
Repubblica Viareggina si schiera contro la “riforma” costituzionale voluta dal governo Renzi. “La cosi detta riforma Renzi-Boschi – dicono da Repubblica Viareggina – non è altro che un vero e proprio stravolgimento della nostra carta costituzionale, nata dalla Resistenza dopo venti anni di dittatura fascista. Con correzioni inopportune e pasticciate, strafalcioni giuridici e slogan propagandistici e populisti quali efficienza, risparmio della politica, uscita dal bicameralismo paritario, si cambiano ben 45 articoli della Costituzione su 139, minando alla radice l’intero impianto strutturale della stessa, compresa la prima parte ed in particolare l’articolo 1, il quale recita La sovranità appartiene al popolo… Tali riforme, a maggior ragione se lette in rapporto con la nuova legge elettorale dell’Italicum, sono tutte orientate all’umiliazione del parlamento nella sua funzione primaria, la funzione rappresentativa”.
“Infatti – dice Repubblica Viareggina – la cancellazione dell’elezione diretta dei senatori, la drastica riduzione dei componenti del Senato, lasciando immutato il numero dei deputati, i listini bloccati nelle elezioni e le nomine regionali, vanno a colpire la rappresentanza politica e gli equilibri del sistema istituzionale, evidenziando il vero obiettivo della riforma che è lo sbilanciamento a favore dell’esecutivo e l’allontanamento della gente comune dalla vita politica e democratica del paese, rendendoci tutti più servi e meno liberi”.
“Il premier Renzi – aggiunge il movimento politico – facendo poi marcia in dietro, ha legato il suo destino politico all’esito del referendum di ottobre, un altro buon motivo per votare no e mandare a casa un governo che ha fatto del precariato (job act, la buona scuola, gli ottanta euro…), dell’austerity e delle amicizie con i poteri forti, la propria bandiera amministrativa. Consapevoli, ancora oggi, che la Costituzione nata dalla Resistenza non solo vada difesa, per questo invitiamo a votare no, ma anche attuata, soprattutto in materia di accoglienza, di pace, di tutela del territorio e di diritti, in particolare nel mondo del lavoro, dove troppo spesso si deroga in materia di democrazia nei luoghi di lavoro o addirittura si muore sul propri posto di lavoro per uno stipendio da miseria in nome del profitto”.