Cacciato dal bar in Passeggiata, l’uomo si rivolge all’avvocato Domenici: parte la diffida

Il legale: “Un gravissimo atto di discriminazione. Chieste scuse pubbliche e risarcimento danni”
Cacciato dal bar, con la famiglia, perchè siriano. L’uomo, residente a Viareggio da anni, titolare di una nota paninoteca in Darsena, dopo la sanzione di mille euro elevata al bar in Passeggiata dagli agenti della polizia municipale intervenuti, si è rivolto al suo legale di fiducia, l’avvocato Mauro Domenico per tutelarsi.
E’ di questo pomeriggio (18 novembre) la diffida inviata al titolare del bar viareggino da parte dell’avvocato Domenici con tanto di richiesta di risarcimento danni per discriminazione per motivi razziali del suo assistito.
“Il mio cliente – spiega il legale – era in compagnia della moglie, che indossava il velo islamico, e i suoi due figli, entrambi minorenni. Era entrato nel bar per una consumazione al tavolo. Ma appena entrato, ed essere andato alla cassa per ordinare e pagare, gli è stato detto di uscire in quanto non indossava una mascherina a norma. Tentato di spiegare che la mascherina, invece, era regolare, e conforme alla normativa anti Covid, gli è stato intimato di uscire dal bar, minacciandolo che se non fosse uscito avrebbero chiamato i carabinieri. Ed è a quel punto che il mio assistito si è rivolto a una pattuglia dei vigili urbani che era nella zona. Polizia municipale che, come noto, dopo aver verificato che le mascherine erano a norma, ha elevato la sanzione ai titolari per la violazione dell’articolo 187 del Tulps”.
“Un gravissimo atto di discriminazione per motivi razziali quello commesso nei confronti del mio cliente e della sua famiglia – ribadisce l’avvocato Domenici – che li ha sottoposti ad una situazione degradante, umiliante ed offensiva, anche dinanzi alla clientela presente nel locale”.
La richiesta formulata è quella del risarcimento dei danni morali derivanti dalla lesione dei diritti tutelati dala Costituzione e una lettera di scuse da pubblicare sulle testate giornalistiche e le televisioni locali. “Altrimenti – conclude il legale – si andrà davanti a un giudice”