
Domani sera (3 agosto) al teatro della Versiliana sbarca Il malato immaginario di Molière nell’adattamento di Andrea Buscemi. L’ultima commedia del grande autore coniuga la felicità inventiva della farsa alla sofferta contemplazione del modo a lui tipica: e mentre descrive con straordinaria comicità le stramberie del vecchio Argante afflitto da infinite patologie (che sono più lo specchio di un’anima impaurita dal mondo) che lo rendono succube di medici approfittatori, la vicenda lascia intravedere un mondo torvo e disperato, di assoluta spietatezza e rigorosi egoismi (come già accade nell’Avaro, altro celebrato capolavoro).
L’antinomia fra questi due aspetti ne fa un’opera di straordinaria ricchezza , e una lancinante testimonianza della condizione interiore di Moliere nel suo ultimo anno di vita.
Lo stesso grande, alla quarta replica dello spettacolo, si sentì male in scena proprio nelle vesti di Argante: volle terminare lo stesso la recita, e morì a casa poco dopo, lasciando al mondo l’idea che Il Malato Immaginario restasse per sempre il suo testamento morale e artistico.