
Il Pd di Viareggio torna alla carica sul premio letterario Repaci: “Non si rilancia la città di Viareggio – si legge – senza passare dalla cultura. E’ cultura sicuramente il nostro Carnevale che ha abbondantemente superato il secolo rimanendo in vetta tra le manifestazioni italiane. E’ cultura sicuramente il festival Pucciniano che da oltre sessant’anni dà lustro alla città dove Giacomo Puccini ha vissuto, ha composto le sue grandi opere e che ha scelto come luogo per riposare in eterno. E’ cultura ad alti livelli il Premio letterario Viareggio- Rèpaci, che nato quasi per gioco sotto un ombrellone nel 1929 dal genio del calabrese Leonida Rèpaci, è stato un premio lungimirante, blasonato, indipendente, che ha scoperto talenti e regalato alla letteratura mondiale indiscussi capolavori. Rèpaci lo donò al Comune di Viareggio perché rimanesse radicato in città, ma negli ultimi anni la sua sopravvivenza è stata veramente precaria. Anche se nel 2014 con il completo accordo di giuria e presidenza e su iniziativa della giunta Betti, si riuscì ad attualizzare in consiglio comunale lo statuto, un passo non da poco, il dissesto delle finanze comunali negli anni successivi ne ha seriamente messo in discussione l’esistenza. Ma ciò che ne mina maggiormente le basi è il disinteresse dell’amministrazione attuale (nessuno ne parla da mesi) o peggio ancora, la più volte sussurrata dalla attuale presidente, volontà strisciante di cambiarne spirito e natura. (Vedi ipotetici riconoscimenti all’interno del premio non decisi dalla giuria del Viareggio, come Novel grafic assegnata da Lucca comics).
“Ecco perché – prosegue l’intervento – le recenti edizioni, nonostante la buona volontà della presidente, Simona Costa, sono state indubbiamente critiche.
Siamo allarmati per il futuro della manifestazione e chiediamo all’amministrazione comunale, ed in particolare all’assessorato alla cultura, che riferisca alla città su ciò che si sta facendo per mettere in sicurezza il Premio Viareggio, la sua permanenza a Viareggio e la sua decorosa celebrazione.
Non basta rispolverare iniziative di tre anni fa circa la sede del premio fissata a Palazzo Paolina. Che tra l’altro parrebbe inagibile. Ci risulta che il Comitato di gestione, di nomina comunale, doveva essere rinnovato. Il Comitato è un organismo che affianca la giuria ufficiale, non certo per incidere sul Premio, ma soltanto per sopperire a tutta la parte organizzativa. Ma un Comitato che funziona può anche sostenere l’amministrazione nel reperimento di fondi, magari attraverso fondazioni bancarie o private. Il Premio Viareggio infatti non ha necessità di grandi cifre, deve però essere garantito da un’amministrazione che ci crede e che non abbandona la sua prestigiossisima giuria, lasciando magari alla presidente la soluzione di questioni che non le competono. Una per esempio: il premio Internazionale Viareggio-Rèpaci è nato proprio per segnalare personalità che si sono distinte anche in ambito umanitario, da Gino Strada (1999), il medico di Emergency, a Giusy Nicolini (2016), sindaco di Lampedusa, solo per citare due premiati. Ma come può la giuria identificare un personaggio di valore internazionale senza sapere se ci saranno i fondi per il relativo premio, per l’ospitalità? Dunque attendiamo risposte chiare e tempestive.
Non sappiamo se dall’assessore alla cultura Sandra Mei, che pare non si occupi del Premio, o dal consigliere delegato alla tradizioni popolari Davide Zappelli, che ne parrebbe titolare su delega del sindaco”.