La Cisl: “Carcere fatiscente, disagi per agenti e detenuti”

Carcere di San Giorgio, continuano i disagi sia per i detenuti sia per gli agenti della polizia penitenziaria. A sottolinearli è il segretario generale territoriale della Fns Stefano Pierini e il segretario territoriale della Fns Cisl Carlo Angioli.
“Era il 4 settembre del 2013 – scrivono – quando denunciammo le situazioni di scarsa salubrità e funzionalità degli ambienti di lavoro, oltre a quelli destinati al benessere personale, della casa circondariale San Giorgio. Quella denuncia seguiva ad altra già fatta due anni prima sempre a seguito di una visita agli ambienti interni del carcere. Quanto denunciammo, pur tenendo presente la vetustà degli edifici, era frutto di segnalazioni sindacali dettagliate ed oggetto di precisi progetti d’intervento preposti dalla stessa direzione dell’istituto lucchese. Quasi metà dell’intera struttura rimane – tutt’oggi – chiusa e dichiarata inagibile, senza che sia chiaro quale sia il progetto di recupero e di interventi straordinari, necessari per affrontare e risolvere i problemi. Proponevamo, ad esempio, l’automatizzazione dei cancelli e qualche piccola miglioria all’ambiente e agli arredi della portineria principale”.

