Elezioni, scintille al confronto al Giglio foto

Cori da stadio, contestazioni, applausi e fischi. Il teatro del Giglio per il confronto elettorale fra gli otto candidati sindaco organizzato da Noi Tv è una vera e propria arena. Dove a farsi sentire, più delle idee dei singoli contendenti, sono i supporter di coloro che ambiscono alla poltrona di Palazzo Orsetti.
Otto domande per otto candidati più altrettante repliche per ciascuno dei partecipanti hanno reso la serata lunga e, in alcuni passaggi, ricca di tensione. Nulla di nuovo, per carità, nelle posizioni dei diversi candidati, che hanno ripetuto i loro contenuti, tanti slogan e qualche mantra: dalla trasparenza a cinque stelle alla partecipazione di Lucca Città in Comune, dal “prima i lucchesi” di Barsanti alla priorità alle competenze di Donatella Buonriposi, passando per il civismo libero rivendicato, con diversi toni, da Santini e Garzella e dalla difesa dei cinque anni di amministrazione di un Tambellini sottoposto all’attacco di tutti gli avversari e di gran parte della platea e che, più volte, ha risposto alle provocazioni, scatenando la reazione soprattutto del pentastellato Bindocci, con cui ha intrapreso un duello dialettico con continue punzecchiature e sottolineature.

La sensazione è che il confronto, come spesso succede, non abbia spostato neanche un voto in vista del prossimo 11 giugno, ma abbia semmai intensificato simpatie e antipatie già preconcette. E che le idee per le città possono anche avere i diversi colori dell’arco costituzionale, ma che alla fine tutti dovranno avere a che fare con un bilancio che costringerà a tralasciare molte delle promesse fatte in questi mesi di campagna.
Otto i temi affrontati dai candidati, sottoposti alle domande di Egidio Conca di Noi Tv: viabilità, sicurezza, spesa sociale, richiedenti asilo, turismo in bassa stagione, futuro del Campo di Marte, motivi di preferenza rispetto agli avversari. Quindi l’appello finale, quando l’atmosfera surriscaldata e il poco tempo hanno dato davvero poco spazio alle idee e al progetto futuro di una città. Per una serata che, alla fine, non ha visto né vinti né vincitori visto che quelli li decideranno gli elettori nell’urna dell’11 giugno, dove a prevalere non saranno quelli che applaudono, urlano o fischiano ma la cosiddetta “maggioranza silenziosa” che simpatie e antipatie le racchiude solo nel segreto dell’urna.

La viabilità
Pochi gli spunti sul tema della viabilità. Quasi tutti i candidati pensano che assi viari e Ponte sul Serchio siano una priorità ma la discussione è su cosa fare in attesa che le grandi infrastrutture vengano realizzate. Per Buonriposi per costruire il futuro occorre avvalersi “delle professionalità e delle competenze del territorio per trovare le migliori soluzioni”. Quindi la professoressa punta sulla necessità di parcheggi interrati da finanziare con finanziamenti europei e sul ptoenziamento dell’educazione stradale. Matteo Garzella crede nella potenzialità dei parcheggi scambiatori “con un maggior servizio del trasporto pubblico locale, per disincentivare l’utilizzo dell’auto. Pensiamo poi – dice – alla realizzazione di quattro piste ciclabili che colleghino con il centro i quattro punti cardinali. Interventi concreti e facilmente realizzabili come l’incentivo per l’utilizzo delle stazioni di bike sharing”. Le piste ciclabili esistenti, invece “così come quella lungo l’acquedotto del Nottolini non sono quelle che possono alleggerire il traffico del territorio”.
Remo Santini non crede in tempi rapidi per assi e Ponte sul Serchio: “Nell’attesa – dice – si possono sperimentare alcuni tratti a senso unico della circonvallazione, navette fra centro storico e immediata periferia e fasce orarie per limitare tir lungo la circonvallazione. Bisogna trovare anche soluzioni per punti nevralgici del territorio come via Saliicchi, il nodo più complicato del mondo”. Poi stigmatizza le promesse elettorali del ministro Delrio: “Sono 30 anni – dice – che racconto la città e in tutti questi anni in occasione delle elezioni si promettono le stesse cose senza mai arrivare all’obiettivo”.
Fabio Barsanti, candidato di Casapound e Alleanza per Lucca pensa alle periferie, “a quei quartieri dove è necessario il completamento delle piste ciclabili e dei sensi unici, ma non come all’Arancio. Bisogna investire in una politica dei sottopassi, non come quello di via Ingrellini senza viabilità correlata, perché è fondamentale liberare la città dagli impedimenti della Lucca-Aulla. Questo può portare più mezzi pubblici nelle frazioni”. Per Marina Manfrotto la soluzione è il trasporto pubblico locale che “dal 2012 è stato ridotto im modo vergognoso. Ben vengano i parcheggi scambiatori per collegare la città con le navette e il bike sharing”. No, invece, agli assi viari: “L’unico che pare finanziato – dice – è quello nord – sud ma non ha senso perché non migliora la viabilità. Pensiamo per questo alla gratuità dell’ultimo tratto dell’autostrada e a intervenire sul traffico dei tir delle aziende locali”. “Il piano del traffico del Comune – aggiunge nella replica – si basa su dati vecchi del 1995 e non è adeguato. Per l’asse nord-sud degli assi viari si parla poi dell’avvio dei lavori nel 2018 ma è impossibile, mancano al progetto tantissimi dati”.
