Al museo della satira una mostra su Trump

5 luglio 2017 | 09:52
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Al museo della satira una mostra su Trump

Sabato (8 luglio), alle 19 si inaugurerà al museo della satira di Forte dei Marmi (piazza Garibaldi) la mostra Trumpeide, con la partecipazione di 60 disegnatori satirici di tutto il mondo che dicono la loro sul nuovo inquilino della casa bianca.

150 disegni a firma di numerosi artisti italiani e stranieri, oltre ad un intervento in catalogo della scrittrice umoristica Lia Celi, che hanno deciso di impugnare la propria matita per deridere Trump esorcizzando la paura del tycoon.
Tra questi vi sono l’americana Liza Donnelly, firma del prestigioso New Yorker, che ci presenta un Donald che sa pronunciare solo parole di odio e paura, che sembra, nonostante l’aspetto arrogante, un bambino ignorante e capriccioso, alle prese con un ruolo rivelatosi anche ai suoi stessi occhi troppo complesso; il burkinabé di adozione Damien Glez, che ci mostra un Trump petroliere, ignaro dei problemi dell’Africa e negazionista sul cambiamento climatico e un Trump nelle vesti di un cupo e folle predicatore; l’egiziana Doaa Eladl che paventa una guerra nucleare tra Usa e Nord-Corea o l’abolizione dei diritti sanciti dalla costituzione, mostrandoci una statua della libertà che fa le valigie; la tunisina Nadia Khiari che ironizza sulla messa al bando in Usa dei cittadini di sette paesi musulmani; l’anglo-polacco Andrzej Krauze, il quale mostra Trump che gioca a mosca cieca con Gran Bretagna ed Europa; il francese Pierre Ballouhey con i suoi disegni di incontro-scontro tra il Papa e Trump.
Vi sono anche il franco-sudamericano Pancho e l’olandese Tom Janssen che fanno satira sulla contraddizione di voler riportare l’America ai fasti di un tempo mentre si trascura l’inquinamento ambientale; infine l’irlandese Martyn Turner gioca sui continui tweet, ovvero i cinguettii, di Trump e l’espressione inglese “For the birds” (per gli uccelli), che significa in realtà “di nessun valore”.
La galleria che ci propongono i disegnatori italiani (da Altan a Vincino) poi, è una vera carrellata di battute al vetriolo sul sogno americano rovesciato con allusioni alle affinità con i dittatori del passato e del presente, fili spinati e limitazioni della libertà, muri, missili, armi e parole di odio sparse ai quattro venti.
Questa mostra sembra contribuire a mettere bene in luce quello che afferma il noto americanista Vittorio Zucconi e cioè che “il secolo americano finisce con Donald Trump, un presidente che si lamenta di come l’America sia divenuta lo zimbello di tutti”.
Ma “nessuno ha mai riso dell’America – aggiunge Zucconi – se nel mondo si ride, si ride di Trump, non dell’America”.
La mostra ad ingresso libero resterà aperta tuttii giorni dalle 18 alle 24.