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Alla biblioteca di Viareggio la mostra Anpi sulla Giornata della Memoria

23 gennaio 2022 | 22:10
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Alla biblioteca di Viareggio la mostra Anpi sulla Giornata della Memoria

Il tema dell’esposizione sono le leggi razziali nella scuola in provincia di Lucca

Partiranno domani (24 gennaio) le iniziative dell’Anpi di Viareggio per la Giornata della memoria 2022, con l’inaugurazione, alle 12, della  mostra 1938. Il Banco vuoto. Le leggi razziali nella scuola in provincia di Lucca, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Viareggio.

La mostra, allestita a Viareggio alla biblioteca comunale in piazza Mazzini, è stata curata, per l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Lucca, da Silvia Quintilia Angelini (con disegni di Franco Anichini e progetto grafico di Michele Paoli) e ha avuto il patrocinio, oltre che della Regione Toscana, dell’Unione delle comunità ebraiche italiane e del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) di Milano.

Sarà possibile visitarla fino al 19 febbraio, dalle 9 alle 17, dal lunedì al sabato.

L’ingresso, gratuito, avverrà nel rispetto della vigente normativa anti covid.

La scuola fu il primo settore a sperimentare l’antisemitismo di Stato e l’inizio dell’anno scolastico 1938-1939 fu segnato dalla espulsione dalla scuola degli insegnanti ebrei e dal rifiuto dell’iscrizione per alunni ebrei, sia che già frequentassero le scuole, sia che si affacciassero alla prima esperienza scolastica.

In provincia di Lucca, dove gli ebrei residenti erano alcune centinaia, circa una ventina tra scolari, studenti e docenti furono espulsi dalle scuole. Mentre in città come Firenze o Livorno le comunità ebraiche cercarono di reagire all’espulsione istituendo o rafforzando scuole private anche a livello superiore, per i piccoli nuclei ebraici di Lucca e Viareggio, sezioni della comunità israelitica di Pisa, questo non fu possibile, data la carenza di risorse.Alcune famiglie cambiarono allora città, in modo da poter iscrivere i figli presso le scuole organizzate nelle comunità più grandi, oppure scelsero la via dell’emigrazione.

A Viareggio, dove la presenza ebraica era la più significativa della provincia, fu possibile  istituire una piccola scuola elementare statale (in Toscana ciò avvenne solo a Livorno, Firenze, Pisa, oltre che a Viareggio) che, per iniziativa della comunità ebraica viareggina, sorse nei locali dell’oratorio ebraico, allora situati in un edificio di via Fratti: una “scuola in una stanza” come la definisce Silvia Angelini, curatrice della mostra, che già nel 2001 ne aveva dato notizia in un suo articolo.In questa piccola scuola elementare dell’apartheid fu mandata ad insegnare la maestra Gabriella De Cori, un’insegnante ebrea, che in quanto tale era stata licenziata dalla scuola pubblica (insegnava nel comune di Santa Maria a Monte in provincia di Pisa) e che fu temporaneamente ripresa in servizio per questo insegnamento ai suoi correligionari.

Frequentarono la piccola scuola di Viareggio anche bambini provenienti dalle vicine città di Lucca e Carrara e alunni sfollati da Livorno e dalle più lontane città del Nord come Torino, Milano, Genova. Tante le relazioni e le storie di vita connesse a questa esperienza, compresa quella delle famiglie ebree straniere internate a Castelnuovo di Garfagnana, di cui si documenta il tentativo, non andato a buon fine, di far sostenere ai propri bambini gli esami come privatisti presso la scuola di Viareggio.