Per Bindocci viabilità vuol dire salute e qualità della vita: “Il sistema del tpl – spiega – ha grossi limiti. La gente non prende mezzi pubblici perché non sa gli orari. Serve un trasporto pubblico elettrico e di qualità, con pensiline che indicano gli orari e i tempi. Vanno privilegiate bici e auto elettriche con colonne in vari punti della città. Va poi fatto il piano del traffico senza la previsione degli assi viari ma sfruttando l’autostrada con lo spostamento del casello a Mugnano”.
Tambellini racconta l’esistente: “Il piano del traffico lo abbiamo scritto – dice – ora faremo il piano della mobilità sostenibile. Abbiamo ricostituito il trasporto pubblico locale, che va implementato. Sulle piste ciclabili, poi, completeremo l’anello della circonvallazione e procedere oltre come per la ciclopista del Nottolini. Pensiamo che dalla circonvallazione vadano tolti del tutto i tir e in questo senso il collegamento nord-sud diventa importante. Anche il Ponte sul Serchio andrà a compimento e pensiamo di poterlo farle”. Non manca la stilettata a Santini: “Ricordo bene come ha raccontato alla città – dice – della Lucca-Modena, quando si proponevano progetti da 800 milioni di euro”.
Infine Quilici: “Spero in una accelerazione dell’attuazione del piano del traffico, nel frattempo la circonvallazione deve tornare a doppio senso in tutto l’anello. Da potenziare il trasporto pubblico locale con parcheggi scambiatori in tutte le parti della città, in cui inserire anche il bike sharing. Così si favorirebbe il parcheggio nel centro città anche dei residenti”. Sull’ipotesi del casello a Mugnano, infine, per Quilici serve “concertazione”.

Sicurezza
Sul tema sicurezza il dibattito non si infiamma come ci si potrebbe aspettare, forse perché abusato dalle decine di interventi giornalieri dei singoli candidati sindaco e dei consiglieri.
Matteo Garzella propone il servizio di pattugliamento h24 della polizia municipale “per alleggerire l’azione delle altre forze di polizia sul territorio” e le convenzioni con le associazioni “per vigilare zone sensibili”. Tolleranza zero, infine, per i parcheggiatori molesti. “La fiducia – conclude – si riacquista con una presenza fissa nel territorio, in particolare nei grandi quartieri, per eliminare i fenomeni di spaccio e consumo di stupefacenti. Serve maggior controllo all’ingresso e all’uscita delle scuole”.
“I reati sono aumentati – arringa Santini – e questo è un dato di fatto. Serve allora il vigile di quartiere per far sì che una divisa faccia sentire la vicinanza al cittadino e accolga le segnalazioni del territorio. Istituiremo poi un fondo per il patrocinio legale gratuito a chi è vittima di aggressioni e furti oltre a un censimento concreto delle aree di legalità a partire dal campo nomadi”.
Per Barsanti la sicurezza è una priorità “perché è uno degli elementi peggiorati negli ultimi cinque anni di amministrazione ed è legato ad aumento immigrazione. Bisogna potenziare la polizia municipale e razionalizzare il controllo notturno. La nostra idea è di istituire uno sportello sicurezza aperto 24 ore collegato ai comitati di quartiere e di periferia che siano in perenne confronto con il Comune”.
Manfrotto propone di “rendere visibili su una piattaforma che creeremo i dati relativi alla criminalità, per sfatare anche alcuni miti. Non è possibile collegare i rifugiati alla illegalità. La criminalità diffusa va vista e rilevata per non creare sacche di odio e mettere le persone una contro l’altra. Agiremo comunque nelle zone insicure e buie, creando una forte collaborazione con le forze dell’ordine”.
Per Bindocci la sicurezza non è una battaglia della destra: “Serve un’opera di prevenzione e di integrazione – spiega – poi implementare illuminazione e videosorveglianza utilizzando i fondi europei che spesso vanno persi. E non dimentichiamo di quanti tagli alle forze dell’ordine abbia compiuto il governo Pd-Pdl”.
Tambellini ricorda le 40 telecamere installate sul territorio, che portano il numero a 130, tutte collegate alla centrale operativa. “Installeremo anche telecamere – spiega – sul viale Luporini per controllare le auto non immediatamente identificabili. Poi puntiamo al controllo di vicinato, che significa anche ricostruire relazini, che è un fatto fondamentale per aiutarsi anche sulla sicurezza. C’è poi il nucleo antidegrado e il nostro ottimo rapporto con le forze di polizia”.
