“No alla nuova cementificazione”, venerdì il flash mob in piazza Napoleone

Nel mirino i lavori dei Quartieri Social a San Concordio e il progetto per la manifattura sud. Organizzano Extinction Rebellion Lucca e Comitato per San Concordio. Aderisce Bindocci (M5S)
Un flash mob contro la ‘nuova cementificazione’ a Lucca. Si terrà venerdì (17 luglio) alle 18 in piazza Napoleone e l’organizzazione è dell’associazione di tutela ambientale Extinction Rebellion Lucca e del comitato Per San Concordio. Alla manifestazione ha garantito la sua partecipazione anche il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci.
“Abbiamo organizzato questo flash mob – spiegano gli organizzatori – perché siamo preoccupati della crisi climatica, temiamo per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. È vitale occuparci con consapevolezza e lungimiranza della nostra cosa comune a partire proprio dal nostro territorio, dalla nostra città. Quindi ci preoccupano molto i progetti finanziati con 12 milioni di euro dei fondi ministeriali dei Quartieri Social: quello che sta accadendo nell’area ex Gesam di San Concordio, alle porte della nostra città, dove su un’area di 3600 metri quadrati ne verranno occupati 2400 metri quadrati con un parcheggio seminterrato e con un edificio alto 16 metri, più alto dei palazzi Iffi, e altri mille metri quadrati saranno occupati da strade, piazze pavimentate, scale, scivoli, rampe e vasconi di cemento. Dove l’unico verde sarànno arbusti e alberelli piantati non in terra ma in grandi vasche di cemento”.
“La chiamano piazza coperta – proseguono gli organizzatori – noi proponiamo invece di ristrutturare un bell’edificio già esistente, il chiesone, già di proprietà comunale e vincolato come bene architettonico, per attività culturali e di socializzazione; di salvaguardare e valorizzare i resti archeologici presenti nell’area e dedicare a verde il restante terreno, di farne un altro polmone per la nostra città, per mitigare il clima, creare frescura, ripulire l’aria e richiamare l’acqua: siamo in emergenza idrica anche a Lucca, anche se i nostri amministratori fanno finta di non saperlo”.
“Ci preoccupa anche la costruzione di una scuola nuova nel parco in via Nottolini – proseguono gli organizzatori – ulteriore cementificazione, ancora consumo di suolo e riduzione del verde. Ci ha lasciati sgomenti vedere il parchino della traversa I di via Formica, dove stava per partire il progetto già approvato e finanziato di realizzazione di un laghetto nella depressione esistente, cementificato in modo irreversibile, con i Quartieri social, con colate di cemento che ne hanno coperto circa 1500 metri qusdri su un’estensione di 4800 metri quadri: quasi un terno del terreno perso per sempre. Ci addolora vedere il progetto di costruire una galleria che collegherà il parco della Montagnola, in piazzale Aldo Moro, con la zona umida vicino all’Esselunga, un’altra colata di cemento irreversibile, una strada larga 4 metri coperta da una tettoia di acciaio: che senso ha?”.
Ce n’è anche per la manifattura tabacchi: “Ci preoccupa – spiegano ancora gli organizzatori – anche leggere sulla stampa di progetti presentati da privati che prevedono di utilizzare l’ex manifattura tabacchi per edilizia privata di lusso e l’ipotesi di dare un baluardo della nostre Mura in concessione per 50 anni a questa società privata. Che senso ha? Pensiamo a quante cose fatte bene si possono fare con i 12 milioni di euro dei quartieri social, con i 6 milioni di euro della piazza coperta, i 4 milioni per le aree verdi, il milione di euro delle piste ciclabili, tutti soldi nostri di fondi pubblici italiani, soldi delle nostre tasse. Oggi più che mai abbiamo bisogno di salvaguardare l’ambiente e il suolo, di non consumarlo, di ampliare il verde, di salvare gli alberi e collaborare responsabilmente per gestire l’emergenza climatica , proprio a partire proprio dalla nostra città”.
“Da anni cerchiamo di farci ascoltare dall’amministrazione comunale – dicono le due associazioni – cerchiamo un dialogo che ora è più urgente che mai: siamo in piena emergenza climatica e ambientale, vogliamo una ripartenza vera che tuteli la vita e metta al primo posto la questione ambientale e la transizione ad un modello di sviluppo veramente eco-sostenibile e compatibile con la vita umana sul nostro pianeta. Cementificare, costruire, consumare il suolo, tagliare gli alberi, continuare a inquinare, a ridurre spazi verdi, vuol dire continuare a distruggere il meccanismo capace di assorbire le emissioni dei gas che alterano il clima, come l’anidride carbonica, usata nella fotosintesi, per produrre cibo per tutti noi. Continuiamo a favorire l’aumento delle emissioni, peggiorando i cambiamenti climatici che a loro volta influenzano negativamente l’esistenza di quanto ci resta del patrimonio di verde e di biodiversità sopravvissuto a urbanizzazione, disboscamento, agricoltura industriale. È un meccanismo perverso, che se non viene fermato, ha come meta l’estinzione. I dati ambientali, climatici, e della sanità pubblica a livello nazionale, regionale e locale non sono confortanti. La pandemia ne è l’esempio più evidente. Tutti noi possiamo fare qualcosa, già a partire dalla nostra città. Per vivere diciamo basta a terreni asfaltati, abbiamo bisogno di prati alberati. Perché noi non ci battiamo per difendere la natura: noi siamo la natura che si difende”.