Ex Cava Fornace, Zucconi (Fdi) interroga i ministri all’ambiente e alla salute

Ex cava Fornace, l’onorevole Fdi Riccardo Zucconi interroga i ministri all’ambiente e alla salute sulle iniziative che intendono intraprendere per verificare sugli adempimenti correlati all’operatività della discarica e se vi siano i presupposti per poter “porre termine al suindicato processo di eccessivo sfruttamento della discarica ex Cava di Fornace”.

L’ex Cava Fornace, ricapitola Zucconi nella sua interrogazione, “è nata come discarica di inerti, assegnata al servizio dello smaltimento dei residui di lavorazioni lapidee, ma con una serie di autorizzazioni è stata trasformata in una vera e propria discarica per rifiuti speciali e pericolosi. Nel 2001 la Provincia di Massa Carrara ha autorizzato l’estensione dei codici ammessi in discarica con i 170105 (materiali da costruzione a base di amianto), 170501 (terre e rocce), 170502 (fanghi di dragaggio); Nel 2001 la Provincia di Massa – Carrara ha concesso la possibilità di conferire in discarica per tre mesi e per un quantitativo massimo di 35.000 tonnellate i Cer 190202 (miscele di rifiuti per lo stoccaggio finale), i Cer 100203 (polveri di abbattimento fumi) e i Cer 100202 (scorie di acciaieria) con inertizzanti quali calce, cemento e silicati. Nel 2007 la Provincia di Massa Carrara – prosegue Zucconi – ha riclassificato la discarica in discarica per rifiuti speciali non pericolosi, ma con deroga per rifiuti pericolosi contenenti amianto. Tale riclassificazione è avvenuta senza l’applicazione della Via ordinaria al processo di autorizzazione, fatto questo che scatenò forti contestazioni sulle modalità istruttorie e procedurali. L’autorizzazione, inoltre, è stata rilasciata anche in contrasto con autorevoli pareri del Ministero dell’ambiente, dell’Arpa e dell’Anpil del Lago di Porta, relativamente alla necessità di mantenere la discarica per lo smaltimento dei soli rifiuti da lavorazione del marmo. L’Asl Toscana Nord Ovest, in data 19 aprile scorso ha classificato la discarica di Fornace come industria insalubre 1 classe”.
“Si è in presenza – osserva Zucconi – di una forte criticità ambientale, in quanto tale discarica, ubicata in una zona a forte vulnerabilità geologica, sismica, geomeccanica e idrogeologica, si trova a ridosso dell’area protetta del Lago di Porta, e anche a quella residenziale di Renella. Inoltre sono 3 le sorgenti (risorsa idrica anche potabile) che scorrono sotto la discarica e la Fossa Fiorentina, che si riversano nel Lago di Porta (Oasi naturale protetta dalla Regione Toscana e sito naturale di interesse della Comunità Europea). Il Lago di Porta è a sua volta collegato al fiume Versilia, che sfocia nel Mar Ligure all’altezza del Cinquale. Il 3 giugno scorso l’Arpa ha pubblicato i risultati dell’ispezione annuale del 2018 effettuata presso la ex Cava di Fornace, rivelando una serie di preoccupanti criticità: la presenza perenne in tutte le ispezioni effettuate di un valore superiore alla normalità di triclorometano nelle acque sotterranee, un elemento fortemente cancerogeno; sanzioni amministrative per un conferimento di rifiuti quantitativamente superiore ai limiti imposti dall’autorizzazione. In particolar modo non sono state rispettate le percentuali prescritte nei rapporti tra rifiuti inerti e rifiuti contenenti amianto previsti in autorizzazione, rispettivamente in 70% e 30%. Per tale irregolarità l’Arpa ha inviato un’ informativa all’Autorità giudiziaria. Per finire permangono forti dubbi sulle analisi legate alla presenza di fibre libere di amianto, visto che ‘il laboratorio Arya Srl – cita Zucconi -, che ha eseguito il campionamento non era iscritto nella lista del Ministero della Salute riportante i laboratori qualificati per l’esecuzione delle analisi dell’amianto, ai sensi del decreto ministeriale del 14 maggio 1996 e non risultava, pertanto, idoneo all’esecuzione delle analisi dei filtri prelevati’. Si è, pertanto, ancora in attesa di un chiarimento definitivo a riguardo”. Da qui Zucconi chiede “se i ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti” e “quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di avviare opportune verifiche circa gli adempimenti correlati all’operatività della discarica di cui in premessa e se vi siano le condizioni affinché si possa porre termine al suindicato processo di eccessivo sfruttamento della discarica ex Cava di Fornace”.

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