Santini e il rischio ‘cambiali’ ai partiti tradizionali

26 febbraio 2017 | 09:09
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Santini e il rischio ‘cambiali’ ai partiti tradizionali

Elezioni amministrative, i motori si scaldano sempre di più. E mentre il sindaco uscente, Alessandro Tambellini, come la sua coalizione, attendono l’approvazione del piano strutturale per iniziare a strutturare la campagna elettorale, con l’inaugurazione della sede di viale Marti è entrata nel vivo quella di Remo Santini.
L’appuntamento di ieri ha dato sicuramente un segnale forte: nella stessa sede, infatti, si sono trovati vecchi e nuovi esponenti del centrodestra cittadino, dando un segnale di unità e di ritrovata convergenza dopo le divisioni del passato. Esponenti civici e politici del presente e del passato, fra i quali anche l’ex sindaco Mauro Favilla, i cui “seguaci” erano dati più vicini all’ex presidente del Senato Marcello Pera. Non è un caso che Santini abbia dedicato un particolare tributo a Favilla, affermando di contare sull’esperienza di chi ha governato in passato.
E qui sta il maggiore rischio del candidato Remo Santini, nuovo alla politica ma non certo a certi equilibrismi di compromesso che sono propri anche del mestiere del giornalista. Sono infatti passate poche settimane dall’annuncio ufficiale della sua discesa in campo come indipendente, alla guida di una lista civica lontana dai partiti e fatta di nomi nuovi alla politica. Ma è la stessa “politica” che, cercando di cavalcare la buona onda della novità santiniana, sta cercando piano piano di “riappropriarsi” del candidato civico.

Santini, al momento della presentazione dell’appoggio alla sua candidatura delle sigle dei partiti politici del centrodestra, aveva deciso di non essere presente, nonostante l’insistenza dei rappresentanti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Ma poi è arrivata la visita ad Arcore, con tanto di foto, per avere l’imprimatur di Forza Italia e l’appuntamento di ieri, dove non sono mancati, o meglio non sono voluti mancare, volti arcinoti della politica cittadina degli ultimi decenni: oltre a Favilla, Giuliana Baudone, l’ex presidente di Geal Roberto Davini, fra gli altri, c’erano tutti i rappresentanti dei partiti tradizionali e di quella lista civica, Progetto Lucca, che si è, con il passare del tempo, sempre più “politicizzata”, se è vero che fra i suoi sostenitori c’è anche l’ex consigliere regionale Giuseppe Del Carlo, storico esponente dell’Udc cittadino che, assieme a Per Lucca e i suoi paesi di Pierami e Dolce rappresenta la colonna portante della lista.
Il dilemma di Santini, che poi coincide probabilmente anche con le sue speranze e la sua volontà, è quello di capire quanto questo sostegno possa rappresentare un’ipoteca sulla sua eventuale esperienza futura di governo della città. Una rappresentanza consiliare in cui, infatti, fosse forte la componente dei partiti, potrebbe condizionarne l’azione, forse anche in senso contrario all’empito di novità legato alla sua presentazione iniziale, legandolo anche a dinamiche nazionali incerte e in continuo mutamento. Si pensi alle due anime presenti dentro Forza Italia, al rapporto a volte conflittuale con la Lega Nord, alla tentazione “sovranista” dello stesso Carroccio e di Fratelli d’Italia. Per questo Santini ambisce a portare avanti la sua SìAmo Lucca, la lista legata alla sua candidatura e al suo nome, quella dei tanti volti nuovi e giovani che pure erano presenti all’appuntamento di ieri. Solo un ottimo risultato della stessa, infatti, potrebbe garantire autonomia e inattaccabilità nell’esperienza ambita a Palazzo Orsetti. Un boom della sua lista civica metterebbe davvero il bollino di civismo sul progetto politico, evitando di ripetere quanto successo nell’ultima esperienza di Mauro Favilla alla guida della città. Una continua ricerca di equilibri che, a volte, è andata a scapito delle attività amministrative.
Ecco perché, dunque, la sede elettorale nasce con il simbolo di SìAmo Lucca che campeggia all’entrata e nei manifesti, ecco perché, nonostante l’afflusso di tanti volti già noti Santini punti a presentare, con il contagocce, i candidati nella sua lista, ultimo il medico Moreno Marcucci, volto noto dell’ospedale San Luca. Ecco infine perché la “ciliegina” verrà lasciata per ultima: la discesa in campo del ristoratore Samuele Cosentino, sempre presente agli incontri di Santini ma mai presentato ufficialmente come candidato nella lista.
Per andare avanti con le mani libere e anche per attrarre a sé i voti non solo legati al centrodestra tradizionale, infatti, Santini deve spingere sul tasto del civismo, sul mantra del centrismo che non guarda alle estreme, magari tenendo a bada qualche deriva “salviniana” della Lega Nord e un’eccessiva esposizione di esponenti politici che, in città, hanno avuto importanti esperienze di governo e non solo.
Unità del centrodestra, dunque, cercando anche di recuperare i “dissidenti” vicini al presidente del Senato Marcello Pera, ma nel nome di Santini e di Lucca. Altrimenti il rischio è quello di governare una coalizione con più correnti di quelle del Pd. E di dover rispolverare il manuale Cencelli.

Enrico Pace