Braccini (Fiom Cgil): “L’industria lucchese delle macchine per la carta soffre già gli effetti del caro energia”

Il segretario regionale: "Si notano i primi segnali di un'economia di guerra e le prospettive non sono destinate a migliorare"

“L’industria lucchese delle macchine per la carta è cresciuta nei primi mesi dell’anno e sono aumentati i volumi produttivi, ma si iniziano ad intravedere gli effetti del caro-energia e dell’aumento del costo della cellulosa“. A dirlo è Massimo Braccini, segretario generale della Fiom Toscana.

“Il 2023 – afferma – rischia di diventare un anno difficile, soprattutto per le imprese di più grandi dimensioni. Si registra infatti un rallentamento da parte dei produttori europei di carta e la conseguente mancanza di ordinativi, soprattutto di grandi linee. Tengono di più i mercati cinesi, americani e medio orientali dove probabilmente si fanno sentire molto meno i costi energetici. L’Europa dovrebbe riflettere meglio riguardo al sostenere la borsa di Amsterdam come mercato di riferimento del prezzo del gas, visto che si tratta di un hub speculativo”.

“Siamo entrati a pieno regime in un’economia di guerra ed i produttori di carta, come succede anche in altri settori, rimandano gli ordinativi – sostiene Braccini – . Hanno assunto una posizione di attesa e questo non lascia intravedere una facile prospettiva. La situazione non è uguale in tutte le imprese, ma è evidente che a risentirne di più saranno quelle che hanno bisogno di molte linee per saturare gli impianti, come la Koerber, dove si registra già una diminuzione di lavoratori dell’indotto nel ciclo produttivo. Questo scenario rischia di determinare politiche aziendali di riduzione dei prezzi sulle macchine prodotte, ed una conseguente riduzione dei costi aziendali, con tutto ciò che ne può conseguire”.

“Il settore meccanocartario, con la sua forte specificità localizzativa e tecnologica – prosegue Braccini -, costituisce uno dei punti di eccellenza dell’economia locale e regionale. Bisogna provare ad anticipare i cambiamenti in un sistema in evoluzione, rafforzare le imprese dell’indotto, che ormai sono parte integrante dei cicli produttivi, in modo da favorirne sviluppo e crescita, anche attraverso politiche consortili, politiche del credito, creazione di servizi comuni e di filiera, innovazione e formazione professionale dei lavoratori. Altresì, nel settore meccanocartario a Lucca e zone limitrofe, vi sono molte aziende concorrenti, spesso appartenenti a diverse multinazionali”.

“In una fase inedita come questa – conclude -, riteniamo che sarebbe opportuno riflettere con tutti gli operatori del settore sulle prospettive complessive del settore, la sua salvaguardia ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Anche se siamo in un mondo globalizzato, in ogni territorio è più che mai necessario analizzare le condizioni dei settori industriali, in modo da contribuire al mantenimento dei suoi fattori di radicamento nella zona, anche perché, a differenza di quanto si voleva far credere, il mercato da solo non regola tutto”.

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