Patrimonio culturale, Salvatore Settis alle ‘Conversazioni’

Le Conversazioni in San Francesco, a Lucca, proseguono sabato (1 dicembre) alle 21, con Salvatore Settis, una delle voci più autorevoli del panorama intellettuale italiano, sempre in prima linea nella campagna per la tutela del patrimonio culturale.
Patrimonio culturale sarà appunto il tema al centro dell’incontro, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, per Le Parole della Costituzione. 70 anni dopo. Salvatore Settis, da anni attento e critico osservatore della realtà culturale italiana, con il suo celebre saggio Italia Spa, che gli è valso il Premio Viareggio per la saggistica nel 2003, ha dato una notevole sterzata al dibattito sull’argomento. Cesare Garboli, assegnandogli il premio all’epoca, disse che era un libro unico e straordinario, che andava oltre la letteratura, oltre la storia dell’arte, investendo la politica e i problemi contemporanei. “Ogni italiano dovrebbe leggerlo, riguarda tutti noi”.

L’articolo 9 della Carta recita che “la Repubblica – oltre che promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica – tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Nel 2013, Settis affronta nuovamente il tema del paesaggio in relazione alla carta costituzionale nel volume Costituzione incompiuta. Arte, paesaggio, ambiente, scritto assieme a Tommaso Montanari, Paolo Maddalena e Alice Leone. Una riflessione a più voci sulla funzione civile e sul valore politico di questi nostri beni comuni. Qual è il progetto della Costituzione sul patrimonio artistico, sul paesaggio e sull’ambiente? Come è nato l’articolo 9, che incardina quel progetto tra i principi fondamentali della Nazione? A Lucca, Settis parlerà dell’unione indissolubile del patrimonio storico e artistico e del paesaggio che, inevitabilmente, trasforma in progetto il ruolo etico e politico che questa unione gioca nella storia d’Italia. Siamo tutti pronti a dire che l’ambiente sia il primo e più essenziale bene comune, e che la sua tutela sia condizione essenziale per la stessa esistenza di una democrazia moderna. Il progetto della Costituzione sull’ambiente, sul paesaggio e sul patrimonio artistico è la promessa di una rivoluzione e Settis sfiderà tutti noi mantenerla.
Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, ha diretto a Los Angeles il Getty Research Institute (1994-99) e a Pisa la Scuola Normale Superiore (1999-2010). È stato presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali (2007-2009) ed è tra i founding members dell’European Research Council (2005-2011). Visiting Professor in varie università europee ed americane, è stato Warburg Professor all’Università di Amburgo, ha tenuto a Oxford le Isaiah Berlin Lectures, alla National Gallery di Washington le Mellon Lectures, e a Madrid la Cátedra del Museo del Prado. Nell’anno accademico 2014-15 ha ricoperto la cattedra Borromini nell’Università della Svizzera Italiana (Lugano-Mendrisio) ed è Distinguished Fellow dell’International Observatory for Cultural Heritage della Columbia University. Dal 2010 è presidente del Consiglio Scientifico del Louvre.
È membro di diverse accademie nazionali e internazionali, tra cui si ricordano: l’accademia dei Lincei, l’accademia delle scienze di Torino, l’accademia nazionale di scienze lettere e arti di Modena, l’Istituto Veneto, l’Accademia nazionale di San Luca, quella delle Arti del disegno di Firenze; e tra quelle straniere, l’American Philosophical Society di Philadelphia, l’American Academy of Arts and Sciences, l’Académie des Inscriptions et Belles Lettres, la Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften, la Winckelmann Gesellschaft, l’Istituto Archeologico Germanico e l’Académie Royale de Belgique.
Per le sue battaglie per la tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio italiano, gli è stata conferita la laurea honoris causa in giurisprudenza dalle università di Padova e Roma-Tor Vergata e in Architettura dall’Università di Reggio Calabria.
I suoi interessi di ricerca includono temi di storia dell’arte antica (Saggio sull’Afrodite Urania di Fidia, Pisa 1966; La Colonna Traiana, Torino 1988; Laocoonte. Fama e stile, Roma 1999; Le pareti ingannevoli. La Villa di Livia e la pittura di giardino, Milano 2002; Artemidoro. Un papiro dal I al XXI secolo, Torino 2009) e post-antica (La Tempesta interpretata. Giorgione, i committenti, il soggetto, Torino 1978; Iconografia dell’arte italiana, 1100-1500: una linea, Torino 2005; Artisti e committenti tra Quattro e Cinquecento, Torino 2010), nonché di orientamento e politica culturale (Italia Spa – L’assalto al patrimonio culturale, Torino 2002; Futuro del classico, Torino 2004; Battaglie senza eroi. I beni culturali fra istituzioni e profitto, Milano 2005; Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, Torino 2010; Azione popolare. Cittadini per il bene comune, Torino 2012, Se Venezia muore, Torino, Einaudi 2014, Costituzione! Perché attuarla è meglio che cambiarla, Torino, Einaudi, 2016). I suoi ultimi libri sono Architettura e democrazia. Paesaggio, città, diritti civili, Torino, Einaudi, 2017 e Cieli d’Europa. Cultura, creatività, uguaglianza, Torino, Utet, 2017.
Ha curato alcune opere collettive, fra cui Memoria dell’Antico nell’arte italiana, volumi 1-3, Torino 1984-86, Storia della Calabria antica, Roma 1987-1991, Civiltà dei Romani, Milano 1990-1994, I Greci. Storia, arte, cultura, società, voll. 1-6, Torino 1995-2002. Per l’editore Panini dirige la collana Mirabilia Italiae.
Collabora con diversi quotidiani nazionali ed esteri, ed è nel comitato scientifico di numerose riviste italiane ed estere.

 

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