Al Festival Puccini l’atteso dittico ‘Il Tabarro’ e il ‘Castello del duca Barbablù’




Appuntamento domani (12 agosto)
Debutta in riva al lago domani (12 agosto) il dittico Il Tabarrodi Giacomo Puccini e l’opera di Bartok il Castello del duca Barbablù, coproduzione con il Teatro dell’Opera di Roma di Bela Bartok. Due atti unici rappresentati per la prima volta nel 1918 rispettivamente a New York e Budapest. Con Il Tabarro, atto unico del Trittico pucciniano, Puccini porta in scena le vicende di una società di degrado, di persone che hanno bisogno di dare una motivazione alla loro grama vita e il tradimento, l’amore clandestino è proprio una scossa a questa vita di sacrifici. La vicenda è ambientata su una chiatta della Senna e ha ancora una volta un finale drammatico, la morte dell’amante, ucciso dal marito tradito.
La regia dello spettacolo e l’adattamento scenografico sono del visionario regista tedesco Johannes Erath.
“Sono davvero entusiasta di poter mettere in scena il Tabarro di Puccini a Torre del Lago e fuori dal Trittico. Trovo che sia un vero capolavoro che non viene mai abbastanza apprezzato quando viene portato in scena insieme a Suor Angelica e a Gianni Schicchi, certamente due titoli più popolari – commenta -. In questa opera invece Puccini aveva dato piena prova di maturità e di consapevolezza del tempo moderno”.
Lo spettacolo porta in scena giochi di luci e proiezioni di grande impatto che fanno da sfondo alle interpretazioni di Giorgetta Monica Zanettin, Luigi Azer Zada, Michele Lucio Gallo, la Frugola Loriana Castellano. A completare il cast Il Tinca Enrico Casari Il Talpa Francesco Auriemma. Un Venditore di canzonette Gianmarco Latini Mastini, due amanti Francesca Mannino e Marco Montagna, le Midinette Monica Arcangeli, Nicoletta Celati, Francesca Scarfi, Taisiia Gureva, Sara Guidi e Federica Nardi. Voce di sopranino Masami Tsukamoto.
Il Castello del duca Barbablu di Bela Bartók su libretto di Béla Balázs, è un breve dramma ispirato al fiabesco personaggio di Barbablù, la cui vicenda si svolge nella sala buia di un castello con sette porte chiuse e ha per protagonisti Barbablù e la nuova moglie Judith. Ad ispirare Bela Bartók per la composizione dell’opera fu l’occasione di un concorso per un’opera in un atto, bandito nel 1911 dal Ministero per le belle arti di Budapest. L’opera non fu ben accolta nel concorso e il suo autore dovette attendere il 1918 per vederne la prima al Teatro di Budapest.
L’opera dura poco meno di un’ora e ha per protagonisti solo due personaggi: Barbablù, il baritono Johannes Martin Kranzle e la sua ultima moglie Judit soprano-mezzosoprano interpretata da Szilvia Voros. I due sono appena arrivati, e Judit è venuta nel castello di Barbablù per la prima volta, fuggendo dalla casa paterna, dove tutti sono stati contrari al suo matrimonio con questo gentiluomo dall’oscuro passato. La regia dello spettacolo è affidata a Johannes Erath mentre le scene sono di Katrin Connan e i costumi di Noelle Blancpain. Il ritorno sul podio del Festival Puccini del giovane direttore Michele Gamba. I costumi sono di Noëlle Blancpain Orchestra e Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Roberto Ardigò, assistente alla regia Chiara Osella, assistente costumista Giuditta Verderio, disegno luci Alessandro Carletti, video Bibi Abel sound, designer Luca Bimbi.
Nel mentre la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini, in collaborazione con la Fondazione Festival Pucciniano, promuove l’approfondimento dell’opera di Giacomo Puccini attraverso quattro incontri che si terranno nell’Auditorium Simonetta Puccini di Torre del Lago alle 18 e che vedranno protagonisti altrettanti capolavori messi in scena la sera stessa al Gran Teatro Giacomo Puccini.
Nel prossimo incontro di domani (12 agosto) si parlerà proprio de Il Tabarro, la più cupa delle opere di Puccini è incentrata sull’idea del tempo che passa, incarnata metaforicamente dall’ora del tramonto, dalla stagione autunnale e soprattutto dal lento e inesorabile scorrere del fiume, intorno al quale si sviluppa tutta la vicenda.