“L’ingresso di un carcere – prosegue il sindacalista – è spesso anche un po’ il biglietto da visita dell’istituto e quello di Lucca è un pessimo biglietto. Su questo specifico punto, confidammo in certi interventi urgenti e ci veniva dichiarata disponibilità immediata, peraltro ricevendo conferme di finanziamenti da Roma. Invece ad oggi nulla è stato fatto. I modesti spazi nei quali perano servizi essenziali (l’ufficio matricola, l’ufficio servizi, l’ufficio comando, le postazioni degli addetti ai due diversi lati del cortile interno, snodo operativo cruciale di transito di ogni attività dell’istituto), ma anche l’inadeguatezza dei locali destinati a infermeria, che così come segnalammo nel 2011, avvengono in un locale dove il personale della Asl deve assicurare le attività di assistenza sanitaria ai detenuti. Una stanza dove gli operatori devono condividere lo svolgimento di varia attività, di qualunque si tratti, in un locale con un’unica via di accesso e di uscita che afferisce sul cortile all’aperto. E di fronte a detto locale, speratao solo dallo spazio aperto nel cortine, ci sono altre due piccole stanze per visite specialistiche, dove gli eventuali pazienti attendono il loro turno all’aria aperta. La cucina detenuti rimane un ambiente privo di necessari impianti di climatizzazione, che possano produrre caldo in inverno e raffreddare l’aria in estate. Gli arredi e gli strumenti sono modesti”.
“Nei reparti detentivi – prosegue Angioli – il sovraffollamento determina condizioni pesanti di lavoro e di convivenza. Gli ambienti avrebbero bisogno di interventi di manutenzione, alcuni di natura ordinaria, altri straordinari. Le celle sono utilizzate oltre misura e questo, oltre all’eccessivo numero di persone detenute, vede conseguentemente gli arredi appesantire spazi, luminosità e aerosità, tutte situazioni che si ripercuotono anche sull’esercizio del servizio dei colleghi di polizia penitenziaria. C’è poi un altro reparto dove, nonostante la precedente segnalazione, rimane il problema legato all’inesistente ricircolo d’arai, dove è peraltro assente qualsiasi sistema di aspirazione. Anche in questo caso il personale che opera in tale sezione è costretto a trascorrere l’intero turno in un reparto assolutamente insalubre, dove odori e fumi – di ogni tipo – sono diffusi uniformemente ed ampiamente nel reparto stesso”.
E poi la sala colloqui detenuti. “Il locale – va avanti Angioli – a distanza di anni ha ancora l’intera superficie dei soffitti puntellata come se fosse passato un “terremoto” con supporti in legno alle colonne centrali che rendono impossibile osservare i movimenti che accadono nella sala in occasione dei colloqui tra detenuti e loro congiunti. Oltretutto non esiste ancora una postazione protetta del collega addetto a tale sala colloqui, il quale è costretto a sedere in un angolo della stessa sala, insieme a detenuti e congiunti, in una modalità operativa che non è neanche rispondente delle norme vigenti dei regolamenti, che precludono generalmente all’ascolto dei contenuti dei colloqui che i reclusi possono condividere con coniugi, figli, genitori, eccetera nei colloqui ordinari. Inidoneo il cortile dei passaggi detenuti che non dispone di nessuna pur parziale zona coperta, dove poter ipotizzare l’uso dello stesso in ogni giornata prescindendo dalle condizioni atmosferiche esterne. Ciò limita la possibilità di vedere in certe giornate, pur se per poco tempo, i detenuti uscire dalle celle e dalle sezioni per alleggerire la situazione operativa interna. Seri problemi restano per le condizioni del camminamento del muro di cinta. Le garitte non sono neanche degne di essere definite tali. Solo una delle garitte, quella dove il muro di cinta termina e quindi da lì possibile solo tornare indietro al punto di partenza, è poco più spaziosa. Era l’unica che disponeva di sistema di climatizzazione che pare ormai fuori uso anch’esso.
Sono in corso lavori di ristrutturazione ad una parte della caserma del personale che, per esempio, è promiscua fra personale maschile e femminile, con servizi igienici e docce, comuni anch’esse per uso e gestione. Ci sono stanze stracolme di arredi, dove anche l’eventuale uso a spogliatoio diventa difficoltoso. Così come permangono materiali fuori uso nei corridoi, dormendo un’idea peggiore di quello che non è a chiunque vi accede. Inidonea la Sala Regia, un piccolo locale dve il personale, ancora grazie all’impegno di alcuni colleghi, rende funzionali i pochi strumenti disponibili. La mensa rimane allocata in un piccolo locale, dignitoso pur se angusto, viste le dimensione e la collocazione. I locali invece destinati allo spaccio sono quelli apparentemente più spaziosi e che però sono utilizzati meno, visto che sovente lo spaccio è purtroppo chiuso. In conclusione ribadiamo l’assenza di un sistema di automatizzazione delle porte. In tutto l’istituto ogni passaggio avviene con chiavi e chiavistelli e tutto rigorosamente manuale. Anche su questo sarebbe necessario capire che fine hanno fatto le proposte che negli anni, comunque, erano state avanzate dalla direzione per un progetto di automatizzazione, utile non solo a migliorare la qualità del lavoro ma anche a paventare eventuali nuovi sistemi di organizzazione del lavoro stesso per poter anche razionalizzare l’uso dell’insufficiente numero di personale. Questo ultimo aspetto, relativo alla carenza di personale, necessità di richiamare l’amministrazione ad una attente rivisitazione della pianta organica prevista. Per Lucca sulla carta pare quasi a posto quella del ruolo agenti assistenti, mentre resta gravemente inadeguata quella dei ruoli di sovrintendenti ed ispettori. Su questo è necessario programmare interventi, Tale condizione espone il personale del ruolo esecutivo a dover assolvere a mansioni non solo definibili superiori ma ad assolvere funzioni improprie giuridicamente e non previste”.
“L’assenza di spazi – conclude il sindacato -, abbinata alle carenze di organico di polizia penitenziaria, ed al sovraffollamento detenuti, è la causa principale di uno stress lavoratori eccessivo per il personale e di tensioni fra la popolazione detenuta. E’ pur vero che non si può pensare di continuare ad attuare interventi tampone, in particolare rispetto alla struttura. Se è vero che non è possibile in questa fase economica prevedere la costruzione di un nuov carcere per Lucca, si può e si deve pretendere di attuare un serio progetto di ristrutturazione dell’intero istituto, prevedendone se necessario anche una parziale chiusura a rotazione tra reparti e settori. Con un progetto generale si può ipotizzare anche il recupero di importanti porzioni della struttura, oggi interdette all’uso e che porterebbero a recuperare spazi per nuovi posti detentivi. Chiaramente questo progetto andrebbe legato ad una riorganizzazione interna del lavoro ed all’adeguamento di dotazione di personale. Su questi temi la Fns Cisl si è sempre dichiarata pronta a collaborare, consapevole che gli attuali vertici dell’istituto sarebbero probabilmente i più adeguati attori di una importante riorganizzazione e ristrutturazione del carcere lucchese. Anche per tutto ciò che abbiano detto non comprendiamo certe dichiarazioni politiche che dalla vigilia di Natale fino ai giorni scorsi hanno visto alcuni esponenti di diversi partiti affermare tutto e l’esatto contrario sulla stampa locale e nazionale, occupandosi prevalentemente dei detenuti e senza altrettanta attenzione del personale”.

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