Per Quilici va potenziata la polizia municipale, sotto organico e utilizzato lo strumento del Daspo urbano introdotto dalla legge Minniti. “La polizia municipale – dice – deve effettuare controlli a stazione e terminal bus. Le persone che vengono a mendicare devono essere identificate e allontanate”. Per Buonriposi è questione di organizzazione: “Tutte le forze dell’ordine fanno riferimento alla prefettura e il sindaco può intervenire solo con i vigili urbani – dice – Serve un patto ferreo fra sindaco e prefetto per dare strumenti per contenere i fenomeni di immigrazione e accattonaggio, in particolare molesto”. Buonriposi propone poi un maggiore utilizzo della protezione civile comunale.
Scintille nelle repliche fra Tambellini e Santini. Il sindaco ricorda come la legge imponga per le assunzioni 4 unità di personale nuove ogni 10 pensionamenti. “Su questo – commenta – c’è confusione fra i candidati”. Santini risponde: “In stato confusionale è qualcun altro – dice – Un assessore ha detto che si assumeranno 10 vigili e non io. E’ molto grave inoltre, visto che i vigili sono importanti, che il comandante che era stat messo in prova ai servizi sociali è stato mantenuto al suo posto e tolto solo quanto è esploso un altro scandalo”.

Spesa sociale
Sul tema della spesa sociale le posizioni sono diversificate, a seconda della sensibilità politica dei diversi candidati. Dal centrodestra Remo Santini dice che “bisogna intervenire su chi è indietro rispetto a noi, su chi sta soffrendo e vive una condizione disagiata. E questo si fa con le politiche tariffarie. Crediamo che il sociale vada affrontato per risolvere i problemi delle fasce di povertà lucchese. In particolare per la fascia anziana della popolazione proponiamo voucher di 200 euro per gli anziani over 70 perché sia il singolo a fare le proprie scelte su tempo libero, sanità e altre esigenze”.
“Il Comune – dice Barsanti – deve diventare il sindacato dei lucchesi, prenderli, favorirli nell’assegnazione di case popolari e nei servizi sociali (quest’anno 54 famiglie italiane sono rimaste fuori dalla graduatoria), servono esenzioni fiscali per fasce a reddito basso, controllo e razionalizzazione della spesa e la realizzazione di corsi di formazione per i disoccupati”.
Per Marina Manfrotto “il welfare è il volano per la sicurezza – spiega – Se tutti stiamo bene non si creano reazioni negative che fanno sorgere i problemi. Sicuramente ci deve essere attenzione al bisogno della casa e al lavoro per giovani e disoccupati. Il Comune può fare molto dando lavoro, sistemando alcune problematiche, utilizzando le specializzazioni indicate dal centro dell’impiego. Chi entra in questo circuito se lavora tre mesi può poi rientrare nella disoccupazione, pensando così anche a una politica che si colleghi alla politica nazionale”. Per Bindocci (M5S) sono le “politiche di Pd e Pdl a impoverire la gente, che spesso non arriva a fine mese. Si parla tanto di lavoro e di anziani ma quando si fanno gli appalti per le Rsa si manda a casa la gente, e questo vuol dire che degli anziani ci si interessa poco”. Pugno duro, invece, per il pentastellato, contro l’evasione fiscale.
Per Tambellini molto si è lavorato sull’evasione fiscale. Poi il primo cittadino ribatte sulla questione delle case agli stranieri: “Le case – dice – vorrei ricordare, vanno ai residenti in Toscana Da almeno cinque anni e che siano cittadini lucchesi”. Oltre al sostegno per il pagamento delle bollette per le fasce disagiate occorre “puntare molto sul lavoro, perché si passi dall’assistenza a una nuova dignità. Pensiamo per questo a un pronto soccorso lavoro, pensiamo infime molto all’handicap e all’assistenza domiciliare”. Quilici chiede la certificazione consolare per gli stranieri che accedono alle case popolari per evitare i “furbetti” che hanno proprietà nei paesi di origine: “Si scavalcano – dice – cittadini italiani che hanno diritto all’alloggio e non riescono ad averlo. Bisogna poi rimodulare le fasce Isee per poter dare più agevolazioni a più persone”.
Buonriposi ritiene necessario recuperare e potenziare. “Al centro del nostro programma – dice – c’è la famiglia, dalla prima infanzia, all’handicap, all’assistenza domiciliare, ai giovani. Più che uno sportello vorrei un assessorato al lavoro per i giovani e i meno giovani”. Serve, per la candidata “un buon assessore al bilancio. Le tasse che paghiamo non si sa dove vanno a finire. Di solito il bilancio di una amministrazione comunale drena la maggior parte delle risorse. Noi siamo per il welfare generativo, con modalità che mettono in moto competenze”.
