Progetti nell’area ex Gesam, Per San Concordio: “Comune aggiunge cemento a cemento”

11 aprile 2021 | 09:10
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Progetti nell’area ex Gesam, Per San Concordio: “Comune aggiunge cemento a cemento”
Progetti nell’area ex Gesam, Per San Concordio: “Comune aggiunge cemento a cemento”
Progetti nell’area ex Gesam, Per San Concordio: “Comune aggiunge cemento a cemento”
Progetti nell’area ex Gesam, Per San Concordio: “Comune aggiunge cemento a cemento”
Progetti nell’area ex Gesam, Per San Concordio: “Comune aggiunge cemento a cemento”

Case popolari, uffici, parcheggi e luoghi di incontro: “Attualmente il carico urbanistico è zero, come sarà alla conclusione dei lavori?”

Progetti per il quartiere torna a parlare il comitato Per San Concordio. Nel mirino, stavolta, i progetti presentati al bando per la qualità dell’abitare (Pinqua).

Qualità dell’abitare, cambia volto un’intera area di città: ecco i progetti nel dettaglio fra i Macelli e San Concordio

“Il Comune di Lucca – riepiloga il comitato – ha chiesto un finanziamento di circa 5 milioni di euro del programma PinQua per realizzare nell’area ex Gesam a S.Concordio: un hub (centro di ritrovo) per giovani, un hub per drivers (fattorini in bicicletta) nel chiesone, oltre ad un bar con terrazza nella superfetazione lato nord; otto appartamenti destinati a case popolari gestite dall’Erp nella palazzina degli ex uffici della Gesam, che si affaccia su via Nottolini; altri cinque alloggi popolari in “cohousing” al posto delle tettoie metalliche fatiscenti che si trovano sul versante est del chiesone, di cui intende sfruttare i volumi. Questi tredici alloggi popolari paiono francamente superflui, considerato le centinaia di appartamenti vuoti che ci sono nelle immediate vicinanze e le circa novemila abitazioni vuote che ci sono nel Comune“.

“A queste strutture finanziate con i fondi Pinqua – dice- vanno aggiunte quelle che il Comune ha iniziato a realizzare nella adiacente area ex Steccone, per le quali ha avuto un finanziamento di 6 milioni di euro con il programma Quartieri Social, cioè: una grande piazza coperta di oltre 2000 metri quadri a forma di megapensilina, alta 16 metri (che sovrasterà di gran lunga il chiesone, alto circa 9 metri); un edificio per locali pubblici (due sale riunioni, tre stanze e un bar con terrazza) destinati alle associazioni, da costruirsi sotto la piazza coperta; un parcheggio interrato per una quarantina di posti auto (parcheggio immerso nell’acqua che verosimilmente avrà dei costi di manutenzione gestione spropositati)”.

“Questo considerevole numero di strutture pubbliche – commenta – che saranno realizzate con i fondi Quartieri Social e con i fondi Pinqua, adiacenti le une alle altre, avranno in comune la viabilità carrabile interna che passa sopra i reperti archeologici che già sono stati tutti riseppelliti in maniera definitiva”.

Attualmente il carico urbanistico dell’area ex Gesam è zero: non vi sono infatti uffici in funzione o abitazioni, né consumi o emissioni di alcun tipo – prosegue nell’analisi – Come sarà, dopo la costruzione di questo considerevole numero di strutture, con il traffico di due bar, di tredici alloggi popolari, di migliaia di metri quadri di locali pubblici destinati ad associazioni, di un hub per i giovani e di  un hub per i driver, di una enorme piazza coperta di uso pubblico che si dice verrà adibita anche a mercato? Senza considerare le emissioni delle caldaie per il riscaldamento, gli scarichi delle fogne, gli allagamenti cui sarà maggiormente esposta tutta la zona a valle, per la totale cementificazione dell’area. Già ora l’incrocio tra via Consani e via Formica è uno dei più caotici e ingolfati della piana, come sarà dopo, quando il traffico di tutte queste attività graviteranno su quell’incrocio? Da quando il Comune, nel 2016, destinò 6 milioni dei fondi dei Quartieri Social alla costruzione della piazza coperta nell’area ex Gesam, abbiamo ripetutamente chiesto, anche con due petizioni, che quei fondi fossero destinati al recupero del chiesone, invece che alla nuova costruzione. La risposta del Comune è stata sempre che non era possibile, perché il chiesone non apparteneva al Comune. Ora che il chiesone, ed anche tutte le palazzine degli uffici della Gesam, sono del Comune, ci saremmo aspettati almeno un abbandono del progetto estremamente impattante ed irreversibile della piazza coperta, evidente doppione delle funzioni pubbliche che si vogliono realizzare nell’area ex Gesam e fosse realizzato, al suo posto, del verde”.

“Invece – conclude il comitaot – con il nuovo afflusso di denaro pubblico il Comune di Lucca aggiunge cemento al cemento. Fermatevi, per favore”.