Potere al popolo: “L’ex Manifattura tabacchi deve rimanere pubblica”

1 febbraio 2021 | 11:25
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Potere al popolo: “L’ex Manifattura tabacchi deve rimanere pubblica”

La sezione lucchese del movimento ribadisce la propria contrarietà al progetto Coima e aderisce all’appello lanciato da Uniti per la manifattura

L’ex Manifattura tabacchi deve rimanere pubblica“. Così Potere al popolo torna a ribadire la propria contrarietà al progetto Coima, considerato dal movimento lucchese “un’operazione di svendita” da parte dell’amministrazione comunale.

“Un’operazione dai molti lati oscuri ma con una logica ben chiara: regalare la ex Manifattura a una società che ha già depredato i patrimoni pubblici di altre importanti città come Milano e Firenze, disimpegnando il Comune dopo decenni di incuria e abbandono e rendendola fonte di profitti privati a scapito delle casse comunali e di una seria progettazione urbanistica, con un’attenzione all’ambiente e ai bisogni della cittadinanza – si legge nella nota di Palp Lucca -. Abbiamo accolto con favore quindi l’ottimo appello lanciato nelle scorse settimane dal gruppo Uniti per la Manifattura per mantenere questo edificio storico pubblico e al servizio della città, contribuendo a raccogliere importanti sottoscrizioni come quelle di Tomaso Montanari e Tommaso Fattori, quest’ultimo già presente a un presidio organizzato davanti alla ex Manifattura con Toscana a Sinistra lo scorso settembre”.

“È stato significativo incontrare anche la sensibilità di compagni e compagne fuori Lucca che hanno prontamente firmato e rilanciato l’appello, ad esempio sulla rivista Per un’altra città, sulla quale è uscito nei giorni scorsi anche un importante articolo di inchiesta sulle trame di potere tra amministrazione, fondazione e Coima – va avanti Palp Lucca -. Dopo questa ennesima manifestazione di dissenso vedremo se il sindaco e la giunta continueranno ad assecondare il progetto targato Coima-Fondazione lanciando allo stesso tempo convegni e slogan all’insegna della democrazia, della partecipazione e della sostenibilità”.

“Da parte nostra proseguiremo nel nostro lavoro di denuncia e di sensibilizzazione sul tema in sinergia con altre realtà e gruppi del territorio ed esperti del settore – prosegue la nota -. Quello che serve alla città è un percorso partecipato per costruire un progetto alternativo che risponda ai bisogni finora inascoltati della cittadinanza e delle associazioni e trovando forme di finanziamento pubblico. Ad esempio i fondi europei, in particolare quelli che saranno stanziati per la riqualificazione e la rigenerazione urbana dall’apposito programma del nuovo bilancio settennale europeo”.

“Fondi europei che, purtroppo, finora sono sempre stati ignorati da un’amministrazione comunale a corto di idee, competenze e lungimiranza, che ha preferito delegare la gestione di molti luoghi chiave della città alla Fondazione Cassa di Risparmio o a privati, senza dotarsi di un Ufficio Europa in grado di intercettare le numerose opportunità di finanziamento che avrebbero permesso di mantenere la proprietà e il controllo del patrimonio immobiliare comunale – va avanti la nota -. Il tutto senza dimenticare i grandi problemi che affliggono da anni la nostra città: la speculazione edilizia, la cementificazione e l’inquinamento dell’aria, oltre all’emergenza abitativa che colpisce le persone più fragili. Persone costrette a vivere in dormitori abusivi o temporanei, da noi segnalati a più riprese nei mesi scorsi di fronte al silenzio assordante delle istituzioni”.

“Se proprio non si può (o non si vuole) destinare la ex Manifattura a un progetto di edilizia popolare per privilegiare un uso sociale, culturale e artistico è comunque necessario pensare ad altre soluzioni per dare una casa accogliente a tutti e a tutte, ad esempio ricorrendo ai tanti edifici sfitti o abbandonati per favorire anche il ripopolamento di una città sempre più morente e disabitata (allarmante il dato evidenziato da un’analisi recente in cui si parla del 26 per cento di immobili sfitti a Lucca) – conclude Potere al popolo -. La casa, come la residenza, è bene ricordarlo, è un diritto fondamentale previsto dalla Costituzione e l’amministrazione comunale non può continuare a negare questi diritti o a ritenere assolti i propri doveri con soluzioni improvvisate e inadeguate come i dormitori invernali o emergenziali”.