Garzella dice che il “suo” Comune “farà di tutto per sostenere l’accesso al microcredito, per dare un sostegno concreto alle famiglie. Quanto ai servizi proporremo sinergie con le tanti associazioni di volontariato che seguono le questioni specifiche. E poi potenzieremo i servizi domiciliari carenti per permettere a un anziano non autosufficiente assistenza costante”.

Ztl
Ztl chiusa, aperta, semiaperta o semichiusa. Le soluzioni per i varchi telematici sono variegate anche se la maggioranza dei candidati è per il mantenimento dello status quo.
Barsanti propone la sperimentazione dello spegnimento dei varchi telematici dalle 23 fino all’alba per motivi di sicurezza: “In un centro storico – dice – che non vive più la sera servirebbe per accompagnare a casa ragazze e donne che potrebbero vivere situazioni di pericolo. Se si garantisce il passaggio e non la sosta si va incontro a tale esigenza. Poi è possibile dividere la città in due zone, una più e una meno aperta”. Nessuna modifica per Marina Manfrotto: “Partendo dal concetto di partecipazione – dice – vogliamo capire cosa vogliono i cittadini del centro storico e coloro che del centro usufruiscono. Consulteremo la gente per capire le effettive esigenze”. Bindocci chiede di capire quale è il progetto di città prima di chiedersi cosa fare dei varchi: “Se si fa un progetto – dice – di mobilità sostenibile il centro si può anche chiudere alle auto, ma serve un’idea a monte”. Tambellini ricorda come i varchi siano stati introdotti dall’ex assessore Marco Chiari e dal centrodestra: “La città – commenta – ha bisogno di integrazione fra chi vive e lavora. Non intendiamo modificare lo stato ma ci sono cose significative come i varchi in uscita che permetteranno ad alcune utenze di entrare in città per determinate ore per motivi di sicurezza”. Per Quilici il centro deve rimanere isola pedonale ma “dopo un certo orario – spiega – serve vedere e concertare soluzioni per entrare la città in sicurezza per chi frequenta la città. E’ diritto di tutti di venire in centro e divertirsi”. I varchi devono rimanere anche per Donatella Buonriposi: “Si possono però – dice – sperimentare ingressi per periodi brevi. La sicurezza non dipende dai varchi ma dal fatto che la città deve essere sorvegliata. Quello è un vero deterrente che garantisce sicurezza”
Garzella è “per sperimentare la chiusura dei varchi in determinate fasce e stagioni ma la soluzione subordinata alla nascita dei parcheggi all’interno della manifattura. Sarebbe infatti un controsenso chiudere la ztl se non ci sono i parcheggi. Ma la filosofia di fondo è il rispetto delle parti: i bisogni dei cittadini e quelli degli operatori commerciali”. Chiude Santini con un suo cavallo di battaglia: “Il centro storico sta morendo, è agonizzante. Il cuore della nostra identità non è più frequentato e non è possibile per una città che tiene ai suoi valori. Penso si possa sperimentare lo spegnimento dei varchi in fasce orarie compatibili. Serve incrementare il movimento, quello sano, e occorre incrementare la sosta dei residenti. Lo faremo con 300 nuovi posti dietro piazza San Francesco, dietro il Real Collegio e in alcuni cortili interni”.
Le scintille nelle repliche riguardano proprio la vitalità del centro storico. “La situazione – dice – non ci pare così luttuosa. Ricordo a tutti, poi, che la Manifattura che sta ripartendo è l’unico momento vero di ricostruzione delle funzioni del centro storico dopo 30 anni.”. Santini ribadisce: “Il centro è in crisi, che chiudono negozi è sotto gli occhi di tutti. Serve una cura choc con tariffe agevolate per i parcheggi, con fasce in cui si paga meno. Non si può sempre mettere le mani in tasca ai cittadini. Servono idee e concretezza del voler fare”. Garzella, infine: “Vedo tante opere annunciate e cantieri che partono adesso. Ma di concreto poco, con idee che non sono concrete. La città è morta e muore perché governata con cialtroneria. Questa è la verità”.

Scintille sulla trasparenza
La domanda anticipa in parte l’appello al voto, che alla fine sarà meno efficace di questo passaggio. Che infiamma la platea soprattutto per il battibecco Tambellini-Bindocci, che poi caratterizzerà il resto della serata.
Marina Manfrotto sottolinea l’unità dei partiti di sinista definita “una cosa abbastanza rara”. “Siamo parte – dice – della società civile che ha lavorato per la difesa di territorio e sanità in prima fila. Siamo anche persone che possiamo dire di aver combattuto in opposizione di questa amministrazione chiarificando punti d’ombra e portando avanti la battaglia contro il piano strutturale. Vogliamo una città trasparente e partecipata”. Il leit-motiv della trasparenza è anche quello di Bindocci: “Siamo un movimento di persone che hanno anche sperato che qualche schieramento cambiasse le cose. Ma la politica è troppo legata agli interessi ed è poco trasparente. Il vero problema è che gli atti all’albo pretorio sono visibili solo 15 giorni. Il palazzo di cristallo è un muro di cemento”. Un’affermazione che fa sbottare Tambellini: “Le cose van sapute leggere – dice – ci vuole una buona terza media. L’accesso agli atti è permesso a tutti in qualsiasi momento. Il nostro è stato un governo di grande trasparenza. Altrimenti potete andare dove sapete per far valere le vostre ragioni”. Poi Tambellini sottolinea il “fatto eminentemente politico della coalizione – dice fra polemiche e fischi – siamo la coalizione della dignità, della giustizia, dell’equità, della dignità della persona”.
