Nuovi piani estrattivi a Stazzema, Apuane Libere all’attacco

5 marzo 2022 | 09:53
Share0
Nuovi piani estrattivi a Stazzema, Apuane Libere all’attacco

Il movimento contesta l’amministrazione comunale

Apuane Libere, a seguito delle grandi preoccupazioni suscitate nella popolazione dell’Alta Versilia per l’adozione di due nuovi piani estrattivi ad opera del comune di Stazzema, ha voluto presentare le proprie osservazioni a quello che – sostengono – “si preannuncerà come l’ennesimo disastro ambientale sulle Alpi Apuane”.

“Ci teniamo ad esprimere fortissime preoccupazioni – fanno sapere dal tritone apuano – per le molteplici problematiche che deriveranno da queste nuova programmazione ambienticida che si appresta a dare il colpo di grazia ad una delle più belle valli di tutta la Toscana, la quale, per la presenza di eccellenze paesaggistiche come il Monte Forato, il Procinto ed i bellissimi paesi posti alle loro pendici, meriterebbe maggior tutela. Leggendo integralmente la corposa documentazione, non ci siamo minimamente stupiti che ha la giunta Verona abbia avallato la predazione di altre 180.000 tonnellate di pietra del Cardoso per i prossimi dieci anni: ma almeno ci aspettavamo delle maggiori tutele per la vicinanza delle sorgenti d’acqua captate per uso potabile e l’adiacenza ai centri abitati di Cardoso e Pruno per quanto concerne la qualità dell’aria per le emissioni di polveri e di inquinamento acustico. Per non parlare – continua l’associazione – delle numerose interazioni tra le attività estrattive e la rete sentieristica ufficiale e non: proprio quelle antiche vie di transito che le vecchie popolazioni dell’Alta Versilia hanno creato con fatica nel corso dei secoli, molto prima che fossero aperti tali siti di morte e distruzione della natura. Tutto ciò, con la previsione di nuovi scavi in sotterraneo in aree a pericolosità sismica ed idraulica molto elevata: come se l’alluvione del 1996 ed i relativi morti non avessero insegnato nulla a chi pianifica e supporta queste economie di rapina”.

“Il sindaco Maurizio Verona ha dimostrato – tuona Gianluca Briccolani presidente dell’associazione – di fare buon viso a cattivo gioco a seconda che parli con gli abitanti delle frazioni con cui si è interfacciato durante le numerose assemblee o con quegli imprenditori che mirano solo a far profitti a costo zero con i beni della collettività tutta. Nel maggio 2017, infatti, all’avvio del procedimento dei Piani estrattivi, durante gli incontri pubblici avvenuti nei vari paesi sparsi nel territorio comunale, lui e gli altri amministratori stazzemesi, avevano promesso alla cittadinanza di – testuali parole – razionalizzare le aree estrattive, intendendo indicare alla Regione Toscana alcune azioni correttive in riduzione delle aree estrattive: questo avendo come obiettivi di salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente e del patrimonio sorgivo delle Apuane”.

“Niente di più falso –continua il presidente – e la recente lettera inviata al governatore Eugenio Giani, dove nella sua veste di presidente della comunità di Parco è andato a piangere miseria per la paventata dismissione del bacino Pruno Cardoso, lo sta a dimostrare. Il comune di Stazzema, programmando nei suoi Pabe la riattivazione di diverse attività estrattive dismesse da decenni come quella di Tre Fiumi della Henraux dove è già stato tombato l’alveo del fiume, sta difatti preparando il colpo di grazia per queste povere montagne. Anche il tardivo pentimento espresso pubblicamente su Cava Sampiera (già dai paesani ribattezzata Cava Verona), ha un qualcosa di stomachevole, dopo che, per occupare tre operai di numero, sono stati abbattuti quasi quattromila metri quadri di territori in aree boscate e dopo che è andato ignobilmente a professarsi contro le attività estrattive svolte nei centri abitati. Ma dopo il danno sta arrivando anche la beffa, dato che il comune di Stazzema, nonostante sia quello apuano con più bacini estrattivi – ben dodici macchie tumorali nel grande polmone apuano – risulta essere l’ente con il reddito pro capite più basso di tutta la provincia di Lucca: insomma un territorio in continua devastazione (solo negli ultimi anni sono state riaperti svariati siti estrattivi) ed indebitato fino al collo. Voglio ringraziare i nostri militanti – conclude Briccolani – che nelle osservazioni ai due nuovi piani di bacino estrattivi, hanno esplicitato la nostra irremovibile contrarietà all’ampiamento delle già delittuose cave della Sampiera, Bucino e Piastrone, le quali, allargandosi oltretutto in galleria, rischierebbero di prosciugare le già precarie sorgenti idropotabili della zona”.