 3C, relativa alle elezioni comunali, come avrebbe dovuto essere) escludano ogni possibilità di limitare l’annullamento, alle operazioni di voto relative alla sola sezione 2”.
Irregolarità, anche se di rilievo inferiore, sono state riscontrate anche nella sezione 28: “Con riferimento alla sezione 28 – si legge sempre nel dispositivo – la relazione finale depositata dalla dottoressa Sabatina Antonelli in data 14 aprile 2016 ha, infatti, evidenziato una sostanziale discrepanza del numero degli elettori votanti che risulta determinato nel numero complessivo di 576 (296 maschi e 280 femmine) nelle liste sezionali e di 575 (296 maschi e 279 femmine) nei verbali di sezione; risulta pertanto evidente come risultino 575 schede votate a fronte di 576 votanti”. Per il Tar, nonostante sia una sola scheda a mancare, infatti, il quadro che si ricostruisce è quello “di una complessiva inattendibilità dell’esercizio del voto e dello scrutinio nella sezione 28 che impone la rinnovazione delle operazioni di voto, anche indipendentemente da quanto rilevato (…) con riferimento alle operazioni di voto di tutte le sezioni”.
In conseguenza delle decisioni del Tar ad essere annullate è “l’atto di proclamazione dei risultati dell’elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale di Viareggio in data 18 giugno 2015, svoltesi domenica 31 maggio 2015 (primo turno) e domenica 14 giugno 2015 (turno di ballottaggio), all’esito della quale è risultato eletto alla carica di sindaco il signor Giorgio Del Ghingaro”. Quindi l’intera procedura elettorale, in mancanza di ricorsi, si dovrà ripetere, non solo il turno di ballottaggio, anche perché non emerge dalla sentenza del Tar nessun intervento nel merito del conteggio dei voti a favore o meno del candidato risultato perdente, ovvero Massimiliano Baldini.
E stato respinto, infine, il ricorso presentato dall’assessore Sandra Mei come opposizione di terzo al ricorso di Baldini. L’assessore, infatti, secondo il Tar, in quanto nominata in giunta da parte del sindaco e non come conseguenza del risultato elettorale. E in quanto tale non avrebbe titolo per ricorrere in giudizio. Per questo il suo atto di opposizione è stato dichiarato inammissibile.
Della sentenza, resa nota via Pec già in serata al ricorrente, al sindaco Del Ghingaro, sarà fornita copia anche alla Prefettura che dovrà, nel caso di mancata censura della stessa (è possibile il ricorso al Consiglio di Stato), prendere le decisioni conseguenti. Ovvero sciogliere il consiglio comunale, dichiarare decaduto il sindaco Giorgio Del Ghingaro e nominare un commissario prefettizio in prima battuta e quindi un commissario che faccia le veci di sindaco e di consiglio comunale. E sarebbe il terzo in quattro anni per la città.
La sentenza, peraltro, arriva all’indomani di quella che era stata considerata una buona notizia per Viareggio, ovvero la delibera dell’organismo straordinario di liquidazione che indicava una strada, condivisa con sindaco e giunta, per uscire in tempi rapidi dal dissesto.
Nel frattempo c’è già chi esulta e guarda al futuro. Lo fa il centrodestra, che si era dichiarato pronto ad appoggiare Massimiliano Baldini in caso di ripetizione del turno di ballottaggio e che ora dovrà decidere se, rifacendosi del tutto le elezioni, cambiare strategia.
Nessuna reazione ufficiale, invece, dall’entourage del sindaco e dalla giunta. Di certo c’è che Giorgio Del Ghingaro, in tempi non sospetti, si era dichiarato non disponibile a partecipare a un nuovo turno elettorale. Una posizione che potrebbe portarlo, lui che è anche rappresentante del Comune di Viareggio come ente, anche a non fare opposizione alla sentenza di oggi. Nel frattempo, a Lucca come in Versilia, nel 2017 si prevedono altri ed importanti appuntamenti elettorali. E non è detto che Del Ghingaro, magari in testa a una serie di liste civiche di diversa estrazione, proprio come successo a Viareggio nel 2015, non decida di parteciparvi. Direttamente o con esponenti politici a lui vicini.
Per una sentenza che, nella sua eccezionalità, potrebbe essere destinata anche a cambiare il quadro politico e gli equilibri anche a livello provinciale e anche all’interno del Pd, partito da cui Del Ghingaro al momento è sospeso fino al gennaio del 2017.

Enrico Pace

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