Quilici sottolinea la capacità di risolvere i piccoli problemi dei cittadini: “Siamo per una politica di ascolto e condivisione e di risoluzione dei problemi anche minimi che si trascinano da anni”.
“Noi crediamo che bisogna tornare a fare una politica dei territori – è l’intervento di Donatella Buonrippsi – partendo dai municipi. Non abbiamo alle spalle totem di nessun genere. Pensiamo che ci debba essere un ritorno alla politica e alla democrazia. Dobbiamo ricostruire un sano rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione. E’ odiosa l’amministrazione che interpreta le norme in maniera solo coercitiva. Dobbiamo tornare ad un rapporto chiaro e sereno e trasparente”
Quello di Garzella è un vero e proprio appello: “Consiglio di votare noi perché il mio è l’unico schieramento trasversale e civico e rispettoso di tutti, anche di chi ha opinioni diverse. Sono l’unico libero da partiti, ho avuto il coraggio di fare questo percorso con persone libere da partiti. Sono l’unico che non prende ordini da Firenze e dal senatore Marcucci. Questo lo sottolineo con fermezza”.
Alternativo si sente anche Remo Santini: “Io credo che il nostro schieramento – dice – sia quello che può creare alternativa a un sentimento di insoddisfazione agli ultimi cinque anni di amministrazione, che non ha dialogato, non ha lavorato come doveva lavorare e ha fatto tutto solo negli ultimi due mesi. Io propongo che la mia non sia una amministrazione che si chiude nel palazzo come ha fatto questa”. Barsanti chiede un voto per l’attività fatta negli anni in città: “Da 20 anni – ricorda – mi occupo di politica come volontariato. Da 10 anni con Casapound mi occupo di politiche di assistenza alle persone in difficoltà. Il nostro lavoro è negli anni. Le nostre parole d’ordine sono al primo posto i lucchesi e la tutela del centro e delle periferie. Questa giunta, invece, ha tradito dialogo e trasparenza, invece noi vogliamo difendere Lucca”.
Tambellini stuzzica Garzella: “Garzella mi ha fatto impressione – dice – Ricordo il suo patto con il Pd stretto solitariamente”. E poi a Santini che, per il sindaco uscente “è stato in questi anni, da giornalista, il corifeo del centrodestra lucchese”. “Capisco l’ossessione di ritenermi organico al centrodestra – risponde Santini – ma io non ho tessera di partito e non l’avrò mai. Io parlo per me e dico che sono libero e ho una autonomia di azione molto grande altrimenti non avrei mai accettato. La stella polare è Lucca che decide per Lucca”. “Il suo partito – è la risposta di Garzella – come la sua amministrazione è sorda a critiche e riflessioni su un operato che ha ingerenze da soggetti esterni. Le sue frasi non colgono che Lucca è caduta in basso ed è stata umiliata da patti che sono stati stretti lontani da Lucca”.
Scintille, poi, sulla trasparenza: “La trasparenza – dice Bindocci – non è solo metodo ma merito. A partire dal candidato, visto che sono l’unico scelto con le primarie, altri in stanze dove non c’era nessuno”. Poi il j’accuse: “Vogliamo parlare del ocio privato di Sistema Ambiente, della Fondazione che usa fondi pubblici con procedure private, della fusione fra Comics e Polo Fiere? Cosa bisogna fare per trovare trasparenza in quel palazzo?”. Tambellini invita Bindocci a “studiare di più, visto che la Fondazione Crl opera come soggetto di diritto privato”. “Io devo studiare – conclude Bindocci – te dovresti rispondere ogni tanto. L’attività della Fondazione significa aggirare le regole dei bandi che un’amministrazione trasparente non deve fare. Tutto qua”.

I richiedenti asilo
Neanche il tema dei richiedenti asilo provoca un picco di emozione nel dibattito. Anche perché si tratta, per lo più, di cose già sentite.
Bindocci fa l’istituzionale: “Noi siamo per rispettare le regole – dice – ma siamo anche impegnati affinché il Comune tolga il business dell’accoglienza e la gente che si guadagna sopra. Nell’accoglienza fasulla o fatta da certi soggetti vicini si tende a favorire gli amici. Bisogna poi evitare gli accampamenti che sono una vergogna anche per chi ci sta”.
