Acqua potabile per le docce degli stabilimenti balneari, Baldini: “Basta con la solita burocrazia”

28 maggio 2024 | 14:45
Share0
Acqua potabile per le docce degli stabilimenti balneari, Baldini: “Basta con la solita burocrazia”

Il consigliere regionale della Lega: “Del ritardo della Regione è stato pagato da imprese balneari e bagnanti”

“La Regione Toscana non si sottragga alle proprie responsabilità sul tema dell’utilizzo di acqua potabile per le docce negli stabilimenti balneari che tanti problemi hanno creato e stanno creando anche in questo avvio di stagione ai titolari delle imprese ed ai bagnanti”. Lo dice il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Baldini.

“Tutto nasce – spiega – dal verbale di riunione del comitato tecnico regionale per la prevenzione collettiva del 15 luglio 2022 dove la dirigente del settore prevenzione collettiva, Emanuela Balocchini, preso atto che “il regolamento di attuazione della legge regionale 86/2018 all’articolo 52 comma 2 non fornisce per gli stabilimenti balneari indicazioni sulla qualità dell’acqua erogata da docce e lavabi, a differenza di quanto previsto per campeggi e altre strutture extra-alberghiere per i quali eèespressamente indicato l’obbligo di erogare acqua potabile” proponeva ai presenti, con modalità che riteniamo arbitrarie, che “tra i requisiti igienico sanitari previsti dall’articolo 52 comma 2 del Dpgr 47/R/2018 per gli stabilimenti balneari vi rientri anche l’obbligo di erogazione di acqua potabile che fuoriesce da lavabi e docce”, pertanto, così facendo, “estendendo tale requisito, previsto all’articolo 37 comma 4 per le strutture ricettive, anche agli stabilimenti balneari” che non sono ricompresi in questa definizione dal testo unico del sistema turistico regionale approvato con legge regionale 86/2016, facendolo approvare a verbale da quella stessa articolazione tecnica. Il pasticcio nasce da qui e non dal decreto legistlativo 23 febbraio 2023 n. 18 che peraltro è attuazione della direttiva europea 2020/2184 – la solita Europa della burocrazia – come il Pd vorrebbe comunicare per scaricare sul governo le responsabilità che invece appartengono alla Regione Toscana”.

“Ho posto queste tematiche sin dall’inizio del marzo scorso all’attenzione dell’aula a Firenze, prima attraverso una risoluzione collegata all’Informativa sul piano delle acque della Toscana e poi, a seguito della richiesta della stessa maggioranza Pd in consiglio regionale, mediante la trasformazione dell’atto in mozione che però è stata calendarizzata in commissione Sanità solo in data odierna con quasi tre mesi di ritardo. Un ritardo il cui prezzo, ampiamente previsto, è stato pagato da imprese balneari e bagnanti alla prima domenica di sole pieno con il caos determinatosi nei bagni di Viareggio e non solo. In commissione Sanità questa mattina, ho evidenziato tutto questo e ho insistito affinché a prescindere dai recenti interventi, il 19 aprile, della direzione sanità della giunta regionale a firma della dirigente ingngner Giovanna Bianco e della stessa Asl Toscana Nord Ovest a firma del direttore del dipartimento della prevenzione Roberta Consigli e del direttore area omogenea Ipn dottor Alessandro Barbieri (a dire il vero su forte stimolazione del sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi, presidente dell’Ambito turistico della Versilia), che hanno previsto – come diceva la Lega nell’atto da me presentato – “la possibile esclusione delle acque per le docce dei bagni dal campo di applicabilità del decreto legislativo 18/2023”, prevedendo “la possibilità di intraprendere un percorso di rilascio provvisorio del giudizio di potabilità seguendo una interpretazione integrata e ragionata del testo normativo relativo ai punti 7 e 8 dell’articolo 13 del decreto legislativo 23 febbraio 2023 n. 18 esclusivamente sui pozzi regolarmente censiti presso gli uffici competenti della Regione Toscana”,  e quindi smentendo quell’interpretazione a verbale del 15 luglio 2022, davvero incomprensibile oltre che illegittima – si provveda a coordinare e modificare le normative regionali anche attraverso dizioni giuridiche che possano contribuire a risolvere una situazione davvero assurda, aggiornando e sfruttando altresì la discussione in corso del nuovo Testo unico sul turismo. Anzi precisando, come richiesto da tanti rappresentanti delle categorie interessate, che vi è necessità di integrare la nota Asl con l’indicazione del tipo di analisi da fare (parametri eccetera) per garantire alle imprese più certezze”.

“Del resto, la problematica non riguarda solo gli stabilimenti balneari ma, come affermato dagli stessi organismi che gestiscono l’acqua, rappresenterebbe un guaio serio per l’approvvigionamento idrico dell’intera comunità oltre che uno spreco inutile di una risorsa limitata. Pertanto – conclude Massimiliano Baldini – abbiamo già perso troppo tempo ed è necessario, anche giuridicamente, cogliere l’occasione per dare certezze a tutti agli imprenditori turistici, non solo i balneari, razionalizzando le normative regionali con dizioni snelle, più chiare, meno burocratiche e punitive dell’iniziativa imprenditoriale, evitando di dormirci per trent’anni come ha fatto in questo caso la Regione Toscana.
Ringrazio comunque il presidente della commissione sanità Enrico Sostegni per avermi concesso di rappresentare tutto questo durante la presentazione degli atti della Lega e per aver già previsto ulteriori sedute di approfondimento”.