Emergenza, l’opposizione al prefetto: “Mettere subito in sicurezza il San Luca”

La lettera dei consiglieri dell’opposizione per la tutela degli operatori e dei pazienti
L’pposizione invia una lettera al Prefetto Francesco Esposito per chiedere provvedimenti urgenti la messa in sicurezza del Pronto soccorso dell’ospedale San Luca. Un appello a tutela degli operatori sanitari per far fronte al previsto aumento di pazienti infetti, attraverso l’installazione di tende all’esterno del Pronto soccorso per tenere isolati i pazienti Covid-19.
“Abbiamo appreso che da sabato (14 marzo), all’ospedale San Luca la terapia sub intensiva (16 letti) è stata trasformata in appoggio alla terapia intensiva, per ventilare i pazienti positivi al Covid-19: così la rianimazione ha adesso 30 posti letto, mentre altri 24 sono stati aperti per malattie infettive e pneumologia – afferma l’opposizione -. Riteniamo che fin qui non si sia quindi adempiuto correttamente alla circolare ministeriale dell’1 marzo, in base alla quale si disponeva in modo chiaro il raddoppio dei letti in malattie infettive (+12) e il raddoppio dei posti letto di pneumologia (+18). Nel frattempo il Pronto soccorso si trova ridotto di 6 posti letto rispetto ai suoi 20 posti letto in dotazione perché la recente riorganizzazione aziendale li ha riservati alla cardiologia per le urgenze cardiologiche : quindi ci risulta direttamente da chi ci lavora, che in Pronto soccorso ci sono costantemente 12 /14 pazienti isolati in un settore che è pur sempre comunicante con altre parti, e quindi in questo modo non vi è una netta separazione degli ambienti tra l’area degli isolati e quella dei pazienti non contagiati”.
“Si lavora dunque ad alto rischio infettivo da 10 giorni, e i dispositivi di protezione del personale sono inspiegabilmente razionati – vanno avanti i consiglieri d’opposizione -. Purtroppo i 70 operatori del Pronto soccorso hanno lavorato e stanno lavorando in condizioni precarie, e ancora non si vedono quei miglioramenti che sono necessari e dovuti. Secondo alcuni operatori, dovrebbero essere collocate immediatamente delle tende all’esterno del Pronto soccorso stesso per tenere isolati i pazienti che si dovranno d’ora in poi sottoporre a “percorso Sars-cov-2″ prima di essere ricoverati o dimessi. Infatti è previsto che si abbatterà sempre di piu’ la capacità di filtrare i pazienti sul territorio in quanto, essendo a fine la stagione della normale influenza, ogni persona che avrà sintomi respiratori simil-influenzali sarà da considerare un sospetto contagio da Coronavirus”.
“A quanto apprendiamo da qualificate fonti interne il Pronto soccorso, porta di accesso all’ospedale, non è mai stato preso in debita considerazione da chi di dovere -proseguono -. E soprattutto non sono mai stati definiti percorsi differenziati, precisi e indipendenti fra possibili contagiati infetti e i non infetti. Entrano infatti tutti dallo stesso ingresso e non c’è un percorso dedicato esterno ai sospetti Covid . Per questo gli operatori del Pronto soccorso di Lucca chiedono una tenda esterna con almeno 20 posti letto o in numero variabile a seconda delle esigenze, ovvero un’area di decontaminazione vera all’esterno del Pronto soccorso, per proteggere il personale dai gravi rischi che ritengono di correre attualmente”.
“Nel frattempo abbiamo anche appreso che è stato attivato l’aiuto psicologico per gli operatori del Pronto soccorso stesso ma fondamentale sarebbe rendere il loro luogo di lavoro sicuro al pari di quello delle malattie infettive o della rianimazione – concludono i rappresentanti dell’opposizione -. Sarebbe auspicabile che fossero risolti i problemi che sono alla base dello stress degli operatori, prima fra tutti la sicurezza del luogo di lavoro e che gli stessi operatori avessero gli adeguati dispositivi di protezione individuale, che per la realtà del Pronto soccorso non possono essere inferiori a un kit con occhiali protettivi, maschere Fpp2 e Fpp 3 oltre che camici e copricapo impermeabili”.