Baldini (Lega): “La storia della Pergolaia di Forte dei Marmi è quella di tutte le partite iva abbandonate”

L’esponente del Carroccio: “Chi si è indebitato con le banche adesso non è in grado di lavorare per far fronte agli impegni”
“La storia della Pergolaia a Forte dei Marmi, di proprietà della storica famiglia Galeotti, è la storia di tanti imprenditori, di tanti commercianti, di tante partite iva che sono abbandonate a se stesse ed, in questi giorni, rischiano di dover perdere tutto quello su cui hanno investito, scommesso, a costo di sacrifici umani e personali di una vita”. Lo dichiara Massimiliano Baldini, responsabile enti locali della Lega per la provincia di Lucca.
“Il titolare, Alberto Galeotti – dice Baldini – l’ha evidenziata bene la situazione: chi si è indebitato con le banche per sostenere gli investimenti e adesso non è in grado di lavorare per far fronte agli impegni, è disperato, non sa più che pesci prendere, anche perchè il bonus di 600 euro riservato alle partite iva spesso tarda ad arrivare, se non lavori non fatturi e quindi, specialmente verso chi è esposto, le banche non ti danno un euro. Nemmeno i famigerati 25mila euro che lo Stato garantisce seppure le bollette continuano ad arrivare, le scadenze a farsi avanti ed il debito ad allargarsi sempre di più”.
“E’ una situazione – continua l’esponente della Lega – quella della crisi economica e della disperazione sociale che, insieme a tanti rappresentanti delle categorie economiche, avevamo capito, mettendo in evidenza come dopo la crisi sanitaria il problema più urgente sarebbe stato proprio quello delle attività che non riescono a riaprire e chiedendo a più voci un intervento del governo e delle istituzioni competenti che, rinvio dopo rinvio, non c’è stato in alcun modo”.
“La strada dell’indebitamento ulteriore delle imprese con le banche – conclude Massimiliano Baldini – non può essere quella che fa ripartire l’economia perchè ritarda solamente l’agonia delle attività con effetti ancor più devastanti sulle famiglie che vi stanno dietro e quindi disincentiva le riaperture e determina fallimenti con aumento della disoccupazione e del dramma sociale”.
“Non a caso si cominciano già a sentire ed a vedere i commercianti che, a certe condizioni si arrendono e scrivono sulle porte delle loro attività che rimarranno chiusi e la rabbia causata da un governo tanto incapace – conclude Baldini – monta sempre di più visto che le iniziative di manifestazioni pubbliche di protesta autogestita sono in costante aumento”.