“Lucca è capoluogo di provincia – ricorda Tambellini – ed è tenuta all’accoglienza da norme precise e da qui i richiedenti asilo dovrebbero essere smistati. Noi abbiamo portato avanti un modello di cui andiamo fieri, accompagnato dall’integrazione e dalla cura delle persone. E’ chiaro che questo modello ha delle caratteristiche, non può essere dilatato all’infinito. Ma mi dispiace che nei grandi numeri si perda il senso della persona. Un bambino che muore non è un numero, ma una persona”.
Per Quilici “Lucca ha già accolto anche troppo, ha superato i numeri stabiliti, i profughi continuano a sbarcare in Italia. Arrivano sulle coste italiane migliaia di profughi ma tutta l’Africa in Italia non ci può entrare. I migranti economici devono tornare a casa loro, non tutti fuggono dalle guerre e bisogna tornare a considerare i lucchesi”. “Che Lucca sia una città accogliente lo sappiamo – commenta Buonriposi – parla la sua storia. E’ chiaro che essere accogliente non vuol dire prenderla in saccoccia. Bisogna far rispettare le leggi, con un patto ferreo con la prefettura che si rende necessario e indispensabile. Bisogna rompere il progetto all’origine e intervenire su quelle associazioni che non gestiscono sul territorio i ragazzi. E’ inaccettabile l’accattonaggio e bisogna affrontare i richiedenti asilo come si considerano gli ospiti: io ti accolgo ma tu dai qualcosa in cambio”. Per Garzella “qualsiasi tipo di accoglienza non può stravolgere il tessuto sociale della comunità. Il sindaco non ha saputo mantenere la schiena dritta di fronte al prefetto e il campo alla Croce Rossa è una bomba sociale e sanitaria, per cui non sono state prese le misure che possono contrastare il business dei profughi. Come sindaco interverrò con una verifica urbanistica delle strutture che accolgono le persone perché si parla di persone non di carne da macello”.
Santini chiede che il rapporto col prefetto sia di pari livello. “Il sindaco deve tutelare quello che chiedono i lucchesi – dice – I numeri son stati superati, le condizioni sono disastrose. Il sindaco deve rappresentare alla prefettura – che si deve bloccare il flusso. Si deve trovare una soluzione perché un’accoglienza sia meno invasiva. Servono ordinanze antiaccattonaggio più severe di questa, e il fenomeno deve essere governato meglio per evitare bivacchi ed altri episodi”.
“La situazione è sotto gli occhi di tutti – dice Barsanti – Il Comune può arrivare fino a un certo punto ma serve una svolta radicale perché l’accoglienza così com’è è solo un business remunerativo. Da sindaco cercherei che venga sottratto meno territorio possibile ai lucchesi come parco fluviale, parcheggi, zona delle tagliate”. “Sui migranti – conclude Manfrotto – si fanno affermazioni generiche e vaghe. Le persone ci sono, le abbiamo accolte. Serve per loro un corso di lingua italiana e dobbiamo avere la responsabilità di dove vanno a finire. In secondo luogo tanto vale che imparino un mestiere. Rendiamo l’accoglienza utile e non inutile”.

Il turismo in bassa stagione
Sul turismo in bassa stagione è guerra di dati. Apre Tambellini ricordando come “Lucca è per dieci mesi città turistica, salvo gennaio e febbraio. E i numeri ci danno ragione: Torre Guinigi fa dalle 200 alle 230mila presenze, il museo Puccini 35mila persone in un anno. Il modo per incrementare turismo c’è: è rendere palazzo Guinigi un museo vero, riportare attività importanti in città come Photolux, il lavoro sul cinema e puntare sul turismo congressuale”.
Quilici chiede di “diversificare l’offerta con manifestazioni di ogni tipo: gastronomia, museo dei motori, oltre a sinergie per effettuare percorsi turistici adeguati come quello dell’acquedotto del Nottolini”. “Noi al centro del programma – spiega Buonriposi – abbiamo messo la cultura con l’idea di bellezza, che deve diventare un concetto politico. Il bello educa in senso e in termini positivi. Negli anni sono stati chiusi molti musei come il Museo della Città, che deve tornare a rivivere come il Museo del Fumetto ed è importante avere una visione di insieme. Pensiamo per compartimenti stagni, invece turismo, cultura e sport sono elementi di un unico sistema”.
“Il problema – dice Garzella – non è solo per la bassa stagione ma anche come gestione complessiva, visto che finora la promozione è stata a gestione parrocchiale. Puntiamo su turismo sportivo, enogastronomico, culturale, che porteranno nuove presenze sul territorio con un piano sinergico concreto. Affiderò l’assessorato a cultura, turismo e commercio un manager di alto livello che possa gestire questi settori in maniera alta”.
