Trovato morto in azienda, ancora dubbi sulle cause

Restano ancora alcuni dubbi da dissipare sulle cause della morte di Alessandro Vornoli, l’operaio 48enne di Farneta, trovato senza vita vicino ad una cabina elettrica di un macchinario alla Baldassari Cavi di Lammari dove lavorava, la notte del 19 giugno scorso (Leggi). Gli accertamenti medici finora svolti e richiesti dal sostituto procuratore Lucia Rugani non sono riusciti ancora a fare piena luce.
La salma trasportata all’obitorio del Campo di Marte era stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per svolgere gli esami medici necessari ad escludere una morte provocata da una scarica elettrica. Un ipotesi che in prima istanza era stata suggerita dal medico necroforo dell’obitorio che ai tecnici della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro aveva riferito di lesioni ai calzini della salma che facevano pensare ad una possibile elettrocuzione.

Dai rilievi effettuati sui piedi di Vornoli, comunque, è stata esclusa la possibilità di una elettrocuzione perché non erano stati trovati segni particolari sul corpo dell’operaio.
Tuttavia gli accertamenti su quel decesso non sono conclusi. I tecnici dell’Al si sono infatti recati di nuovo alla ditta Baldassari Cavi per richiedere la documentazione sanitaria e di rischio dell’operaio. Non solo. Per escludere un malfunzionamento dell’impianto elettrico è stata richiesta anche documentazione sull’ultima verifica dell’impianto di messa a terra ed è stato ascoltato a sommarie informazioni anche il responsabile della sicurezza. Adesso la documentazione medica sarà esaminata per capire se l’operaio, visti alcuni problemi di salute, dovesse o meno essere esonerato dai turni notturni. Un atto dovuto per accertare le circostanze della morte. Anche se allo stato si continua a propendere per un decesso provocato da malore.

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