Vittorio Sgarbi e Cristina Acidini portano l’arte di Catarsini al Caffè della Versiliana

L’appuntamento domani (20 luglio) alle 18,30
Vittorio Sgarbi e Cristina Acidini saranno protagonisti dell’incontro al Caffè della Versiliana in programma domani (20 luglio) alle 18,30 e condotto dal giornalista Marco Ferri.
L’incontro, promosso e organizzato dalla Fondazione Versiliana in collaborazione con la Fondazione Catarsini, sarà incentrato sulla figura di Alfredo Catarsini e sulla Fondazione nata un anno fa con l’obiettivo di conservare e valorizzare l’opera culturale del maestro nel variegato ruolo di pittore, scrittore, critico e animatore di proposte culturali e mantenere saldo il legame tra la Versilia e la cultura, in particolare con l’arte e la letteratura.
Il primo atto compiuto dalla Fondazione Alfredo Catarsini 1899 – nata all’inizio dell’estate 2020 – fu la realizzazione di Alfredo Catarsini. L’arte vera affascinante amica, la monografia dedicata all’artista viareggino scomparso nel 1993 all’età di 94 anni, curata dalla Presidente della Fondazione (e nipote dell’artista) Elena Martinelli e dalla critica d’arte Claudia Menichini. La monografia appena pubblicata, oltre a essere presentata ufficialmente al pubblico dal palco del Caffè de La Versiliana farà da leit motiv per le argomentazioni dei due storici dell’arte durante l’incontro che si preannuncia ricco di spunti e fuori dai consueti schemi. Insieme a un poderoso corredo fotografico e documentario, nel libro trovano spazio numerosi saggi scritti, tra gli altri, dal critico d’arte Vittorio Sgarbi da Cristina Acidini, già soprintendente del polo museale fiorentino e attuale presidente dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze; a questi si aggiunge l’ampio spazio dedicato agli apparati provenienti dall’Archivio Storico dell’Artista che ne testimoniano il lungo cammino di intellettuale, oltre che di pittore e scrittore.
“Se c’è un artista che ha provato a guardare oltre le mura del proprio municipio, cercando altrove gli stimoli da portare e sviluppare a casa, questi è proprio Catarsini – afferma Sgarbi nell’ultimo saggio -. Godendo peraltro della congiuntura favorevole per cui l’altrove gli arrivava direttamente a casa senza avere bisogno di andarlo a cercare, grazie alla presenza a Viareggio di artisti e intellettuali provenienti da tutta Italia. Ciò che gli studiosi devono fare, rispettando fedelmente il senso più proprio del loro mestiere, è mettere al centro dei loro interessi l’oggetto Catarsini, nell’aspetto della sua produzione artistica come nell’evidenza dei documenti extra-artistici in grado di contribuire a meglio comprendere l’evoluzione della sua personalità nel succedersi del tempo”.