“Turismo e cultura vanno a braccetto – dice Santini – Invece a Lucca sono stati cambiati in cinque anni tre assessori laddove bisognava puntare più sulla competenza. Bisogna aiutare le manifestazioni a espandersi. Da anni propongo una manifestazione dal titolo Aspettando il Summer Festival anche per i mesi di maggio e giugno. Poi penso a un museo delle mura con visite guidate per oltre 300 giorni all’anno, un focus su Puccini e poi un Natale come si deve con mercatini e presepi”.
Barsanti parla di “potenzialità non sfruttate, politica carente, promozione carente, patrimonio da sfruttare per creare nuove cose che di fatto siano appetibili per i turismi. Come esempi ci sono il museo del sigaro toscano, un museo della carta e dei motori. E poi occorre potenziare gruppi storici che fanno lavoro culturale. Chiederemo la candidatura di Lucca a capitale della cultura 2020. Carmine e Manifattura rilanciate sarebbero poi un’ottima attrattiva”.
Per Marina Manfrotto “bisogna investire la tassa di soggiorno nelle attività turistiche. Pensiamo poi a un festival dedicato a questa città come accade in altre città con un tema da definire che possa caratterizzare Lucca. Ci sono poi tanti eventi a cui non viene dato giusto valore e importanza”.
Bindocci provoca il sindaco: “Tambellini parla di stagione turistica per dieci mesi ma intanto Itinera fa l’accordo per la stagionalità per sei mesi. E intanto la stagione è fatta da gente con l’ombrellino che consuma un caffè. Sul turismo non si è fatto niente: serve un museo all’altezza perché se i turisti vanno sulla torre è perché non c’è altro da fare”. Tambellini risponde alle “provocazioni”: “Bindocci – dice – le questioni sindacali le conosce bene, prima della Cgil e poi della Uil. Per Santni mi chiedo se sta a Lucca e la conosce, ma è possibile di no visto che è residente a Capannori, quindi qualche dubbio ce l’ho. Le manifestazioni del Settecento Musicale, Virtuoso e Belcanto, Dance Meeting e altre sono tutte situazioni che abbiamo creato noi. Il resto sono discorsi”. “A Lucca – risponde Santini – per le decisioni che vengono prese dall’alto sembra di essere in provincia di Firenze. Sono importanti i progetti se si ama la città, non dove uno abita. E credo che sul turismo bisogna dare dimensione internazionale”. Buonriposi, infine, rilancia l’idea del teatro per grandi rappresentazioni in estate, a porta San Donato. Manfrotto, invece, vuole valorizzare la zona circostante Lucca “che ha dei tesori incredibili”.

Il futuro del Campo di Marte
Poche idee, ma confuse, sul futuro di Campo di Marte, che sarà uno dei temi che potrebbe caratterizzare il prossimo quinquennio.
Per Quilici “è bene che la parte che ha destinazione sanitaria resta tale. Gli altri edifici vanno potenziati a servizi sanitari. Le parti che restano potrebbero essere utilizzate o come cittadella dei servizi come istituti scolastici, come ad esempio il Giorgi”. Ipotesi rigettata da Donatella Buonriposi che, da dirigente scolastica, ricorda il progetto di accorpamento fra Giorgi e Fermi. “Una parte del Campo di Marte – dice – deve essere utilizzata a presidio sanitario come attività di formazione, servizi e sportelli. Il resto per attività sportive, motorie, psicomotorie che mancano in città. Molte associazioni si lamentano da questo punto di vista”. “Il Campo di Marte – dice Garzella – è l’emblema del fallimento dell’amministrazione Tambellini, che in cinque anni non ha presentato nessun progetto concreto. Dal mio punto di vista le strutture devono essere utilizzate con finalità pubbliche come i servizi post-degenza del San Luca e una riabilitazione degna del capoluoogo. Sono favorevole alla presenza della questura mentre non sono d’accordo per l’accorpamento di tutte le forze dell’ordine in quel luogo. Alcune parti vanno poi aperte e riconsegnate al quartiere San Marco”.
Per Santini occorre “pensare a una cittadella dedicata alla salute, da rivendicare con forza – spiega – Abbiamo subìto un San Luca e un modello che è un fallimento. Si deve poi fare in modo che il Campo di Marte diventi una struttura fruibile per San Marco. Credo che si debba andare di fronte alla Regione a chiedere tempi certissimi”. Santini propone che Campo di Marte sia, inoltre, sede di molte associazioni di volontariato”.
Anche per Barsanti “la sanità rapprsenta il fallimento delle politiche del centrodestra e del centrosinistra. Ci hanno imposto il San Luca e il modello sanitario regionale per un fallimento che riguarda entrambi i poli. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti, manca una degenza per postacuti e una medicina territoriale. Occorre mantenere nell’area le funzioni sanitarie e tutelare il Campo di Marte dalle speculazioni”.
Manfrotto rivendica le battaglie contro il San Luca: “Noi siamo gli unici che hanno partecipato alla lotta dei comitati sanità – dice – All’apertura del San Luca sapevamo che sarebbe stato un fallimento. Campo di Marte non deve essere venduto e ceduto e non si devono costruire posti per commercio e appartamenti, perché il San Luca dimostra già delle crepe”.
