Ex Molino Pardini, il comitato pronto a dar battaglia: “La risposta del Comune non convince” foto

I residenti dopo le parole dell'assessora all'ambiente: "Ci riserviamo di tutelare il nostro territorio nei modi e nei tempi che ci consentiranno una improcrastinabile risoluzione del problema"

Ex Molino Pardini, la risposta del Comune non soddisfa il Comitato paesano di San Pietro a Vico. I residenti pronti a dare battaglia: “Ci riserviamo di tutelare il nostro territorio nei modi e nei tempi che ci consentiranno una improcrastinabile risoluzione del problema”.

“Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’assessora all’ambiente Cristina Consani, fatte il 21 maggio a seguito dell’interrogazione dell’8 marzo presentata dal capogruppo di Lucca Futura, Gabriele Olivati – dicono dal Comitato paesano di San Pietro a Vico -. Siamo costernati e insoddisfatti delle risposte che sono state date: il Comune di Lucca, nelle persone del sindaco Pardini, dell’assessore alle frazioni Barsanti, del presidente della commissione ambiente Santi Guerrieri e della dirigente ai lavori pubblici Giannini, era stato già informato della situazione di pericolosità dell’ex Molino Pardini il 28 giugno 2023 durante la pubblica assemblea. Il primo esposto, fatto dal comitato e inviato al Comune, alla procura, alla prefettura, all’Arpat e e ai Carabinieri, risale al 9 agosto 2023: si era fatto riferimento a materiale analizzato da Chemical Controls definito cancerogeno di categoria 2. Secondo l’assessora c’è stato subito dopo l’interessamento dell’ufficio ambiente che ha passato la segnalazione alla polizia municipale l’11 agosto 2023”.

“Il 21 agosto abbiamo richiesto un riscontro alla segnalazione inviata e il 23 agosto 2023 l’Arpat ha evidenziato la necessità di mettere urgentemente in sicurezza il sito, di censire i centri di pericolo e di allontanare tutti i rifiuti presenti, oltre a limitare gli accessi e a bonificare ciò che poteva risultare potenzialmente dannoso. Sempre l’Arpat sollecitava il Comune ad attivarsi per avere un cronoprogramma da parte della società che riguardasse gli interventi da mettere in atto – proseguono dal comitato -. Questi avrebbero poi dovuto essere comunicati sia all’Arpat stesso sia al Comune. Dalle dichiarazioni dell’assessora Consani si estrapolano ulteriori dati temporali che passano dal 19 settembre 2023 all’ottobre 2023 e ancora a novembre 2023 quando l’Arpat ha dichiarato di aver fatto un primo sopralluogo già il 29 settembre 2023 e un secondo sopralluogo il 10 ottobre 2023 con prelievo e campionamento dei materiali. Già dal 25 ottobre 2023 le prove analitiche avevano confermato la presenza del materiale isolante, per cui si sollecitava il coinvolgimento dell’Asl. In questo contesto, a novembre la polizia municipale ha verificato che gli accessi erano in sicurezza, mentre il 13 novembre 2023 la società ha comunicato di aver dato incarico a tecnici di sua fiducia; l’11 dicembre 2023 la proprietà stessa afferma che gli
accessi sono in sicurezza e dice di aver iniziato il campionamento riguardo al rischio ambientale, propedeutico alla bonifica”.

“Il 28 dicembre l’Ufficio ambiente chiede ad Arpat di verificare se quanto dichiarato relativamente al campionamento sia corretto – vanno avanti -. Va sottolineato che lungo tutto questo arco temporale il comitato non è stato né ricevuto, né tanto meno informato di quanto stava accadendo. Va precisato anche che, per quanto riguarda la messa in sicurezza del perimetro e le possibilità di accesso agli immobili, basta percorrere la recinzione sul lato est, nord e ovest, per comprendere quanto la chiusura dell’area sia poco
efficace. Per quanto il Comitato possa capire dall’esposizione dell’assessora, sembra che il 4 gennaio 2024 la prefettura abbia chiesto un riscontro in merito al piano di sicurezza dell’area. Il 14 febbraio 2024 il Comune rinnova la richiesta alla società di impedire l’accesso al sito, di dare riscontro alle richieste di Arpat, provvedendo alla classificazione di pericolosità ai fini della tutela ambientale; di riscontrare le analisi chimico-fisiche dei rifiuti. La società ha risposto l’1 marzo dicendo di essere in attesa di riscontrare le analisi chimico-fisiche dei rifiuti e di aver messo in sicurezza con recinzioni, muri di cemento, blocchi di pietra, etc. etc. tutta l’area per evitarne l’accesso. Promette addirittura di integrare la segnaletica e garantisce che sono presenti sopralluoghi con presidi giornalieri”.

“Onestamente non ci siamo accorti di niente, anche se stiamo osservando dall’esterno la situazione con molta attenzione. I cartelli sono talmente  vecchi e scoloriti che per leggerli è necessario avvicinarsi al sito. E così siamo finalmente arrivati al 21 maggio 2024: il Comune sta ancora aspettando la classificazione di pericolosità da parte della società privata, ma possiamo stare molto tranquilli, perché, come dice l’assessora, il controllo è vigile e continuo, anche se non sono state emesse ordinanze comunali – proseguono -. Inoltre, su suggerimento del presidente del Consiglio Comunale Torrini, abbiamo ascoltato il lungo intervento dell’assessora per estrapolare informazioni di pubblica utilità che dovranno essere ‘lette tra le righe’. Ci auguriamo di aver quindi saputo decodificare bene tutta la serie di protocolli, di date e di scambi epistolari così ben dettagliati, che sarebbero stati molto più chiari se almeno un esponente dell’amministrazione si fosse sentito in dovere di coinvolgerlo”.

“Ricordiamo che il Comitato è composto da cittadini e diretti interessati a una situazione che può mettere in pericolo la salute dei residenti e soprattutto quella dei bambini che frequentano la scuola primaria prospiciente il Molino – concludono -. Ricordiamo anche che, come disse il sindaco Pardini nell’assemblea del 28 giugno 2023, egli rappresenta l’autorità sanitaria locale. Infatti, come afferma l’articolo 50 del Testo
unico degli enti locali, spetta al sindaco firmare le ordinanze contingibili e urgenti per emergenze sanitarie o di igiene pubblica, o in caso di grave incuria, degrado del territorio, dell’ambiente e della vivibilità urbana. Ci riserviamo di tutelare il nostro territorio nei modi e nei tempi che ci consentiranno una improcrastinabile risoluzione del problema“.

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