
In scena sabato (4 marzo) al teatro Comunale di Pietrasanta un dramma della letteratura classica, Antigone di Vittorio Alfieri, rielaborato in chiave moderna all’interno della programmazione della stagione di prosa della Fondazione Versiliana. Pubblicata per la prima volta dall’Alfieri nel 1783 e da lui ripresa più volte fino al 1789, Antigone rientra nel cosiddetto Ciclo Tebano ed è la continuazione della vicenda, narrata nel suo Polinice, di Polinice ed Eteocle, i due fratelli che si erano dati la morte per la contesa del trono di Tebe.
La protagonista, Antigone, è la sorella di Polinice e Eteocle e vive unicamente per essere utile al vecchio padre Edipo ormai cieco. Il resto della sua vita è soltanto morte e odio.
La tragedia segue, nello svolgimento principale, la storia di Antigone come ci è stata tramandata nella celebre tragedia di Sofocle. Ma nella tragedia alfieriana, caratterizzata da dialoghi brevi e intensi, i personaggi rimangono identici dall’inizio alla fine, impermeabili a qualsiasi cambiamento, statici.
Nella riedizione in chiave moderna del regista e attore Marco Viecca, la vicenda racconta Tebe, città dai caratteri post-industriali. Ma senza tempo e senza spazio per rendere l’idea di un ambiente privo di confini, infinito e plasmabile a qualunque epoca, anche l’Europa di oggi. Tutto ruota su un elemento che la società spesso e volentieri mette in primo piano, la sete di soldi e potere. A discapito dei veri valori della vita, che in questo caso viene completamente dimenticata e reclusa in un angolo.
Il verso alfieriano in questa rivisitazione,diviene un potente veicolo per l’azione, per dare voce alle emozioni, come se fosse un linguaggio consueto, familiare, in modo che lo spettatore perde coscienza del verso e lo percepisce come un ambiente consueto, domestico. La scena diviene viva, si muove, tra gesti coordinati e parole in sinergia. Emergono persone in carne e ossa, non personaggi, fondamentale per avvicinare il pubblico al testo anche perché, come afferma Viecca: “Il teatro dev’essere un’esperienza e deve trasmettere valori, sensazioni, emozioni”.
Marco Viecca, membro dell’Actor’s Center of Rome, tra le esperienze teatrali, cinematografiche, registiche e didattiche, è stato coprotagonista nel 2000 dell’edizione del Divorzio di Vittorio Alfieri per la regia di Ugo Gregoretti, nella parte del Conte Ciuffini, ed insegnante senior lecturer di “tecniche teatrali” nel 2012 all’Università statale KUG di Graz, in Austria.
Antigone è l’attrice/cantante Daniela Placci, che si occupa da anni di teatro di prosa, teatro musicale, live di musica swing, jazz e blues.Vincitrice di numerosi premi in campo teatrale si è dedicata ad autori dell’area austro-tedesca quali Jura Soyfer, Crhistoph Hein, Werner Schwab, Arthur Schnitzler, lavorando con registi quali Tobias Sosinka, Nico Dietrich. Il ruolo di Argia e quello di Emone sono affidati ai giovani attori Rossana Peraccio e Eros Emmanuil Papadakis. Le scenografie, così come il disegno luci, sono stati realizzati dallo scenografo Claudio Zucca, storico collaboratore del grande Eugenio Guglielminetti, attivissimo in campo teatrale, operistico e museale. I costumi saranno curati dalla costumista/stilista canadese Jane Ernest. Le musiche sono curate dal produttore Alessandro Manassero, titolare degli studi Wamajo.