Il Movimento Cinque Stelle, con Bindocci chiede un “Campo di Marte a vocazione solo sociosanitaria, perché ce n’è bisogno. La struttura del San Luca è stato un business, qualcuno si è fatto tondo, sugli appalti c’è stata una gestione scandalosa, si sono persi posto di lavoro. La sanità per acuti dove non funziona il pronto soccorso, poi, è un ossimoro”.
Sul Campo di Marte, ricorda Tambellini “un progetto compessivo è fatto da tempo. La sanità di secondo livello a campo di marte è stata localizzata e incrementata. Serve una offerta che guardi a prevenzione, stabilizzazione della cronicità e riabilitazione. Campo di Marte è una struttura da aprire al quartiere e con servizi, senza innesti impropri di carattere commerciale, competitivi con il tessuto urbano. Ma va ricordato che il Campo di Martte non appartiere a noi, ma ha un altro proprietario, il Comune può solo dire le funzioni, cosa che abbiamo fatto”.
“Facile dire – irrompe Garzella – che il Campo di Marte non appartiene a noi. Il sindaco deve battere i pugni sul tavolo del presidente della Regione, altrimenti è troppo semplice. In realtà sul Campo di Marte non si è fatto nulla”. “Per la schiena dritta – dice Tambellini – ci metteremo il busto. Sui presidi periferici abbiamo puntato su S.Anna, su San Concordio e sul Campo di Marte. Così copriamo tutta Lucca mentre la zona a nord è coperta da Marlia”.

L’appello finale
L’atmosfera surriscaldata scarica un po’ di significato l’appello finale
Buonriposi mette al centro famiglia, servizi e cultura. “Ma bisogna – spiega – far innanzitutto funzionare la macchina amministrativa, con le professionalità giuste al posto giusto, con una visione imprenditoriale e manageriale. Punteremo a questo: i progetti si realizzano se c’è una macchina che riusciamo a controllare noi”.
“Invito i cittadini e gli elettori – dice Garzella – a farsi una domanda prima di entrare nel seggio: se la loro vita è migliorata rispetto a cinque anni fa. Se questo persiste il voto è per Tambellini, se la risposta è negativa, come pensom chiedo il voto ai cittadini lucchesi per ridare dignità ai cittadini di Lucca in un progetto trasversale, con un sindaco giovane e con grande preparazione amministrativa, senza padroni e senza cambiali da pagare”.
E’ il turno di Santini: “Ho fatto scelta importante – dice – lasciando una poltrona sicura per una avventura difficile e sono ancora più convinto di quando ho scelto questo percorso. Vogliamo riscrivere insieme una pagina di Lucca diversa e che ridia a Lucca dignità, che manca al territorio. Vogliamo ridare fiducia e speranza con una alternativa a un diffuso senso di insoddisfazione. Con una amministrazione competente, con assessori che si nominano in base alla professionalità e non alla tessera di partito. Per valorizzare passione, orgoglio e tradizione con una Lucca che torni a credere in se stessa”.
Barsanti chiede il “coraggio di cambiare”. “Centrodestra e centrosinistra – dice – hanno governato e fallito. Tempo non ce n’è più. Votate chi in questi anni ha dimostrato di stare nel territorio. Votate chi ha dimostrato di voler difendere questa città”.
“Se amministreremo la città – dice Manfrotto – non saremo deboli, mai soggetti ai dirigenti, alla regione al governo nazionale. I nostri saranno tutti interventi per il bene di Lucca. Siamo pronti a portare avanti un risparmio pubblico che sia evidente e professionalità che sono nella nostra lista. Non cambieremo alcunché fino ad aver ricevuto le osservazioni dei cittadini e creeremo un’app e un sito per contattarci tutti i giorni”:
“La motivazione principale per votare noi – dice Bindocci – oltre alla trasparenza è quella che la politica tradizionale ha fallito. Pensiamo alla Consip, alla politica di Forza Italia negli anni passati. Bisogna spazzare via questa roba e diminuire i costi della politica, a partire dallo stipendio del sindaco”. Affermazione che provoca la reazione di Tambellini a cui Bindocci risponde: “Non vorrei mai per mio figlio un insegnante come te”.
“Sento parlare di tasse abbassate e spese aumentate – dice Tambellini, sprecando un po’ il tempo a sua disposizione rintuzzando i contestatori in teatro – e non capisco come si possa fare. Per chi ascolta penso che conti la storia delle persone e quello che hanno fatto”.
“l motivo per cui chiedo il vostro voto – chiude Quilici – è una politica in cui la volontà politica sia solo per il bene del cittadino e per rispondere ai bisogni a partire dalle piccole cose, attuando la politica del buon padre di famiglia. Una politica di buon senso che non privilegi le grandi cose escludendo le piccole”.

Enrico Pace

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